ALISSA POV
Una volta sveglia, la prima faccia a vedere è stata quella di Luke con in mano una merendina. Sembra perso davvero così tanto a mangiare quella barretta, che nemmeno si accorge di me.
"Buongiorno!" Dice urlandomi e praticamente saltando addosso. "Giorno." Rispondo con un lieve soffio. Ogni volta sono qui, in questo schifo di stanza, sempre per colpa di Alton.
Al pensiero mi vengono mille brividi lungo la schiena. Un essere così spregevole era il mio migliore amico, colui che ho passato l'intera infanzia. Mi faccio schifo da sola."Tutto bene? Adesso chiamo L'infermiera." Dice alzandosi e chiamando una signora, la quale entra e mi sorride.
"Allora Alissa, come stiamo!" Chiede gentilmente avvicinandosi e toccandomi il braccio.
"Decisamente meglio, un po' di dolore alla schiena, ma niente di non sopportabile." Dico cercando di alzarmi, ma senza grandi risultati.
"Ti daró qualche antidolorifico, fra una mezz'oretta sarai fuori di qui, promesso." Dice sorridendomi e uscendo dalla stanza.
"Ma gli altri?" Chiedo a Luke intento ad aprire un'altra merendina. Mangia così tante schifezze e non ha nemmeno filo di grasso.
"Le ragazze sono a scuola, mentre Simon è uscito un attimo, dovrebbe tornare da un momento all'altro." Dice prendendo un morso.
Nella mia mente passa la figura di Trev, dopo la nostra litigata, che avrei preferito evitare, non so più niente, forse nemmeno sa che sono qui, ma improbabile che non l'abbiamo avvertito.
"E Trev?" Chiedo facendolo sollevare la testa verso di me.
"Ehm, non so." Dice solo e non intendo aggiungere altro.
Dopo qualche racconto strano di Luke, la porta si apre rivelando un infuriato Simon.
"Che c'è amico?" Luke sembra allarmato, ma non lo fa molto vedere.
"Niente, stupida gente." Dice rifilandogli un'occhiataccia.Simon viene verso di me e mi sorride. "Allora, come stai?" Mi appoggia una mano sulla caviglia e noto subito le nocche leggermente sbucciate.
"Bene, sto bene." Dico sorridendo. Ma che diavolo si è fatto?
"Ti prometto che non ti farà più del male." Dice avvicinandosi ancora di più e toccarmi la guancia. Sono felice che si preoccupi per me, mi ricordo solo di essere arrivata davanti casa sua, poi buio.
"Lo hanno preso?" Chiedo con un po' di speranza. "Gli hanno fatto domande, ma lo hanno rilasciato. Non permetto che si avvicinerà a te." Dice sicuro di sé.
********************************
Appena usciti dall'ospedale mi hanno riportato a casa di Simon e mi hanno lasciato dormire beatamente. Simon è stato così gentile da offrirmi la sua camera, ha detto che lui dormirà in quella dei suoi genitori, tanto non li vede da un po'.
Mi dispiace per lui, sembra che abbia una bella vita, invece gli mancano le figure principali.
Mi ha raccontato che i suoi non sono mai stati presenti, ma da quando sono qui è tutto peggiorato, sono sempre via per lavoro, ma lui crede altro.Mi guardo intorno, è una camera semplice e da maschio, con vari modellini di auto e quale poster di qualche band.
Il letto è matrimoniale, amo dormire in questo genere di letti, sono così spaziosi e non rischio di cadere durante la notte.Ultimamente passo molto tempo tra il pericolo e l'ospedale. Non voglio pensare a quello che è successo, sarebbe una pugnalata al cuore.
Se non avessi litigato con quel coglione di Trev, a quest'ora sarei felice e contenta a guardare la TV con Simon di sotto.
Perché non mi ha cercata? Perché non è qui? È stato così dolce e simpatico in questi giorni, ma era solo apparenza, probabilmente non gli frega niente.Qualcuno bussa alla porta e sussulto per lo spavento, ero immersa nei miei pensieri e nemmeno mi sono accorta.
Simon entra tutto sorridente con una tazza fumante in mano.
"Pensavo che una cioccolata calda ti avrebbe fatto piacere." Dice porgendomela.
"Mio Dio! Grazie." Dico lanciandogli un bacio al volo e sorride.
"Stai meglio?" Chiede sdraiandosi vicino a me. "Molto meglio, in questo letto si dorme una meraviglia." Dico sorseggiando un po' della mia cioccolata.
"Pensa, questo letto ha sopportato di tutto. Caffè rovesciati, gelato sparso, indumenti sporchi, briciole, addirittura olio della macchina." Sghignazza. "Guarda, ripensandoci, non si dorme così tanto bene." Dico guardando il letto, ma sembra come nuovo."Puoi sempre dormire nel divano." Dice facendo spallucce.
"Non sarà niente a dividermi da questo letto." Dico buttandogli il cuscino in faccia.
"Brutta stronza!" Urla prima di lanciarne uno a me. Un po' di cioccolata spande sul letto.
"Ora puoi aggiungere anche questo alla tua lista." Dico appoggiando la tazza sul comodino e alzandomi pronta a scappare."Spera che qualcuno entri da quella porta e ti salvi." E guerra sia. Inizio a correre per tutta la casa ridendo come pochi, lui è molto più veloce e più agile e non sta tanto a buttarmi giù nel divano.
"Ora dormirai qui." Dice facendo finta di soffocarmi con il cuscino.
"Te l'ho detto, non sarà niente a divedermi dal tuo letto." Dico cercando di liberarmi.Per tutto il pomeriggio abbiamo riso e corso per la casa, ma gli antidolorifici non sono andati molto oltre, infatti mi è arrivata una fitta e abbiamo dovuto smettere.
"Questo programma non è per niente interessante, perché ti ostini a guardarlo?" Mi chiede sbuffando.
È un telefilm divertente, non capisco come non possa piacergli. Nel momento che la tipa butta in faccia un uovo al suo fidanzato, io inizio a ridere provocando la risata di Simon.
"Eh dai, guarda. È spassoso." Dico indicando il televisore.
"Spassoso? Nemmeno mia nonna usa sto termine." Dice prendendomi in giro e per ricambio gli tiro uno schiaffo sulla spalla."Andiamo a dormire?" Dice sbadigliando. Annuisco ricambiando lo sbadiglio.
Saliamo le scale in silenzio e ci diamo la buonanotte prima di entrare nelle proprie stanze.Mi metto sotto al letto e aspetto che il caldo si impadroni di me. Domani ho detto a Simon che andrò a lezione, non posso perdere tutti sti giorni.
Guardo il mio cellulare dopo tanto tempo, l'ultima volta è stato prima del incidente.
Trenta chiamate perse e dodici messaggi, tutti da Trev.
Un sospiro di sollievo mi esce dalla bocca, sono felice di tutte queste attenzioni, ma ancora non capisco perché non sia venuto da me."Alissa scusami, non ti sarebbe successo niente se fossi stato li."
Già, ma non gli do nessuna colpa, non dovevo andarmene io.
"Cosa cazzo succede? Perché danno la colpa a me? Cosa hai detto?"
Ma di cosa parla?
"Al diavolo, stavo per finire dentro! Ma cosa combini? Si può sapere cos'hai in quella testa?"
Stava per finire dentro? Non ci capisco niente, non so di cosa parla, non ne ho la minima idea.
"Rispondi cazzo, ti sto chiamando mille volte, prendi su quel cazzo di telefono!"
I messaggi finiscono qui, il resto dice solo che mi ha cercato di chiamare.
Ma cosa diavolo gli prende? E soprattutto, di cosa diavolo parla?
Guardo l'ora e sono le undici, probabilmente sarà ancora sveglio.
Decido di chiamarlo.Lo chiamo, ma attacca la segreteria. Possibile che dormi?
Provo una seconda volta, ma ancora niente.
Probabilmente sarà stato stanco, ma non è tipo ad andare a dormire così presto. Forse sarà da qualche parte.
Appoggio il cellulare sul comodino e chiudo gli occhi, sono così stanca che mi addormenterò fra qualche secondo, ma un suono me lo impedisce.
Prendo il cellulare e leggo il nome di Trev."Pronto?" Dico sbadigliando.
"Alissa." Corrugo le sopracciglia per lo strano tono che ha usato, freddo, distaccato, duro.
"Cosa succede? Cosa vogliono dire quei messaggi che mi hai inviato?" Chiedo mettendomi a sedere sul letto.
Una leggera risata proviene dall'altra parte del telefono.
"Fai la finta tonta? Chi ti ha fatto in realtà del male?" Dopo qualche secondo di silenzio decido di rispondere. "Alton." Dall'altra parte non si sente niente, poi mi attacca.
Alzo gli occhi al cielo, possibile che sia così pazzo?
Decido di non insistere e dormire, basta pensieri, stacco la spina al cervello e mi do la buonanotte prima di addormentarmi.
*******************************"Sei una figlio di puttana!"
Un frastuono mi sveglia dal piano di sotto. Alzo gli occhi al cielo e decido di alzarmi.
Scendo lentamente senza farmi vedere.
Chiudo gli occhi e mi tappo le orecchie. Non è possibile di prima mattina.
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The Sun and the Moon (#WATTYS2017)
RomansAlissa Morrison è una ragazza di 17 anni, di una famiglia molto ricca, la quale, ha molti pregiudizi. La ragazza e i suoi migliori amici, anche loro provenienti da famiglia ricche, non possono stare con i comuni mortali che non sono al altezza delle...