Capitolo 38
-Lo scontro-"Un Obscuriale?" sussurrò Lily al gruppo.
I ragazzi erano in cerchio a qualche metro dal ragazzo svenuto e, di tanto in tanto, lanciavano delle occhiate nella sua direzione.
"Non sentivo questa parola da quando il professor Wetmore l'ha accennata durante una sua lezione".
"Ma un Obscuriale non è una creatura malvagia?" domandò Emmeline.
"È una sorta di parassita" spiegò la Evans. "L'effetto collaterale della repressione dei poteri magici. Non ho mai sentito casi di Obscurus, però, né li ho mai letti sui libri".
"Quindi ci troviamo nella stessa stanza col papà di tutti gli Obscurus?" chiese Peter con voce strozzata. "E lo abbiamo legato con delle cinghie?!".
Mary si grattò un orecchio, chiaramente nervosa. "Effettivamente, il piano comincia a fare acqua...".
"Comincia a fare acqua?!" ripeté Sirius stralunato. "Io lo paragonerei al crollo di un'enorme diga!".
"Okey, ragazzi. Non agitiamoci" intervenne Remus con voce calma. "Gli inibitori saranno in circolo ancora per un po' di tempo. Dobbiamo solo capire come...".
"Come mettere fuori gioco un Obscuriale?" lo aiutò James.
"Già".
Lily si allontanò di qualche passò, reggendosi la testa con una mano. "Siamo studenti del settimo anno!" esclamò, "Questa è magia che va oltre le nostre capacità! A parte Silente – ed è escluso chiamare Silente, perché abbiamo infranto qualcosa come duecento regole – conoscete qualcuno abbastanza intelligente e potente da risolvere la situazione?! Perché io non conosco nessuno e lui" disse indicando Ambros, "ci vorrà morti".
Il gruppo tacque e i Grifondoro si guardarono smarriti e spaventati, mentre, qualche passo più in là, Ambros fischiettava una lugubre e inquietante canzoncina.
"Forse" disse James d'improvviso "so chi potrebbe fare al caso nostro".
- - -
"Dorcas, grazie a Merlinno, sei arrivata!" la salutò velocemente James, nel corridoio. "Scusa, non ti avrei mai chiamata se non fosse stata una situazione di vita o di morte".
L'Auror avanzò verso il malandrino con passo aggraziato e sensuale, ma una volta giuntagli davanti, inclinò lievemente il capo e lo squardò con espressione interrogativa. "Di vita o di morte?" ripeté. Nonostante il tono fosse sembrato neutro, James capì che le sue parole avevano colto l'interesse della giovane donna.
Potter riprese a camminare verso il corridoio del settimo piano, ma non riusciva a smettere di rigirarsi la bacchetta tra le mani. "Sì, e non sapevo davvero a chi rivolgermi. Io e i miei amici..." si bloccò, ponderando attentamente le parole, "...abbiamo scoperto una cosa e questa cosa si sta rivelando piuttosto difficile da gestire. Quindi, ho pensato che forse tu avresti potuto aiutarci a contenere questa cosa senza...".
"James" lo interruppe la Meadowes, "Smettila di girarci intorno e vai dritto al punto".
"Il punto è che non posso dirti nulla se prima non prometti che tutto quello che ti racconterò rimarrà tra di noi".
L'Auror inspirò e passò gli occhi di ghiaccio sulla figura del Malandrino. Le sembrava decisamente sconvolto e non lo aveva mai visto così, prima d'ora. Il suo pensiero volò subito alla bella Caposcuola dai capelli rossi, ma scartò subito l'ipotesi; James non sarebbe neppure riuscito a fare un passo se le fosse capitato qualcosa.
Ma allora, che cosa c'era di così tanto importante da richiedere il suo intervento?
Una voce, in fondo alla sua mente, le suggerì di seguirlo. Un sesto senso le diceva che ciò che aveva sconvolto tanto Potter e i suoi amici avrebbe avuto un grande impatto anche sulla sua vita.
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The Marauders - The seventh year
Fanfiction[COMPLETA] Capelli scuri arruffati, di sicuro incantati da qualche stupida magia; occhiali rotondi, rotti.. sempre rotti; un sorriso a trentadue denti anche quando da sorridere non c'è proprio un bel nulla; fisico mozzafiato, andatura fiera e sicura...