Capitolo 37

2.8K 168 277
                                    

Mi scuso in anticipo se dovessero comparire qua e là errori con gli apostrofi. Non so perché il computer mi attacca le parole! 🙀🤦🏼‍♀️😤

Capitolo 37

Coraggio, Em. Non è la cosa più difficile e spaventosa che tu abbia mai affrontato. Dovrai solamente cercare di abbindolare una creatura ultracentenaria, oscura, molto probabilmente maledetta, con discendenze improbabili ed imparentata con una pazza psicopatica... sì, hai affrontato di peggio. Come, per esempio, quel Natale da zia Grimilde II nel suo maniero in Scozia.

Quella sì che era stata una prova di coraggio. Perché Mrs. Grimilde II contessa di Wigtownshire, ultima erede della dinastia MacAlpin, proprietaria del maniero di Stranraer e dell'intero Rhins of Galloway, illustrissima zitella europea, era la donna più acida e arcigna che avesse mai valicato il suolo terrestre... e per dirlo Emmeline Vance, doveva essere proprio un'arpia con i fiocchi. La Grifondoro non avrebbe mai dimenticato il tour che la cara zia le aveva fatto fare intorno alle salme dei bis-pro-zii e antenati imbalsamati qua e là nell'orrido castello lugubre e umido. Per non parlare del dolce Eugene, il gatto della contessa, o per meglio dire, la creatura infernale che era stata costretta - probabilmente da Satana in persona - a vivere affianco ad un'altrettanto infernale creatura ultramillenaria. Brutto, grasso e malefico, l'animale si acquattava nei più remoti angoli del castello per poi sbucare fuori all'improvviso, solitamente quando ci si trovava in cima ad un'irta e lunghissima scala in pietra, certamente con l'intenzione di capire da che altezza un umano non sarebbe sopravvissuto se qualcuno accidentalmente lo avesse spinto.

Con un brivido, Emmeline avanzò tra gli altissimi scaffali della biblioteca, cercando con lo sguardo l'inconfondibile chioma di Ambros.

Devo essere carina, si disse. Sirius la fa facile perché non è lui quello che deve farlo.

Lei non era nemmeno capace di fare la carina! Marlene era molto brava in quelle cose: insomma, ce l'aveva nel carattere. Toccarsi i capelli, arricciare le labbra nei momenti giusti, battere le ciglia in modo sensuale... quante volte l'aveva vista in azione?! Perché non avevano chiesto a lei di farlo?

Sbuffò e con una mano si ravvivò i capelli biondo miele che però le caddero inermi davanti agli occhi.

Finalmente, raggiunse l'angolo più a ovest della Biblioteca e là, solitario e silenzioso, sedeva composto Ambros Chasm con un libro appoggiato alle ginocchia. Lo sfogliava svogliatamente, quasi ne conoscesse a memoria il contenuto. Eppure, anche da lontano, non sembrava un libro qualsiasi della biblioteca: era piccolo, pieno di segnalibri che sbucavano qua e là tra le pagine; la copertina era troppo colorata e i fogli scritto troppo fittamente, e non in caratteri di stampa. Pareva quasi un'agenda.

Non ci mise troppo a fare due più due: il diario che scompariva, Ambros che si presentava nei luoghi preferiti della Vance, le sue frecciatine fin troppo personali. Percepì chiaramente il cuore balzarle in gola quando si rese conto che ciò che il ragazzo teneva in mano non era affatto un tomo di Hogwarts, bensì il suo diario.

Tutto ciò che aveva avuto in testa fino a quel momento, tutti i consigli di James e Sirius andarono in fumo, spazzati via da una furia cieca che nemmeno lei sapeva di possedere. Umiliazione, vergogna, rabbia e indignazione le ribollirono nel sangue come acido e le diedero il coraggio necessario per colmare la distanza tra loro due e piazzarsi esattamente davanti al giovane.

"La trovi una lettura interessante?!" ringhiò con voce tremante.

Ambros non fece neppure in tempo ad alzare lo sguardo che Emmeline gli strappò il diario dalle mani: "Come osi?! Come ti sei permesso di leggerlo?!".

The Marauders - The seventh yearDove le storie prendono vita. Scoprilo ora