Capitolo 17

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Capitolo 17

James atterrò malamente al suolo, colpendo con forza le mattonelle gelide. Si sistemò gli occhiali sul naso ed alzò lo sguardo: Dorea lo fissava grave, in volto dipinta un'espressione indecifrabile.

"Alzati" gli disse e cominciò a camminare per la stradina angusta.

Erano finiti in una viuzza secondaria di Londra, di cui il malandrino ignorava la collocazione. Si affrettò a seguirla, mentre migliaia di domande gli rimbombavano nella testa.

Aveva colto le parole di sua madre, poco
prima di Smaterializzarsi.

L'Ordine della Fenice.

Non aveva mai sentito nulla a riguardo, né aveva mai letto informazioni simili su nessun manuale ad Hogwarts. Chi ne faceva parte? Erano solo Auror o tanti maghi di varia estrazione sociale? Come operavano? Avevano già ucciso dei Mangiamorte?

Di colpo, Dorea si bloccò e per poco James non le andò a sbattere contro. Si frugò nella tasca della lunga giacca nera e ne estrasse un foglietto spiegazzato. "Leggilo e imparalo a memoria. Poi brucialo".

Davanti agli occhi del ragazzo erano tracciate poche parole, in una grafia frettolosa.

Numero 18, Broadwick Street, Londra.

Aggrottò le sopracciglia, ma fece ciò che gli era stato ordinato. Un minuto dopo, il pezzo di pergamena giaceva in fiamme sull'asfalto bagnato.

"Tienilo bene a mente: arriverà un giorno in cui diventerà la tua unica certezza e speranza".

Percorsero ancora pochi metri, finché non si trovarono davanti ad una catapecchia che pareva più una stalla che un quartier generale.

Il malandrino scoccò un'occhiata intorno, ipotizzando che, da un momento all'altro, sarebbe comparso qualcuno per compiere l'ennesima Smaterializzazione, ma rimase allibito nel vedere la madre affrettarsi ad aprire il cancelletto rotto e inoltrarsi nel giardino dimenticato. Nonostante quel posto gli paresse tutto fuorché sicuro, imitò la donna, sfilando però la bacchetta dalla tasca dei pantaloni.

Avanzarono piano, superando piante infestanti e sassi e raggiunsero la porta marcia.
D'apprima, gli occhi di James non notarono la targhetta d'ottone, ma quando la luce della bacchetta rischiarò l'entrata, riconobbe lettere elegantemente incise nel metallo.

Meadowes Manor.

La porta si schiuse con uno scricchiolio agghiacciante e il disgustoso puzzo di muffa li avvolse.

"Sei sicura che sia il posto giusto?" domandò James, scansando una ragnatela con la mano. "Non mi pare un quartier generale. Anzi, assomiglia molto a quelle case inquietanti dei film di Sir...".  Le parole gli si mozzarono in gola non appena una creatura orripilante, interamente coperta da sangue e pustole, si materializzò nel corridoio.

"ARGH!!!" strillò.

Fece per colpirla con un pugno, ma questa si spostò al suo fianco ed emise un gorgoglio raccapricciante: dalle fauci insanguinate schizzò della poliglia nera, che ricadde su ogni superficie vicina.

Il ragazzo era già sulla via di fuga quando vide la madre avanzare con cipiglio severo, afferrare il mostro per il bavero e sbatterlo a terra senza molte remore.

"Gideon, Fabian!!" urlò.

Sotto gli occhi attoniti del figlio, spuntarono due teste fiammeggianti da dietro l'angolo.

"Oh, ciao Dorea" sorrisero.

"CHE DIAVOLO ERA?!!".

I gemelli saltellarono allegramente nella loro direzione: "Ma come? Avete detto voi di creare un guardiano".

The Marauders - The seventh yearDove le storie prendono vita. Scoprilo ora