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ALISSA POV

Mi guardo in giro, una stanza grigia mi avvolge, è abbastanza spaziosa e ordinata, ma dove siamo?
Guardo Trev seduto sul letto e mi guarda intensamente, il suo sguardo mi brucia tutto il corpo.
Si risveglia dalla trance e si alza avvicinandosi, ma io mi allontano di qualche passo. È solo Trev, non ti farà del male. No, lui non me ne farà, ma preferisco che non mi tocchi.
Lui si accorge del mio allontanamento e si blocca di colpo, abbassa lo sguardo e stringe i pugni finché le nocche non diventano bianche.

"Alissa, fidati di me." Dice avvicinandosi con cautela. Il mio corpo si riempie di piccoli tremolii, ma lo lascio avvicinarsi, finché non me lo ritrovo a qualche centimetro dal mio viso.
"Posso toccarti?" Chiede dolcemente facendo un mezzo sorriso.
Voglio che mi tocchi? Si. Voglio sentire mani conosciute su di me, mani che non mi farebbero mai del male.
Annuisco lievemente e lui mi abbraccia, la mia testa è tra il suo incavo del collo e quel avvicinamento mi fa sentire  tutto il suo profumo.
Ricambio l'abbraccio e inizio a piangere, mi sento fuori luogo, mi sento così bambina in questo momento.
Prendo le sue mani e le porto del mio viso, cerco di metterle negli stessi punti del tipo, poi le metto nei miei fianchi e poi nelle mie labbra. Lui mi guarda sorpreso, ma sa già cosa sto facendo. Le lacrime continuano a scendere senza sosta, il ricordo torna in mente come se lo stessi rivivendo ora.
"Fermati! Basta!" Dico dimenandomi.
Vedo la figura di Trev, ma il mio cervello vede altro. Lui mi prende il viso tra le mani e mi bacia, mi dimeno cercando di liberarmi, ma il sapore di quelle labbra sono diverse, sono morbide, mille brividi mi percorrono il corpo, sono le sue.
Apro gli occhi di scatto e mi allontano, guardo Trev con aria delusa, è lui davvero, lo sto baciando.

Mi avvicino di nuovo a lui e lo bacio prendendolo di sorpresa, ma ricambia subito dopo.
Le nostre lingue s'incrociano, sorrido senza motivo e così fa lui.
"Vuoi farti una doccia?" Chiede titubante. Annuisco. Voglio levarmi tutto, voglio profumare di suo.
"Aspettami qui." Esce dalla camera e poco dopo torna con del intimo da donna. "Dovrebbe starti." Dice porgendomeli. Vorrei chiedere dove siamo, di chi sono questi indumenti, ma voglio solo andare in doccia.
Mi accompagna all'interno del bagno e mi porge gli asciugamani, il bagnoschiuma e il phon.
Mi da un lieve bacio sulla guancia ed esce e così io mi chiudo a chiave.

È davvero gentile fare questo per me, non capisco dove siamo e di chi sia questa casa, ma sicuramente di qualche riccone superficiale, ma il punto è come conosce questo riccone lui.
Mi levo i vestiti e accendo il getto d'acqua aspettando il calore, appena arrivato entro e mi lascio trasportare dalle gocce.
Mi insapono tutto il corpo e gratto, gratto talmente forte che mi brucia, vedo la pelle arrossarsi, ma non mi arrendo e continuo a grattare.
Il suo profumo inizia a sentirsi nell'aria ed è così buono, mi ci abituerei.
Mi sento sporca, continuo a grattare finché non vedo le zone rosse e con un po' di sangue.
Mi leverei la pelle se fosse possibile in questo momento.
Mi risciacquo e inizio a insaponare i capelli, ma ci metto poco e finisco la mia doccia torturata.
Esco e mi guardo allo specchio, molte parti sono rossissime, sembrano lividi.
Mi vesto velocemente con i vestiti di Trev e inizio ad asciugarmi i capelli.

Decido di aprire la porta, tanto sono già vestita, ma forse lui non si trova più in camera.
Finisco di asciugarmi e li lego in una coda alta ed esco, la stanza è vuota e mi mette soggezione, mi sento sola e piena di ansia a stare da sola.
Mi siedo sul letto e mi guardo in giro, trovo alcune foto di un bambino piccolo con una donna, probabilmente la madre.
Guardo bene la foto è noto che quel bambino ha degli occhi molto simili a Trev, corrugò la fronte capendo che è proprio lui. Poco più in là un'altra foto dov'è più grande e vicino a se sempre quella donna sorridente e bellissima.

Cavolo, ma quello è proprio Trev.
La porta si apre e una signora con un abito rosso mi sorride cordialmente. Guardo la foto e guardo di nuovo lei, sono la stessa persona.
È una donna abbastanza alta, con dei tacchi e capelli neri, gli occhi azzurri risaltano e òun sorriso uguale a quello di Trev.

"Ciao Alissa, sono Mary, la madre di Trev." Mi porge la mano e io ricambio.
Aspetta, ma se questa è la madre di Trev e ci sono foto sue da piccolo, vuol dire che questa villa appartiene a lui?
"Mi ha detto cosa è successo, dato che non sa cosa fare, ci provo io. Gli ho detto di lasciarci qualche minuto da sole, sono una psicologa esperta in questo campo." Sorride sedendosi accanto a me nel letto.

"Sai, all'età di dodici anni ho visto la mia migliore amica essere violentata davanti ai miei occhi, ho visto il terrore nei suoi occhi e il dolore che gli provocava." Dice sorridendo amaramente.
Abbasso lo sguardo, immagino la povera ragazzina che è stata violentata e immagino lei assistere senza riuscire a fare niente.

"Devi ritenerti fortunata, tu non sei stata toccata in quel modo, mio figlio ti ha salvata giusto in tempo." Mi sembra di essere in qualche libro, dove c'è sempre qualcuno che arriva in tempo.
Devo tutto a Trev, non voglio nemmeno immaginare cosa mi avrebbe fatto.

"Sei la prima persona che mette piede in casa, non ha mai portato nessuno." Dice con un filo di tristezza.
Lui ha sempre odiato i ricchi. Gli snob e gente varia, ma guardando quello che mi circonda mi fa pensare altro.
Perché non me lo ha mai detto e soprattutto perché mi insultava se è lui il primo ad esserlo.
"Non ti chiederò di parlare ora, è troppo recente. Ma se vuoi chiamarmi, questo è il mio numero." Dice porgendomi un foglio con un numero. Annuisco e sorrido e lei ricambia e subito dopo esce dalla stanza.

Guardo quel foglietto e lo rigiro tra le mani, per ore non ne voglio parlare, ma so già che prima o poi la chiamerò.
Prendo il cellulare dal comodino, ha lo schermo rotto.
Sicuramente mi è caduto prima e Trev me lo ha preso, non sto mai al telefono, ma non so cosa fare.
Lo sblocco e trovo chiamate perse da mio padre. Corrugo la fronte, com'e possibile?
Lo provo a richiamare, ma non risponde.
"Tutto apposto?" Entra Trev preoccupato. Annuisco e chiudo immediatamente il cellulare, non so nemmeno il perchè.
"Mi ha chiamato Mad, tuo padre è sveglio." Dice avvicinandosi a me. Lo guardo impietrita, non immaginavo questo, pensavo che qualcuno avesse chiamato dal suo cellulare.
"Andiamo." Mi prende la mano ed usciamo dalla camera.
Incontro Mary che mi saluta cordialmente ed usciamo.
Il tragitto da casa sua all'ospedale è stato silenzioso, ha acceso la radio per smorzare l'aria.

Scendo dall'auto e subito incontro i miei amici. Mad mi abbraccia e così anche Megan, mi sono mancate tanto.
Luke e Simon stanno a distanza, probabilmente ne sono consapevoli.
Trev lancia un'occhiataccia a Simon e lui abbassa lo sguardo.

"Vieni." Dice Trev prendendomi per mano. Entriamo all'interno dell'edificio e subito la solita aria mi arriva alle narici.
Odio questo posto, ma mio padre è sveglio, è l'unico genitore che mi rimane. Dovrei raccontargli così tante cose, ma non lo farò, lo capirà da solo prima o poi.
Entro dentro la stanza, gli altri sono fuori. Lo vedo sdraiato sul lettino, mentre guarda davanti a se, appena si accorge mi guarda e mi sorride.
"Sei un infermiera? Mi hanno già dato la medicina." Corrugo la fronte e mi avvicino.
Possibile che non mi riconosca?

The Sun and the Moon (#WATTYS2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora