Rᥱsᥴᥙᥱ Mᥱ

Capitolo 41

TYLERS' POV

Un raggio di sole tremendamente fastidioso, mi risveglia dal mio sonno agitato.

Mi sistemo meglio sul sedile, scrollandomi di dosso una specie di coperta che ho trovato nel bagagliaio.

Mi stiracchio, nel mentre che sbadiglio un'ultima volta.

Cerco il cellulare nella tasca per controllare l'ora.

Lo trovo; premo il pulsante di accensione, ma lo schermo continua a rimanere spento.

"Fantastico." mormoro tra me e me, gettando il telefono sul sedile del passeggero.

Mi passo una mano tra i capelli, e sospiro alquanto irritato, appoggiandomi al sedile.

Va tutto di merda ultimamente.
Non potrebbe andare peggio.

Guardo l'entrata dei dormitori, senza darci troppe attenzioni.

Pochi istanti dopo, le grandi porte vetrate dell'edificio, si aprono, rivelando la ragazza più bella che abbia mai visto.
La mia ragazza, anche se non so ancora per quanto, dati tutti i casini che stanno succedendo.

La sto allontanando da me. Me la sto letteralmente facendo scivolare via dalle mani cazzo!

Si ferma sul primo scalino, con il telefono all'orecchio.

Rimane qualche minuto ad aspettare una risposta che non riceve, per poi riattaccare e scuotere il capo.

Sono convinto quasi al cento per cento che stesse provando a chiamare me.

Decido di scendere dall'auto ed andarle a parlare e a chiarire alcune cose di persona.

Mentre chiudo la portiera, vedo che sta riprovando a chiamarmi, anche se inutilmente visto che...

I miei pensieri si fermano di colpo, dato che la vedo parlare e guardarsi attorno.

Mi sposto davanti alla macchina e mi appoggio al cofano, incrociando le braccia al petto e cercando di capire che con chi possa essere al telefono.

A un certo punto dice qualcosa con un sorriso, e riattacca, per poi scendere le scale.

Guarda nella mia direzione, ed io mi scosto velocemente di lato per 'proteggermi', nascondendomi dietro un'automobile.

Dubito che mi abbia visto, come sono sicuro che non mi abbia notato nemmeno ieri sera all'entrata del locale, dato che era troppo impegnata a divertirsi con Alex.
Sospiro.

Non ho nulla contro di lui, anzi è stato l'unico a capire il mio dolore quando è morta mia sorella.

Le è sempre rimasto accanto, insieme a me, soprattutto da quando il bastardo l'aveva abbandonata.

Bé, c'è anche un motivo se i miei angeli lo chiamano 'Zio Alex', che devo dire è una cosa che mi da un leggero fastidio.

Tutto ciò che ho pensato e stavo pensando, cambia totalmente appena vedo la Jeep vecchia e trasandata di Alex fermarsi davanti alla mia Summer.

Cerco di mettere a fuoco la mia vista.

Le apre lo sportello dall'interno, aspetta che salga, e poi sgommano via diretti chissà dove.

Incazzato più che mai, do un calcio ad una delle gomme della mia auto, prima di salirci dentro, sbattendo la portiera.

Appoggio il gomito al volante e sfrego una mano da una guancia all'altra, sul mento, come a cercare di ragionare e calmarmi.

Non riuscendoci, sbatto entrambe le mani sul volante, imprecando.

Apro lo scoparto del cruscotto e tiro fuori un pacchetto di sigarette che non aprivo da una vita, ed un vecchio clipper verde e nero.