Capitolo 18
Il giorno della Vigilia di Natale arrivò troppo presto tra le mura di Hogwarts, portando con sé la paura e la preoccupazione tipiche della Guerra. Nessuno avrebbe potuto evitare di ammettero: gli schieramenti di Lord Voldemort, già da tempo solidi e minacciosi, erano cresciuti a velocità sbalorditiva sotto i loro occhi e sempre più vittime pagavano il prezzo di ingiusti conflitti.
I funerali degli studenti deceduti durante l'attacco a Hogsmeade si tennero nella Sala Grande e, mentre le parole del Preside Silente avvolgevano i presenti in un abbraccio solidale, sguardi sospettosi serpeggiavano tra la folla. Si era diffuso un inesorabile terrore del prossimo: la fiducia aveva iniziato a scemare e componenti della stessa Casa si osservavano con timore, quasi si aspettassero che da un momento all'altro qualcuno sbucasse da dietro l'angolo e cominciasse a scagliare incantesimi sulle persone.
Ci fu il momento della rabbia, delle grida, delle lacrime amare sulle guance di amici e professori. Davanti alle bare lucide ed eleganti, sembrava che il mondo avesse perso forza; l'ingiustizia per la fine di quelle vite ancora troppo acerbe divenne un sapore acre nella bocca degli alunni di Hogwarts.
Nonostante ciò, non tutti condivisero gli stessi sentimenti: più volte, commenti perfidi e gelidi da parte di Serpeverde si fecero sentire e le altre Case si unirono ancor più fortemente per combattere un nuovo nemico, quella volta interno alle mura.
La Vigilia di Natale arrivò, silenziosa e pacata, portando con sé una coltre di neve immacolata e mai, da quando gli studenti ricordavano, ci fu un giorno più strano di quello.<>
"Dovrebbe rimanere a letto ancora per un giorno!". La voce imperiosa e indispettita di Madama Chips si levò acuta nell'Infermeria.
Lily sospirò piano e continuò ad allacciarsi le scarpe nere. Erano ormai giorni che era reclusa in quelle misere quattro mura e aveva cominciato a sentire la mancanza della vecchia routine.
Sotto sotto, sapeva che la donna aveva ragione: si sentiva ancora stanca e il taglio appena sotto la clavicola non aveva smesso di bruciarle da quando si era svegliata. Però, le continue visite di Emmeline e Alice, le lettere di Marlene, gli appunti di Remus e, sì, la compagnia di Potter avevano iniziato a farle rimpiangere la vita nel castello."Sto bene" ripeté ancora una volta, "Non mi stancherò, lo prometto".
Madama Chips uscì dalla saletta con il dito indice sfoderato come una bacchetta: "Crede che non sappia del Ballo di stasera? So che si darà alla pazza gioia con quel Potter e i suoi amici".
La ragazza non poté evitare di arrossire: "Non mi darò alla pazza gioia" borbottò, "Soprattutto non con quel citrullo di Potter, né con Black".
Capì da sola che l'infermiera non aveva creduto a una sola parola, ma non ci fece caso.
Si alzò dal letto e prese la bacchetta dal comodino. Fece per metterla nella tasca della gonna, ma poi ci ripensò: erano successe troppe cose spiacevoli per potersi permettere di abbassare la guardia.
"Allora, io la..." ma non riuscì a terminare la frase che la porta si spalancò e ne fece capolino un volto olivastro che, da qualche giorno, aveva l'impressione di aver visto troppe volte.
"Potter".
"Evans!" cinguettò lui, gioviale, "Ti trovo bene. Anzi, diirei che tu sia ancora più stupefacente del solito".
La ragazza sbuffò e uscì, ignorandolo. Non aveva proprio nessuna intenzione di aprire una conversazione col malandrino; quei giorni rilegata in Infermeria l'avevano costretta a sopportare la compagnia del Cercatore, ma il suo cervello sentenziò di aver raggiunto un tacito limite.
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The Marauders - The seventh year
Fanfiction[COMPLETA] Capelli scuri arruffati, di sicuro incantati da qualche stupida magia; occhiali rotondi, rotti.. sempre rotti; un sorriso a trentadue denti anche quando da sorridere non c'è proprio un bel nulla; fisico mozzafiato, andatura fiera e sicura...