Capitolo 30

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Capitolo 30

L'immagine riflessa nel vetro della finestra rimandava ai suoi occhi una ragazza giovane di appena diciassette anni, dai lineamenti dolci ed aggraziati. In realtà, Faith Chasm si sentiva tutto fuorché una giovane studentessa: gli anni le pesavano sulle spalle come macigni e riusciva a percepire ogni singolo secondo della propria vita come un'eternità. Perché, alla fine, era di quello che si parlava: eternità. Era paradossale come tutto le apparisse fugace, ma allo stesso tempo, dannatamente lento. I secondi, le ore, i giorni, gli anni... tutto diventava un'accozzaglia di eventi insignificanti paragonati a ciò che le serbava il futuro.

"Stai bene?".

La voce di Ambros, suo fratello, la riscosse dai propri pensieri e la ragazza distolse lo sguardo: "Sì, anche se a volte mi sembra di non sapere più cosa significhi stare bene".

"Devi solo essere paziente. Per il momento, sii soddisfatta di essere ad Hogwarts".
Ambros si passò una mano tra i capelli corvini facendo scintillare la chioma scura ai tenui raggi del sole invernale e le rivolse un'occhiata d'intesa.

"Ancora una volta..." sospirò Faith.
I ricordi la travolsero con forza riportandola a momenti della sua vita che avrebbe solo voluto dimenticare. Si sorprese nel sentire il proprio cuore stringersi in una morsa di dolore, anche se il dolceamaro pensiero che quella sensazione non se ne sarebbe mai andata la rattristò. Sapeva bene che non sarebbe mai riuscita a superarla; la ferita era stata troppo profonda, le aveva fatto troppo male e l'aveva strappata dall'unica persona che avesse mai davvero amato.

"Sai" continuò la giovane, voltandosi verso il fratello ed osservandolo da sotto le lunghe ciglia scure, "a volte vorrei solamente andarmene. Lasciar perdere qualsiasi cosa e dimenticare il passato. Sono stanca di vivere in questo modo, alla continua ricerca di qualcosa che ho perso da tempo".

"Qualcosa che ti è stato sottratto. Non credo che ci sia bisogno che io scavi nei tuoi ricordi per far emergere la verità. Quella serpe ti ha rubato la vita e ti ha maledetta per l'eternità. Ma ora..." e fece un sorriso privo di allegria, "ora siamo finalmente a Hogwarts e le cose stanno cominciando a girare nel senso giusto".

Faith rimase in silenzio alle parole di Ambros, guardandolo infiammarsi per difenderla, per tentare di tenerla al sicuro.
La ragazza sapeva bene che sotto sotto, il giovane non era malvagio. O, perlomeno, non aveva intenzione di esserlo. Era la sua natura, impetuosa e oscura, tortuosa e difficile, ma infinitamente protettiva nei suoi confronti. D'altronde, non avrebbe potuto fare altrimenti. Erano fratelli, legati da qualcosa che andava al di là dell'amore; destinati a spalleggiarsi, a volte costretti a stare l'uno affianco all'altro dalla necessità, ma sempre insieme.

"Pensavo che sarebbe stato diverso tornare qui. Invece..." sospirò, posando delicatamente una mano sulla parete di pietra ed accarezzandone la forma, "è rimasto tutto uguale. Tutto invariato: stesse regole, stesse abitudini, stessi studenti in cerca di fama... o di approvazione. Non è sempre stato così, Ambros? I tempi cambiano, ma in realtà tutto resta perfettamente immutato".

"Ti fa male rifletterci troppo, Faith. Finirai per impazzire, e sai cosa succede quando perdi il controllo" l'ammonì il fratello, "L'ultima volta abbiamo sfiorato la tragedia".

"E' stato un terribile errore" rispose la giovane, stringendo gli occhi per scacciare dalla mente il ricordo. Poteva ancora sentire nelle orecchie il boato causato dall'esplosione e l'acre odore del fumo nella gola. Era stato uno sbaglio, ecco cosa si era ripetuta per molto tempo, anche se nel suo cuore sapeva bene che non lo era stato affatto. Il potere, per troppo tempo inutilizzato e terribilmente instabile, era scoppiato come un vulcano trascinando nella propria onda di distruzione una vita innocente.

The Marauders - The seventh yearDove le storie prendono vita. Scoprilo ora