~13~

1.6K 73 3
                                    

ALISSA POV

La suona sveglia, un nuovo inizio della settimana di scuola.
Sono ancora stanca, ieri Mad ha fatto discorsi insensati su Trev, dice che si fida più di lui che di Alton. Ridicolo.

Mi alzo controvoglia e mi dirigo in bagno, mi guardo allo specchio e sembro proprio un mostro.
Torno in camera per prendere dei vestiti puliti, mi fa schifo tutto oggi. Opto per un maglione largo nero e dei jeans strappati neri. Che allegria.

Stare da soli a casa ha i suoi pregi e difetti, ma alla fine senti la loro mancanza. Lily è andata a Seattle da suo figlio, si era offerta di tornare giù ma glielo ho impedito.
Il cellulare squilla, ma chi mi chiama a quest'ora?
"Pronto." Dico in tono assonato senza vedere chi è.
"Buongiorno anche a te." La voce è più che chiara. "Simon? Che c'e?" Dico leggermente scocciata.
"Dopo scuola devi venire con me." Dice in tono serio mentre mi infilo la maglia. "Dove?" Non ho proprio voglia di andare da nessuna parte, ma il suo tono serio mi incuriosisce parecchio.

"Non fare domande, ho bisogno che tu venga con me. Ti fidi?" Si, mi fido, ma non so proprio a che gioco stia giocando. "Va bene." Dico e prendo lo spazzolino mettendoci sopra il dentifricio.
"Ci vediamo a scuola, muoviti che è tardi." Dice per poi attaccare. Guardo l'ora e in effetti è abbastanza tardi, quindi devo fare di fretta altrimenti entrerò con minuti di ritardo.

Finisco di fare tutto e corro giù in cucina prendendo un biscotto al volo per poi uscire.
Le strade sono affollate e trafficate, la mattina c'è sempre un gran casino.
Velocizzo il passo, la prima ora ho matematica e non posso proprio fare tardi con quella, ci manca solo che mi mandi dal preside per un minuto di ritardo, ma conoscendola è più che capace.
Passo davanti al solito bar, ci vado sempre con gli amici, o meglio, ci andavo.
Mentre osservo tutto quello che mi circonda, il cellulare vibra e automaticamente lo tiro fuori dalla tasca. Guardo confusa il cellulare, è un messaggio di Trev.
"Sei in ritardo, la professoressa ti ha già segnato assente. Corri, altrimenti salta la prima ora. -Simon"
Il cuore mi si rilassa vedendo il nome di Simon, mi sembrava troppo strano che Trev dopo tutto mi avesse scritto.
Sospiro ormai rassegnata, è meglio saltare l'ora piuttosto di una visita dal direttore.

"Salterò la prima ora, non ho nessuna voglia di sentirle, andrò dietro alla palestra, almeno mi rilasso mentre tu studi :')"

Invio e metto via il cellulare. Sono in ritardo di dieci minuti, non ci dovrebbe essere nessuno nel retro.
Il cortile anteriore è completamente vuoto, ci sono solo le macchine degli studenti e dei professori, quanto vorrei rifarne alcune.
Passo la scuola e mi trovo già dietro alla palestra, come pensavo è vuoto anche qui, almeno non avrò nessuno tra i piedi.
Mi siedo sulle scalinate, da questa prospettiva si vede il campo da calcio e ora so che non sono sola.
Un ragazzo sta camminando su e giù nell'erba, ma è troppo lontano e non capisco chi sia.
Lascio stare e decido di godermi questa pace, anche perché non durerà per tanto. Il cielo è leggermente soleggiato, ma anche con quel poco si sta bene, non fa ne freddo ne caldo.

Torno a guardare il ragazzo che poco prima era nel campo, ma questa volta era più vicino. Mi piego  leggermente per vedere chi è, ma dato che la mia sfiga non manca mai, vado in avanti, ma qualcuno mi prende prima che potessi spaccarmi il naso.

Prendo un lungo respiro cercando di ricontrollare i battiti. Mi giro per  ringraziare la persona che ha evitato questo, ma non appena lo faccio, il volto di Trev appare nella mia vista.

TREV POV

Vedo una ragazza, credo proprio che sia lei. Mi avvicino senza far rumore, sicuramente non immagina che non è stato Simon ad inviarle i messaggi, ma non arrivava e quindi ho deciso di 'aiutarla'.
Si alza sporgendosi in avanti, il mio occhio cade nel suo sedere, cavolo quanta perfezione. Dopo qualche secondo mi accorgo che sta per cadere e senza pensarci l'afferro prima che possa cadere.
Cazzo, non doveva sapere di me, dovevo solo stare qui senza farmi notare.
La solita impacciata, rovina sempre tutto.
Nel momento in cui si gira la vedo leggermente sorpresa, forse anche troppo.
"Oh, grazie." Dice abbastanza imbarazzata. I suoi occhi sono strani, ma dopo tutto quello che sta passando non mi stupirei. Abbassa lo sguardo sulla mia mano e solo ora mi accorgo che sono troppo vicino a lei, le sto ancora tenendo il bacino. Mi allontano subito, devo ricordarmi cosa mi ha detto. Devo starle lontano. Scuoto la testa e me ne vado, non posso stare qui a far finta di niente.

Scendo le scalinate e sento delle voci, la mia curiosità mi fa nascondere dietro ad una colonna. Mi sporgo leggermente in modo che nessuno mi veda.
"Okey, le prove?" Dice un ragazzo poco più grande di me, non l'ho mai visto prima.
"Le prove? Devi eliminarle." Vedo un ragazzo con una giacca e un cappuccio, ma non riesco a vedergli la faccia. "Va bene, a quanto?" Riprende parola il primo ragazzo.
Passa qualche secondo di silenzio e il secondo ragazzo sospira. "500."

Sento un rumore dietro di me, ma non l'ho notato solo io. I due ragazzi si girano dalla mia parte e il ragazzo con il cappuccio si avvicina.
Mi nascondo dietro alla colonna e mi giro vedendo cosa ha causato il rumore e vedo Alissa bloccata immobile. Chi altro poteva essere?
Sento dei passi avvicinarsi, devo andarmene. Affianco a me c'è una porta verde, dovrebbe portare nello scantinato della scuola. Prendo Alissa per la mano e mi chiudo all'interno, mi avvicino con l'orecchio per sentire il rumore dei passi, ma non sento niente.
"Cosa succede?" Chiede Alissa a bassa voce da dietro. "Non lo so."
Inizio a sentire dei passi avvicinarsi e d'istinto andiamo dietro ad uno scaffale. Il corpo di Alissa è aderito al mio e sento mille scosse percorrermi. Cosa mi succede?

The Sun and the Moon (#WATTYS2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora