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"Esci da questa camera prima che  ti ammazzi io!" Urlo più che posso. Cosa ci fa qui poi?
"Se sei incazzata con il tuo amico, non prendertela con me!" Alza anche lui la voce.
Non voglio altre rotture davanti a me, sto già male e non voglio starci anche per lui.
"Vattene cazzo! Vattene!" Mi accascio a terra e inizio a piangere. Sono sempre stata così fragile, così stupida. Sento dei passi e sento le mani di Trev sulle mie spalle. È davanti a me inginocchiato.
"È tutto uno schifo! È tutto così schifosamente complicato! Per una volta volevo fare le mie scelte! Volevo essere vostra amica ed essere una ragazza normale, una ragazza felice! Ma tutti ne lo impediscono. Se tu non mi vuoi, dillo!" Dico in lacrime. Non voglio essere un peso per nessuno, posso stare anche da sola.
"Perché hai scelto noi? Cazzo!" Sbotta. Sembra dispiaciuto, ma in fondo so che lui non vede l'ora che me ne vada.
"I-io volevo sol-solo." L'aria mi manca e mi è difficile pronunciare una frase. Trev si avvicina ulteriormente a me e mi abbraccia. Mille brividi percorrono il mio corpo e trovo solo conforto e sicurezza tra le sue braccia.
"Tranquilla, calmati." Dice accarezzandomi il capelli. È così bello e rassicurante, così strano.

Dopo qualche secondo si stacca da me e una sensazione di vuoto mi assale. Mi aiuta ad alzarmi e mi prende per il fianco avvicinando le sue labbra al mio orecchie. "Stai serena, ci siamo noi ora." Lo guardo negli occhi ed è sincero.

"Perché?" Chiedo con un filo di voce. Gli occhi bruciano e le guance sono arrossate, sono in pessime condizioni. "Cosa?" Chiede corrugando la fronte.
"Perché stai facendo questo? Fino stamattina mi odiavi." Distoglie lo sguardo e annuisce, forse a se stesso.
"Non lo so. Stai lottando da sola per stare con noi, ma questo è solo l'inizio. Non voglio affezionarmi a d una persona per qualche settimana." Dice abbassa voce.

Non so cosa mi prende ma lo abbraccio. All'inizio sembra sorpreso, ma poco dopo mi avvolge le braccia intorno alla vite e mette il collo nel mio incavo. È così bello.
"Simon è rimasto, giusto? Perché non posso farlo anche io?" Sorrido e lui fa lo stesso asciugandomi le lacrime. È così strano questo momento che se me lo raccontassero non ci crederei mai.

"Non dare peso alle sue parole, è solo geloso." Annuisco e sorrido. Non sono mai stata così vicina a lui, ma sembra surreale.
"Ora vai giù, ci sono Maddison e Simon che si sono preoccupati molto." Simon è qua?
"Avete sentito tutto?" Annuisce abbassando lo sguardo.
"Va bene, andiamo?" Si stacca da me ed esce dalla stanza chiedendo il permesso di andare in bagno.

Scendo le scale ignara del mio aspetto e vedo Maddison e Simon chiacchierare del accaduto.
"È così buona lei, ha sempre avuto a che fare con gente del genere, ma ha sempre dato fiducia a tutti." Dice Maddison con tristezza. Ha proprio ragione, ma a volte il lupo è tra le persone che consideri parte della famiglia.
"In un mondo così non può vivere. Deve essere ciò che non è." Dice Simon guardandosi le mani.
So perfettamente cosa intende, dovrei avere una specie di scudo per le persone, ed ha ragione.
Tossisco per avvisare che ci sono anche io e tutti e due si girano dalla mia parte.

"Alissa!" Esclama Mad avvicinandosi a me e abbracciandomi. Lei ci è sempre stata e sempre ci sarà, questo lo so per certo, ma mai dire mai.
"Sei uno straccio Alissa." Mormora Simon. Lo immaginavo, ma ora poco importa.

"Ma sei bellissima comunque. Forse ti fanno lavorare in qualche circo." Dice Simon e scoppio a ridere. So che lo fa per farmi sorridere e ci riesce.
"Come mai siete venuti?" Chiedo incuriosita.
"Stavamo passando qui vicino e abbiamo visto entrare Alton e Trev mi ha detto di andare a vedere se stavi bene." Fa spallucce e la mia amica mi guarda sorridendo. A Trev importa qualcosa di me? Prima lo ha dimostrato, ma non credevo che fosse lui quello che ha deciso di venire.

Trev scende e mi scompiglia i capelli sorridendo. "Hei amico, da quando c'è tutta questa intimità?" Chiede Simon sorpreso sorridendo. "Da quando toccare i capelli di una persona è intimità?" Ridacchia Trev e si siede sul divano.

Simon gli fa il dito medio e si siede anche lui vicino.
"Vi va di fare un giro?" Chiede a Trev stiracchiandosi. Guardo la mia amica che sorride, quindi per lei è un si. Non sarà un male no?
"Andiamo." Dico convinta. "Però prima devo andare a sistemarmi." Dico salendo le scale e subendo le prese per il culo di Simon.

Mi guardo allo specchio e sembro veramente un mostro, che vergogna. Mi sciacquo la faccia e mi faccio una crocchia veloce in testa, in questo momento non ho voglia di niente.
Metto le scarpe e scendo velocemente le scale dove tutti mi aspettano.
"Cos'è? Un nido d'uccello?" Dice Trev ridendo e riesce a strapparmi anche a me una risata.

TREV POV

Io e Simon ci siamo messi d'accordo per portare le ragazze in un parco. Di solito non c'è nessuno ed è veramente un posto tranquillo.

Le immagini di Alissa in lacrime mi passano per la mente, era distrutta ed era dura vederla così. Perché quella ragazza si è fatta voler bene da tutti?
"Quando arriviamo?" Chiede Maddison per la nona volta. Sbuffo e faccio a meno di rispondere.
Durante il tragitto Alissa era con la testa da un'altra parte, guardava terra e per poco non andava a sbattere contro una ragazza.

È davvero sicura di quello che fa? Non credo che avrà le forze per affrontare ciò che verrà.
"Eccoci!" Dice Simon e solo ora mi accorgo che siamo arrivati.
Alissa si siede sul erba e così facciamo tutti noi. Simon e Maddison iniziano a parlare di qualcosa che a me non interessa, mentre Alissa sta per il suo e strappa continuamente l'erba.
"Così il parco rimarrà senza erba." Dico avvicinandomi a lei. Sorride fissando terra e vedo una goccia atterrare a terra.

Le faccio alzare la testa e ha gli occhi lucidi e una lacrima sulla guancia. Cazzo.
I suoi occhi sono puntati sui miei e fa male, non so perché, ma è terribile.
"Non piangere, non ne vale la pena." Dico prendendole le mani e facendole buttare i pezzetti verdi che aveva in mano.
Mi accorgo ora che siamo in contatto, alzo lo sguardo su di lei e così fa anche lei, mi guarda con la bocca socchiusa e con gli occhi da chi ha sofferto tanto e chi vorrebbe altro.
"Scusa." Dico togliendo le mani velocemente e posso giurare di aver visto delusione nel suo viso.

"Ragazzi, noi andiamo a prendere le patatine in quel chiosco, le volete?" Ad Alissa gli si illuminano gli occhi ed annuisce, mentre io la guardo sorridente tutto sparisce.

"Trev?" La voce di Simon mi scosta dai miei pensieri. "Oh ehm, si anche per me." Lui mi guarda come se avesse capito qualcosa e se ne va via.
"Ti senti meglio?" Chiedo. Non so cosa mi sta succedendo.
"Si, appena mangerò quelle delizie!" Dice battendo le mani come una bambina. Sorrido e abbasso lo sguardo sull'erba. È buffa.

Poco dopo arrivano con le nostre patatine e Alissa inizia a mangiare come se non ci fosse un domani, come se potessero sparire dalla terra.
Una suoneria interrompe le nostre chiacchierate, mentre Alissa lo leva dalla tasca.

"Numero sconosciuto? Chi è sto coglione che mi fa lo scherzo?" Dice sbuffando.
"Rispondo io!" Dico prendendoglielo dalle mani e rispondendo mettendo viva voce.
"Pronto?" Rispondo.
"Pronto signorina Morrison?" La voce di un uomo agitato risponde.
"Si?" Dice lei alzandosi e prendendomi il cellulare.
"Corra veloce in ospedale! I suoi genitori sono stati vittima di un incidente! La situazione è grave." Di scatto alzo la testa e Alissa fa cadere le patatine e guarda il cellulare intensamente.

Questo non può succedere.

The Sun and the Moon (#WATTYS2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora