Capitolo 15

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SUMMERS' POV

"Se vuoi vivere qui, devi darti una mano anche tu" gli dico, perché scommetto che lui stia già pensando che qua dentro lavorerò solo io.

"Okay. Facciamo delle regole"

"Va bene."

Mi rigiro verso il gas, prendo la caffettiera e...

"Vuoi il caffè?"

"Sì grazie tesoro"

... e due tazze, e vado al tavolo.

"Allora. Ti dico già che io non faccio le lavatrici e non passo l'aspirapolvere."

"Okay va bene, lo farò io. Ma tu lavi i piatti e fai il letto, come minimo."

"Sì okay, mi va bene."

"Ci alterniamo nel cucinare. Ad esempio sta sera cucini tu!" dico, sorridendo all'idea di vederlo cucinare.

"Perché devo cucinare io, scusa?"

"Perché oggi finisco alle cinque e dopo ho due ore di palestra. Quindi arriverò per le sette."

"E chi ti dice che io non ho impegni?"

"Fai e farai come faccio io. Li farai coincidere con i tuoi compiti domestici" dico ridacchiando, e sorseggiando in po' di caffè.

Lui mi guarda per un po' e poi mi dice, con un sorrisetto che non promette nulla di buono: "Va bene..."

"Ecco bravo. Vedi che se vuoi capisci! Poi non voglio assolutamente che tu porti qui delle ragazze."

"Perché non vuoi tesoro?"- dice con un mezzo sorriso, che io fulmino subito con lo sguardo- "okay okay, ho capito. Ma a patto che tu faccia lo stesso." conclude, fissandomi con i lineamenti tirati.

"Non posso portare delle mie amiche?!" dico ridacchiando, prendendolo in giro.

Tempo di un battito di ciglia, che me lo ritrovo ad un centimetro dal mio viso.

"Hai capito benissimo cosa intendevo." dice stringendo i denti.

Non riesco a parlare, sia per la 'sorpresa', sia perché... è troppo vicino!

Si tira su, e guardandomi dall'alto verso il basso mi dice, con un sorriso malizioso: "Facciamo così. Tutte le volte che uno dei due non rispetta una di queste, 'regole'... fa tutto quello che vuole l'altro, per un giorno!"

Mi alzo, e guardandolo gli dico: "Okay ci sto. Ma ad una condizione."

"Sentiamo."

"Che non sia niente di sessuale."

"Perché?"

"Perché?! Secondo te? Io non mi mi 'vendo' così al primo che passa!"

"Okay... va bene. Ma dopo quattro volte che non abbiamo eseguito i nostri compiti, può diventare qualcosa di sessuale..."

"Sei!"

"Cinque... via di mezzo! Ci stai?" dice porgendomi la mano e fissandomi con quelle sue iridi verdi-azzurre penetranti.

In che casino mi sto cacciando? Ci rifletto un po' su... ma non so il perché, gli stringo la mano, senza averci riflettuto molto.

Incrocio i suoi occhi, e vedo che l'espressione del suo viso é sorpresa.

"Bene Summer Wilson, preparati a perdere molto presto. Spero che tu sappia muoverti bene. Ah! Sappi anche che con me devi avere un'ottima resistenza." dice avvicinandosi a me con aria maliziosa.

"Non ci conterei molto Tyler Spencer. Scommetto che sarai tu il primo a non rispettare una regola. Sappi però, che so essere molto persuasiva. Inoltre, devi sapere che io adoro le sfide, e che non ho quasi mai perso."

"Infatti. Quasi!" dice avvicinandosi sempre di più.

Il bello é che  non si sta accorgiendo, che io sto già vincendo; avvicinandosi a me sta perdendo il 'controllo'.

"Summer ci sei?" sentiamo dire mentre bussano alla porta.

"Si Owen. Entra pure."

Guardo negli occhi Tyler, e gli sorrido soddisfatta, della mia già sicura vincita.

"Hei Summer, come v... che ci fai tu qui?"

"Ciao" dico ad Owen, nello stesso in cui Tyler gli dice: "Che cazzo te ne frega?", e se ne va in camera.

"É una lunga storia. Te la spiego dopo." dico ad Owen e mi dirigo anche io verso la camera, per prendere lo zaino.

Arrivata in stanza, trovo Tyler che sta facendo il letto.

"Wow! Ti dai già da fare!"

"Sì. Perché come ti ho detto, sarai tu a perdere per prima."

"Si si. Va bene."

Faccio per andarmene...

"Ti ricordi le cose che mi hai elencato prima?" gli dico per stuzzicarlo un po', appoggiandomi allo stipite della porta.

Smette di sistemare il lenzuolo, e si gira  verso di me, guardandomi maliziosamente.

"Sì me le ricordo bene. Perché piccolina?"

"Ecco. Sappi che sono molto brava" dico in modo provocante, trattenendomi  dal ridere.

"Spero di valutare molto presto le tue abilità"

"Si si, contaci pure. A sta sera."

Arrivo in salotto con un sorriso da ebete, di sicuro, visto che Owen mi guarda con una faccia strana.

Dopo essere usciti dal dormitorio, Owen mi chiede: "Adesso mi puoi spiegare, perche Tyler era nel tuo appartamento?!"

"Bé... ecco. Non é una lunga storia... ma in poche parole... lui, si é trasferito da me..."

****

"

Che cosa?!" urla Beky, appena glielo dico, facendo girare tutta il bar.

"Beky, per favore, non urlare."

"Si okay. Ma adesso spiegami il perché. Come hai fatto ad invitarlo a vivere con te, se giusto ieri stavi piangendo a causa sua."

"Non l'ho assolutamente invitato io!"

"E allora perché sta da te?" dice infilzando l'insalata con la forchetta.

"Si é trasferito da me, perché voi lo avete cacciato."

"Lo stai difendendo?!"

"No! Senti Beky. Non voglio già litigare con te, a causa di Tyler perlopiù."

"Hai ragione. Smettiamo di parlare di quell'essere. Promettimi però che non ti lascerai abbindolare troppo da lui. E che qualsiasi cosa ti dica o ti faccia, me la dirai subito. Per favore."

"Promesso. Adesso mangiamo il nostro pranzo qui all'Accademia, da tranquille."

Chiacchieriamo per tutta la pausa pranzo, fino al suono della campanella.


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