Capitolo 50

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SUMMERS' POV

"Grazie Summer," allunga le mani sopra il tavolo, appoggiandole delicatamente sopra le mie. "Mai avrei pensato di avere di nuovo la fortuna di parlare così con te. Mi è mancato." sussurra con gli occhi ancora lucidi.

Le faccio il sorriso più dolce e comprensivo di cui sono capace, e le prendo tra le mie stringendole leggermente.
Non ricambio le sue parole con un "Nemmeno io." o "È mancato anche a me." perché non ho voglia di mentirle, è l'ultima cosa che vorrei fare in questo momento.

"Beh, ora ascoltami. Io vado a casa, Tyler mi sta aspettando. Fai anche tu la stessa cosa o vai da qualche tua amica, ma non rimanere qui da sola, okay? Devi riposare e liberare la mente." le dico mentre sciolgo le nostre mani e prendendo la borsetta.

"Sì hai ragione, magari andrò da Lizzie, ora vedo." mormora alzandosi, guardandosi attorno.

Le sorrido. "Brava. Vado solo velocemente in bagno e arrivo, va bene?" le dico, posandole una mano sulla spalla nuda.

"Sì certo tesoro. Io-io ti aspetto sul retro." Senza lasciarmi il tempo di chiederle perché sul retro, prende la sua poschette e si dirige verso una delle uscite della caffetteria.


"Arrivederci, buona serata." Esco e appena superata la soglia, mi stringo nelle spalle per cercare di scaldarmi un po', vista la brezza primaverile della sera.

"Maddie!" La chiamo e mi guardo a destra e sinistra nel tentativo di scorgere i suoi capelli biondi.

Giro attorno al chiosco. "Amanda?"

Arrivo sul retro, ma nulla, non la vedo. "Ma dove ti sei nas..."
Non ho il tempo di finire la frase che un fazzoletto bianco mi viene premuto sulla bocca e sul naso da una mano piccola, facendomi inalare non so quali sostanze.

Nel giro di pochi secondi sento le palpebre pesanti, e il mio corpo che non riesce più a sostenermi.

Tutto diventa scuro, e il nulla mi avvolge.





****






Inconsciamente sento di essere presa di peso e portata da qualche parte.
Nel giro di pochi secondi, realizzo di essere seduta su una superficie solida e piccola.

Il mormorio di alcune voci è ciò che mi fa tornare alla realtà.

Apro e chiudo ripetutamente gli occhi, ma niente. Continuo a non vedere nulla.

Capisco di avere un sacco o qualcosa di simile sulla testa, faccio per toglierlo e capire finalmente che diavolo sta accadendo ma il mio gesto viene bloccato prima ancora di essere compiuto.

Qualcosa di plastica e leggermente tagliente, forse delle fascette, mi stringe i polsi.

L'unica cosa su cui posso fare affidamento ora, è il mio udito.

Decido di non muovermi troppo, così da cercare di non fare capire a chiunque mi abbia presa e portata qui, che mi sono svegliata.

Sento una porta aprirsi alla mia sinistra, e subito dopo una presenza dietro di me. 

Due mani sudate e fredde si posano sulle mie spalle.
Avverto una sensazione strana che si esprime in un leggero brivido che mi scuote, come se conoscessi quella persona.

"Cos'è Tyler, hai paura?"
Questa, questa è la voce di Ryan.
Inizio ad agitarmi sulla sedia; cos'è questo scherzo? E chi è Tyler? Non il mio Tyler, ver...

Rᥱsᥴᥙᥱ MᥱDove le storie prendono vita. Scoprilo ora