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ALISSA POV

Ho sempre pensato che scappare fosse da codardi, che la gente abbia solo paura, ma ora sono io che corro via da tutto.
Corro lontano per paura, ma paura di stare male.
Voglio trovare un posto dove posso essere vicino ai miei, ma allo stesso lontano dagli altri. Davanti a me ho solo un lago pieno di ricordi, qualcosa che fa troppo male.
Papà mi portava sempre a pesca da piccola, era sempre presente.

Mi giro e vedo un piccolo cespuglio, mamma mi aveva promesso che mi sarebbe sempre rimasta vicina, ma questa promessa non la sta mantenendo.
Una piccola barca è posizionata proprio vicino alla sponda, da piccola la prendevo sempre per far vedere che ero già grande.
Mi avvicino e una strana idea mi passa per la mente, perché non salirci?

Spingo la barchetta e mi ci metto sopra, un senso di pace mi avvolge mentre ormai sono già in acqua.
Una lacrima scende involontariamente, il dolore rimane anche se cerco di allontanarlo, ma più lo faccio, più lo sento.
Sono stanca di tutta questa merda, sono stanca di questa vita programmata e distrutta in pochi istanti. Sono stufa di tutto.

Le lacrime si fanno più frequenti e in pochi secondi mi ritrovo all'interno dell'acqua.
L'aria manca, gli occhi non si aprono prima di qualche secondo. Vedo solo acqua mentre vado sempre più in fondo, non riesco a salire in superficie e l'ossigeno cessa, la vista si offusca. Sono morta, non ho salutato nessuno, non ho detto addio ai miei genitori, non ho detto addio ai miei amici, non ho detto addio a nessuno.

Una forza mi avvolge e sento l'acqua spostarsi prima di sentire di nuovo il vento.
La testa gira, gli occhi sono pesanti e non riesco ad aprirli.
Sento il suolo e quella persona toccarmi i capelli.
Apro lentamente gli occhi e fisso la persona davanti a me.
"Stai bene?" Chiede con tono preoccupato.
"Alton" queste sono le ultime parole che la mia bocca riuscì a dire prima di vedere solo il buio.

TREV POV

Alissa è scomparsa, la chiamo ma non risponde al cellulare.
Dove diavolo è? Prendo la mia macchina e corro verso casa sua, ma nemmeno li sembra esserci.
"La stai cercando?" Dice una voce proveniente alle mie spalle. Mi giro e vedo Alton. "Levati dal cazzo!" Lo spingo e continuo a camminare. Quel ragazzo proprio non lo sopporto, deve stare lontano da me.
"Non vuoi sapere dov'è ora?" Grida da dietro. Potrebbe prendermi per il culo, ma spero per lui che non sia così.
"Ma ci andrò io, lei vedrà me, non te." Stringo forte i pugni, altrimenti si ritroverebbe già per terra.
"Cosa ci fai ancora qui?" Chiede. Ormai si è avvicinato a me, ma io non mi sono ancora girato.
"Io continuerò a cercarla." Lo prendo per il colletto e lo guardo dritto negli occhi. "Non intrecciare la mia strada, mai più." Lo lascio andare e continuo a camminare invano.

Lo avrei pestato a sangue, ma ora devo trovare quella ragazza.
Non so nemmeno perché sto facendo tutto questo, ma non posso lasciarla da sola.
Guardo dentro ogni parco della città, ma ci sono solo bambini e ragazzi innamorati.
Mi avvicino ad un lago, non sapevo nemmeno che ci fosse.

Vedo due persone lontane in mezzo all'acqua.
Mi avvicino ulteriormente e riesco a riconoscerle. Alton è dietro ad Alissa, ma lei non sembra accorgersene della sua presenza.
Sto per fare un passo in più, ma Alton la spinge in acqua e lei cade.

Senza pensare inizio a correre sempre più vicino, vedo Alton buttarsi in acqua e risalire con lei. Ma che diavolo?
Mi nascondo dietro un albero e lui la riporta a terra.
Non posso stare fermo qui. "Che cazzo di problemi hai?" Chiedo incazzato. Vedo gli occhi di Alissa chiusi, sicuramente deve essere portata in ospedale.
"Amico, sparisci o dirò che sei stato tu a spingerla in acqua." Dice con tono minaccioso. Nessuno osa dirmi questo, lo prendo e gli stringo il collo più forte che posso.
"Brutto stronzo, tu non mi minacci. O te ne vai, o quella faccia da culo te la faccio fuori." Non manca molto che la mia mano parte, un pugno tocca la sua mascella, non delicatamente.

Cade a terra e senza pensarci due volte alzo Alissa e inizio a correre verso la macchina, quello stronzo non l'avrà vinta.
I suoi occhi sono chiusi, la bocca semiaperta. Sembra così innocua è innocente, quel figlio di puttana me la pagherà, ma non oggi.

Apro la portiera e la metto sdraiata nei sedili posteriori e parto, non rispetto né semafori ne precedenze, ma non mi frega di qualche multa.
In poco tempo arrivo in ospedale, lascio la macchina aperta e corro sulle scale con Alissa in braccio.
"Cosa è successo?" Chiede Maddison appena mi vede. Mi guardo in torno e vedo il dottore con cui avevo parlato e mi raggiunge.
"Cosa è successo?" Ripete lui mettendo Alissa in una barella.
"È stata spinta in un l-lago e poi quando l'ha ri-riportata a riva è svenuta." Dico agitato e con il fiatone. "Chi l'ha spinta?" Chiede Simon. "Alton." Dico secco.
Tutti stanno in silenzio, ma tutti guardano la mia mano e d'istinto anche io. Ho tutte le nocche rosse e sbucciate, devo avergli fatto veramente male.

Guardo Alissa andare via con le infermiere e un' altro dottore. "Trev, ora chiamò la polizia, deve dire cosa è successo." Annuisco e lo vedo allontanarsi.
"Alton non lo farebbe mai." Dice Maddison, forse più a se stessa che a me.
"Non me lo sto inventando, che motivo ci sarebbe? L'ho visto con i miei occhi buttarla dentro e riprenderla." Dico alzando la voce. Alza gli occhi e torna dentro la stanzetta, ma che vada a fanculo.
"Amico, stai bene?" Chiede Simon. Annuisco e mi siedo su una sedia dentro la stanza, siamo ancora solo noi, meglio così.

"Se vuoi vai a casa a risposarti." Dice Megan con un filo di voce. La guardo e i suoi occhi sono lucidi. "Stai tranquilla, sto bene e anche Alissa." Le sorrido cercando di confortarla, ma non sembra funzionare molto.
"Adesso che siamo solo noi, di la verità. Cosa è successo?" Chiede Maddison. "Ve l'ho già detto!" Dico esausto.
"No! Alton non lo farebbe mai! Sei solo un bugiardo, li vuoi mettere in cattiva luce per poi scoparti Alissa? Ti sbagli! Sei solo un'ipocrita!" Dice urlando e uscendo dalla stanza.
Faccio un scatto e tiro un pugno al muro, poi un altro e ancora un altro, finché Simon non mi ferma.
Mi levo dalla presa e sto per turargli un pungo, ma mi fermo riprendendo lucidità.
"Ma sei pazzo?" Urla Megan alzandosi in piedi. "Scusa amico." Dico abbassando il braccio, lui sorride e mi da una pacca sulla spalla.
Siamo sempre stati grandi amici, sin da piccoli.

"Signorino Trev?" Entra un agente, è ora della verità.
"Si." Dico uscendo dalla stanzetta sotto gli occhi degli altri.
Non tralascerò niente, sarà nella merda fino al collo.

The Sun and the Moon (#WATTYS2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora