Capitolo 31

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Capitolo 31

I mesi freddi passarono in fretta e i grandi cumuli di neve soffice iniziarono a sparire dagli immensi prati di Hogwarts.
Gli studenti, invogliati dai primi raggi dorati di marzo, cominciarono ad uscire dal castello, ripercorrendo i piccoli sentieri che, zigzagando, si inoltravano fino ai margini della Foresta Proibita.
Le giornate si allungavano, e le notti gelide lasciavano posto ad albe rosseggianti, ricche d'aspettativa, quasi dipinte nel cielo azzurro d'Inghilterra.

Le lezioni ormai erano riprese a pieno ritmo e, soprattutto per gli studenti dell'ultimo anno, il carico di compiti era diventato quasi asfissiante; per i corridoi, si vedevano arrancare giovani dai visi distrutti, segnati da profonde occhiaie e capelli arruffati, con espressioni di chi avrebbe avuto bisogno di una settimana di riposo per recuperare le ore di sonno perdute.

"I M.A.G.O", come ripetevano i professori, "sono ormai alle porte e segneranno il vostro futuro".

In realtà, ai poveri studenti sembrava solo una scusa per scaricargli addosso anni di risentimento soppresso, oppure un modo per poter sguinzagliare la loro vena sadica e crudele.

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La Testa di Porco era sempre stato un locale estremamente affollato e confusionario, ma al contrario di quello che si potrebbe pensare, era proprio quella sua caratteristica ad attirare tanti clienti, sia per questioni di agio che - e soprattutto - per motivi di riservatezza. Non era, infatti, raro che qualche mago dei bassifondi mandasse avanti la propria attività da trafficante di merce rubata proprio negli angoli più bui della locanda.

E proprio ad un tavolo lontano da occhi ed orecchie indiscrete era seduto un giovane di bell'aspetto, dai modi eleganti ed il portamento regale. I capelli corvini gli sfioravano dolcemente le spalle e facevano a pugni con la carnagione incredibilmente pallida ed elegante.

Regulus Black non era solito a frequentare locali del genere. Anzi, per dirla tutta, nessuno aveva mai visto il giovane entrare alla Testa di Porco, abituati a sentirsi osservare con sguardo distaccato e superiore. Quindi, quando quella domenica mattina di marzo la porta aveva tintinnato, annunciando la sua comparsa, l'intera locanda non aveva potuto fare a meno di domandarsi come mai pupillo dei Black avesse valicato la soglia.

Era matematicamente impossibile che qualcuno non conoscesse la casata dei Black, com'era altrettanto impossibile che non sapessero quanto affiatati fossero a Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato: da tempo, ormai, era dilagata la notizia della morbosa reverenza che Bellatrix Black riservava al Signore Oscuro. Non che Orion e Walburga Black avessero mai tentato di nascondere la cosa: le alleanze con i Mangiamorte avvenivano, ormai, alla luce del giorno e il loro quartier generale era stanziato niente meno che nel vecchio e oscuro Black Manor.

Chi fossero i Black, quindi, era chiaro come il sole. Bisognava solo capire se i due eredi avessero intenzione di seguire le orme dinastiche, cosa che il primogenito aveva già pensato a spiegare, ripudiando il proprio sangue e chiedendo asilo ai Potter.

Regulus, esattamente come il fratello Sirius, presentava esteriormente ogni singolo particolare della propria casata: occhi neri, capelli d'ossidiana, pelle di porcellana e portamento altero e fiero, capace di incutere timore.
Eppure, il maggiore sprigionava un'energia positiva tale da allontanarlo completamente dai consanguinei, spingendolo nella scia di James Potter, grifondoro puro, per eccellenza, massima rappresentazione degli ideali della propria Casa.

E Regulus Black?

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Il ragazzo tracciò lentamente con l'indice il bordo superiore del boccale di Burrobirra, tastando col polpastrello il vetro inumidito dalla bevanda calda, mentre con lo sguardo percorreva i profili delle figure ai tavoli.

The Marauders - The seventh yearDove le storie prendono vita. Scoprilo ora