Capitolo 4

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SUMMERS' POV

Decido di disfare questa sera le valigie.
Prendo da una delle valigie, un paio di pantaloncini e una canotta rosa.
Li indosso con un paio di scarpe da ginnastica ed esco.

Se riesco, tutti i giorni mi faccio una piccola corsetta di cinque chilometri, e quando ero a casa avevo kickboxing tre volte a settimana, insieme a Jay.
Adesso che sono qui dovrò cercare la palestra del campus, ed iscrivermi.

Arrivo sulla soglia del cancello, rispondo ad alcuni messaggi, e poi vado nel lettore musicale e seleziono 'They don't know about us' degli One Direction.
Questa canzone mi fa sempre riflettere; é l'unica canzone che mi fa 'star bene', sia quando sono sono arrabbiata, sia quando sono triste.
A volte passavo interi pomeriggi ad ascoltare questa canzone, seduta sul mio letto a piangere, per il male che mi aveva fatto papà.

Esco dal cancello, intravedono qualcuno, ma non so chi; me ne frego e inizio a correre.
Sono ancora arrabbiatissima per quello stronzo delle scale di oggi; non mi conosce, e mi da della puttana!?!
Vabbé... anche io me la sono cercata; ma, appunto, non mi conosce e quindi non sa che adoro le sfide.

Comincio a correre più veloce, per sfogare tutta la rabbia... e sembra che funzioni [...]

****

Arrivo al campus, stanca morta... il mio unico pensiero adesso é quello di un bagno caldo, e poi una bella dormita.

Attraverso il campus e arrivo al dormitorio, dopo circa quindici minuti.
Saluto la sergente e corro su per le scale, fino al mio piano.
Mentre metto la chiave nella serratura della porta, sento degli 'strani' rumori provenire dall'appartamento a fianco.
Non mi allarmo più di tanto, ed entro nel mio appartamento.
Non trovo l'interruttore, ed inciampo in qualcosa,... già le valigie!
Dopo un po' lo trovo e lo accendo; mi accorgo che é davvero bello!
Ha una cucina rustica, mischiata ad un salotto un po' più moderno.
Mi incammino per il corridoio e apro la porta di un'altra stanza; é la camera da letto. Ha un letto matrimoniale, che viene illuminato da un enorme finestra, dove subito sotto, ricavato da una nicchia c'è una specie di divanetto... mi é sempre piaciuto!
Esco dalla camera da letto, e apro l'ultima porta in fondo al corridoio; é il bagno. É molto piccolo, ma per una persona sola basta e avanza.

Più che un dormitorio per poliziotti, sembra un hotel a cinque stelle!

Torno all'entrata a prendere le mie valigie, e le porto in camera.

Dopo un'oretta, tutti i vestiti e le altre cose che mi ero portata, sono al loro posto.
Nascondo la pistola di mio padre nel cassetto dell'intimo, dell'armadio.
Me la porto sempre dietro; tutto sommato mi ricorda i momenti felici che ho passato con lui...

Finito tutto, vado in bagno.
Mi sciolgo i miei lunghi capelli ondulati e li lascio ricadere sulle spalle.
Mi tolgo i pantaloncini e la canotta, restando in intimo.
Mi guardo allo specchio, a volte penso di essere una ragazza carina, ma subito dopo mi accorgo che nessuno vorrebbe una ragazza come me: capelli castani e occhi marroni, quasi neri. Non troppo magra, con la pelle leggermente abbronzata, e che fa la poliziotta.
Senza dimenticare tutti i problemi che mi porto dietro.
Insomma, una ragazza brutta e con niente di speciale.
Mi disfo anche dell'intimo, ed entro nella doccia.

Ogni volta, spero che l'acqua porti via tutti i miei problemi, ma non accade.
Tutte le volte lascio che il getto d'acqua mi colpisca la faccia, cosicché acqua e lacrime si mischino; così facendo mi sembra di essere meno debole, che non sia mai successo niente, che la mia storia appartenga a qualcun altro.

Dopo mezz'ora passata più a piangere che a lavarmi, esco dalla doccia.

Decido di legarmi i capelli ancora bagnati in una crocchia disordinata. Per pigiama, indosso un paio di pantaloncini e una maglietta, e poi vado in cucina.

Mi preparo la cena; decido di cucin... «Oh, Tyler... Ah.. Sii... P-piú veloce... Aah».
Vengo interrotta dai miei preparativi 'per colpa' di questi versi.
Ne sento altri e scoppio a ridere.
Vanno avanti ancora per dieci minuti, ma cerco di non farci caso, e mi concentro sulla cena.
Poi però sento urlare di nuovo la ragazza, ma sta volta perché é incazzata, dopo un po' la porta dell'appartamento si chiude violentemente e dei tacchi camminano velocemente per il corridoio.
Scoppio di nuovo a ridere, e nel mentre mi verso la pasta al sugo nel piatto.

Appena arrivo in cucina e mi siedo, mi squilla il telefono; sbuffo, ma mi alzo e vado a prenderlo.

Leggo il nome ‘Ryan, mi preparo mentalmente e rispondo:

«Pronto?»
«Perché cazzo dici pronto se sai benissimo chi sono!», risponde con tono infastidito.
«Che cazzo vuoi Ryan?», dico arrabbiata.
«Dove sei? Sono passato a casa tua oggi, ma tua madre mi ha detto che non c'eri.»
«Sono in accademia, son...»
«Perché non me lo hai detto? Porcaputtana!»
«Perché non sono fatti tuoi!! Perché sei passato a casa mia?»
«Dio santo, quanto sei difficile... Avevo bisogno di te piccolina mia; tua cugina é sempre più stronza e isterica, e quindi non mi soddisfa...»
«Bé, hai sbagliato persona! Ci hai già provato tante volte ad incastrarmi, solo perché mi lasciassi scopare da te.
Te l'ho detto e te l'ho ripeto: NON MI AVRAI MAI! Cercati una puttana, c'è ne son...», ma vengo interrotta da lui e da delle voci in corridoio, ma ora sono troppo arrabbiata con lui, e quindi non presto attenzione a quelle voci...
« SMETTILA, TROIA CHE NON SEI ALTRO... SAPPI CHE PRIMA O POI TI FARÒ MIA. SIA CGE TU LO VOGLIA O NO!» e riattaca.

Butto il telefono sul divano, e mi siedo al tavolo; sento le mie guance inumidirsi.
Sono talmente incazzata e ferita, che non mi ero accorta che stavo piangendo.

Vado a prendere un fazzoletto e mi asciugo le lacrime.

Torno a tavola, mi siedo; guardo la pasta ormai fredda, ma me ne frego.
Gratto il parmigiano, aggiungo un po' di sale e prendo la forchetta, quando sento bussare alla porta.
Lascio cadere la forchetta sul piatto, ma cade per terra.

Mi alzo imprecando e vado verso la porta.

"Non si può neanche più mangiare in pac...", dico aprendo la porta, ma mi blocco appena vedo chi ho davanti...

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Ryan?... E chi é?

Chi ci sarà alla porta?

Lo scoprirete nel prossimo capitolo.

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Un bacio Annette❤

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