TYLERS' POV
Nel salotto non vola una mosca.
Steffy si è seduta su uno dei due divani color crema un paio di minuti fa, ancora incredula a ciò che le ho raccontato.I suoi occhi si muovono in tutte le direzioni, velati da lacrime che tenta di trattenere, le mani si trovano entrambe sulla nuca, il suo respiro è affannoso.
"Steffy, vuoi che ti porti qualcosa o che faccia..."
"Sì, portami un bicchiere d'acqua." mi interrompe, senza guardarmi.
Sospiro e mi stacco dalla parete a cui ero appoggiato, andando verso la cucina.
"Ah! Anche la confezione di gocce sulla mensola, vicino allo zucchero, per favore." mi urla, appena metto piede in cucina.
Riempio il bicchiere che si trova accanto alla caraffa e cerco la scatola che mi ha detto di prenderle.
La trovo e ritorno da lei, intanto che leggo quello che c'è scritto sull'etichetta delle gocce.
Rinuncio a capire a cosa servano dati tutti i nomi complicati che vi si trovano scritti.
Le passo il bicchiere che, neanche il tempo di sedermi accanto a lei, butta giù tutto d'un fiato. Poi apre il flaconcino e versa nel bicchiere una decina di gocce.
"A cosa servono? Perché le prendi?" le chiedo, accennando col capo verso il bicchiere.
Non mi da nessuna risposta e beve anche quelle.
Fissa per un po' il caminetto spento di fronte a lei, quando mi risponde: "Le prendo da quando ho perso Jay, mi aiutano a tranquillizzarmi e sono l'unica cosa che posso prendere, data la gravidanza."
Se lo rigira tra le mani per poi posarlo sul comodino affianco al piccolo divano e portarsi le mani sul ventre.
"Ho rischiato tanto, cioè abbiamo rischiato tanto. Lo shock che ho subito è ricaduto su di loro. Avrei potuto perderle. Queste gocce sono omeopatiche, aiutano a calmarmi e non fanno troppo male alle mie bambine."
Accarezza la pancia con premura e sospira. "Anche se non so quanto ce la faremo, viste le mazzate che continuano ad arrivare una dopo l'altra." Una lacrima riga il suo viso.
Mi passo nervosamente una mano tra i capelli. "Non dire così! Rossa, tu sei forte. Più di chiunque altro. Vedrai che supereremo anche questa e che riporteremo Summer a casa. Te lo prometto."
Annuisce e poi si volta verso di me, con gli occhi lucidi, guardandomi dritto negli occhi per numerosi attimi e poi appoggiarsi al mio petto, abbracciandomi.
Mi sembra di tornare indietro, a quando Gwen era ancora qui con me.
Ricordi delle nottate che passavamo messi così mi tornano alla mente; io ad accarezzarle i capelli per tranquillizzarla e lei che singhiozzava sul mio petto fino ad addormentarsi.Tutte e due più grandi di me, ma allo stesso tempo più piccole e fragili.
Rimaniamo in questa posizione per non so quanto, fino a quando ad un certo punto si tira su di colpo, passandosi le mani sulle guance per asciugare le lacrime e facendo apparire un'espressione diversa sul suo viso. "Basta. Non dobbiamo perdere un momento di più." Tira su col naso e si alza. "Ora chiamo Emily, lei ci può dare di sicuro una mano."
"Emily?! E chi è?" le chiedo di getto mentre sta salendo i primi scalini per raggiungere il piano superiore.
Si ferma e si gira verso di me. "Come chi è? È la vostra professoressa all'Accademia, la, la. Uff, non mi vien... Ah sì! La Bush. Era la partner di Jay." Fa una breve pausa, per poi risalire gli scalini. "Ora aspettami qui, arrivo subito."
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Rᥱsᥴᥙᥱ Mᥱ
Romance"A volte ci troviamo nel posto sbagliato al momento sbagliato. Possiamo essere la preda o il predatore." **** Una ragazza. Un passato. Amici vicini, che in realtà sono persone pericolose, arrivate nella sua vita solo per distruggerla. Cresciuta nell...