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ALISSA POV
Non capisco più niente, perché ci sono tutte queste ambulanze? Trev è poco più avanti di me, ma è fermo e con la mano mi blocca.
"Stai lì." Dice serio. Intanto il ragazzo va verso le ambulanze, ma appena arriva lì si blocca di colpo.
"Alissa non ti muovere." Mi dice severo. Alzo gli occhi al cielo, perché si preoccupa così tanto?

TREV POV
Lancio un'occhiataccia ad Alissa e vado verso il ragazzo.
"Cosa cazzo è successo qui?" Dice guardandosi intorno.
"Ragazzi dovete rimanere indietro." Dice un poliziotto avvicinandosi a noi.
"Ma cos'è successo?" Chiedo.
"Un incidente, ma a quanto pare oggi tutti hanno preso questa strada e hanno frenato di colpo. Abbiamo chiuso la strada, troppi incidenti e troppi morti." Dice guardando la barella poco distante da noi.
"Morti?" Chiede Alissa avvicinandosi. Porta le mani alla bocca una volta che vede la scena. Delle macchie di sangue sparse un po' ovunque, due teli con persone morte all'interno. "Cosa ti avevo detto?" Dico spostandomi avanti a lei in modo che non veda la scena davanti a sè.
"Andiamo via." Dice girandosi.
"Possiamo uscire da qui?" Chiede il ragazzo al poliziotto.
Ci da le indicazioni per uscire e una volta in macchina cerchiamo di seguirle.
Il telefono suona una volta usciti da tutto quel casino e il nome di Simon si fa spazio nello schermo.
"Dove siete? Dovresti essere arrivato prima di me." Dice quasi urlando.
"Calmo, abbiamo fatto lo stradone e ci siamo trovati in mezzo ad un incidente." Dopo le sue mille domande attacco e fermo la macchina per vedere il danno. Il retro ha una rientranza, ma niente di grave.
"Amico, io devo scappare, ti lascio il mio numero in caso dei danni. Mi chiamo Jonas." Dice porgendomi un biglietto con il numero.
"Non credo che sarò così bastardo, ci si vede." Dico salutandolo è così fa anche Alissa.
Lei prende posto di nuovo dentro l'auto e aspetta che io rientri, ma per sua grande sorpresa non lo faccio.
"Cosa ti prende?" Chiede lei aprendo la portiera.
"Cos'hai? Ti ha fatto male la botta?" Chiedo alzando le mani al cielo e abbassandole in segno di esasperazione.
"Sto bene, santo Dio. Quante altre volte devo dirtelo?" Dice lei in tono arrogante.

"Senti vai da sola da Simon." Dico schietto. "Sarei la ragazza più felice del mondo. Non vedo l'ora che tu te ne torni a casuccia e non mi parli più!" Dice sbattendo la porta e iniziando a camminare.
Ma cosa mi passa per la mente? Essere gentile con lei, trattarla bene per poi questo? Tanto vale che la tratti come tutti.

ALISSA POV
Stupida. Stupida. Stupida.
Perché ho detto così? Cercava solo di aiutarmi, eppure non accetto nemmeno quello! Sento il rombo della sua macchina allontanarsi, questo vuol dire che non mi seguirà come pensavo. In un certo senso speravo che mi corresse dietro, ma alla fine la cazzata l'ho detta io.

Continuo a camminare scalciando sassi, sono talmente presa dai miei pensieri che quasi non cado con il sedere a terra. Qualcuno mi afferra di colpo e mi aiuta ad equilibrarmi, nemmeno in piedi so stare.
Alzo la testa e mi maledico mentalmente per averlo fatto.
"Guarda avanti a te, saresti finita a terra se non ci fossi stato io." Il mio sguardo resta a terra, ma le sue mani mi prendono il viso per farlo alzate verso di lui. Mentre lo guardo provo solo schifo.
"Alton pensi che ti deva un grazie? Mh, grazie per averti scopato mia madre, grazie per essere un malato di mente. Grazie per avermi rovinato la vita." Gli sputo queste parole praticamente urlando. Il suo sghignazzo mi fa capire tanto, lui non è più Alton, è un mostro.

"Ma dove sei finito eh? Che fine hai fatto? Un tempo non eri cosi, solamente guardare la tua faccia mi fa schifo. Mi faccio anche io schifo per esserti stata accanto per tutti questi anni, per averti aiutato quando meritavi solo di marcire. Sei un maiale e una merda, io mi vergognerei di esistere se fossi stata al tuo pos-" Una sberla arriva dritta al mio volto.

Un bruciore allucinante, ma nessuna lacrima. No. Le parole che ho detto mi hanno fatta stare bene, perché gli sto dicendo tutta la verità.
Mi prende per il collo e mi fa andare a sbattere con la schiena contro l'albero poco distante. Urlo dal dolore, continua a farmi strusciare su delle squame appuntite e sento il fiato mancarmi.

"Io per tutto questo tempo sono dovuto stare zitto. Volevo urlarti che ti amavo, che non volevo essere un semplice amico, non volevo essere abbracciato o baciato sulla guancia. Volevo di più.
Volevo che tu mi amassi, volevo che tu ti chiedessi quanto avresti avuto da me. Eppure no. Hai preferito lasciarmi stare." Dice senza allentare la presa.

Sento le scaglie dietro la schiena ferirmi, sento la presa al mio collo più stretta.
"Dovevi solo amarmi." Dice mollandomi e lasciandomi li cadere a terra, mentre lui se ne va.
Piango. Piango per la frustrazione, piango per tutta sta merda.
Il suono del cellulare mi fa sobbalzare, non posso farmi sentire così da nessuno. Guardo ed è Simon.

Prendo lentamente fiato e rispondo.
"Dove sei? Trev mi ha detto che stai arrivando, ma da dove ti ha lasciato lui dovresti essere già arrivata." Dice in tono leggermente preoccupato.
"Sto a-arrivando." Dico cercando di respirare regolarmente.
"Hai corso?" Chiede in tono confuso.
"S-si, ad una si-signora serviva una mano." Dico facendo lunghi respiri alla fine.
"Va bene, muoviti, ti aspetto." Dice prima di attaccare.
Mi alzo in piedi e mi guardo in giro, non c è nessuno meno male, nemmeno l'ombra di Alton.
La schiena brucia, ma a quella ci penso dopo.
Passo davanti ad una vetrina e vedo il mio riflesso e di colpo mi fermo, ho la guancia con cinque dita tutta rossa e delle strisce rosse sul collo, come cazzo le nascondo queste?
Cammino spaventata, non posso dire niente a nessuno, non voglio che nessuno si faccia del male.

Arrivo davanti a casa di Simon, la testa gira, sento tutto leggero e poi niente, buio.

The Sun and the Moon (#WATTYS2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora