Capitolo 20

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Parte 2
-Natale-

Mi prendo un minuscolo spazio qui sopra perché qualcuno mi ha fatto sapere che non è arrivata la notifica del vecchio capitolo NATALE PARTE 1. Quindi, se non l'avete letto, andate subitooo!
Scusate, mo mi scanso🎅🏻🎄

Un sonoro crack echeggiò nella radura desolata, non fosse stato per un'unica, solitaria casa in cima ad una collina. Era come se gli abitanti avessero deciso di estraniarsi dal mondo e isolarsi nella più remota terra d'Inghilterra.

Un mago avvolto da un pesante mantello e ricurvo su se stesso per il freddo avanzò nella neve candida e si diresse con qualche fatica verso l'abitazione.
I capelli biondo cenere di Remus volavano, accarezzati dalla pungente aria invernale e il volto, perennemente segnato da profonde cicatrici, era adombrato da un'espressione preoccupata e stanca che non aveva nulla a che vedere con quella che aveva mostrato ai suoi amici prima di salutarli alla stazione di King's Cross.

Il piccolo sentiero, quasi del tutto nascosto dalla coltre bianca, era costituito da lastre di pietra scura che svettavano come ali di corvo sotto il manto nevoso. Ai fianchi, coraggiose e rade piante tentavano di farsi largo verso la luce del sole.

Il ragazzo percorse gli ultimi due passi, forse i più pesanti e difficoltosi di quell'anno, e si fermò davanti alla porta in mogano. Come tutti i Natali, si soffermò sulla targa d'ottone e rilesse le grandi lettere eleganti che, anni prima, erano state tracciate dalla mano sicura di Hope Howell.

Famiglia Lupin

Un sorriso amaro gli curvò gli angoli della bocca. Da quanto tempo non erano più una famiglia?
La morte della madre aveva sconvolto la loro vita, ma non quanto la chiusura in se stesso di Lyall Lupin. Un uomo fisicamente e mentalmente distrutto che, colmo di sensi di colpa per la sorte del piccolo figlio, si era lasciato andare, abbandonandosi alla disperazione e alla solitudine e tirando avanti solo per concedere a Remus un'istruzione adeguata; e il figlio continuava a tornare, a mandargli lettere e tentare di coinvolgerlo nella propria vita... invano.
Ormai erano anni che Lyall non rispondeva e più di sei mesi che il figlio non faceva visita. Solitamente, passava la maggior parte delle vacanze estive da James o da Peter, a volte da Lily.
La casa rimaneva vuota: il signor Lupin si dedicava giorno e notte al proprio lavoro al Ministero, dimenticandosi di vivere; dimenticandosi di Remus.

Allora, perché era lì ad osservare la targa con inciso il proprio nome? Perché non aveva semplicemente accettato l'invito di Lily a passare le vacanze natalizie da lei? Sarebbe stato così semplice: avrebbe solo dovuto voltare le spalle e smaterializzarsi molto lontano da quel luogo, dove avrebbe trovato gente disposto ad amarlo veramente.

Un brivido gelido gli corse lungo la schiena e chiuse gli occhi. Si domandò da quando il suo cervello stesse elaborando quei terribili, ma purtroppo veri, pensieri. Era suo padre, d'altronde. Non sarebbe mai stato in grado di abbandonarlo nonostante il dolore provocato da ogni visita. Non avrebbe mai potuto fare una cosa del genere, non a lui.

Hope era morta anni prima e l'uomo era caduto in uno stato di trance; se avesse perso pure il figlio, non avrebbe resistito al colpo.

Con un lungo respiro, si decise a bussare e attese.

Dopo qualche attimo, un suono diverso che non sentiva da molto tempo in quella casa riecheggiò lungo le pareti e i suoi sensi affinati da Lupo Mannaro gli suggerirono che potesse essere il ticchettio di scarpe da donna.

The Marauders - The seventh yearDove le storie prendono vita. Scoprilo ora