Capitolo 19

4.5K 271 255
                                    

Parte 1
-Natale-

"È mai possibile che voi siate sempre in ritardo?". Lo sbuffo esasperato di Remus Lupin si levò nel mezzo del trambusto generale dell'espresso di Hogwarts.

Due ragazzi dall'innegabile fascino si fecero strada tra la marea di studenti che tornava a casa per le vacanze natalizie. Entrambi stringevano due enormi bauli scuri ed erano avvolti da lunghe sciarpe di Grifondoro. Dietro di loro, un altro ragazzo più basso e cicciottello trascinava a fatica un borsone.

"Ehi tu! Sì, dico proprio a te. Ringrazia Merlino e l'amata Morgana che io sia in vena natalizia, perché mi hai appena calpestato una scarpa" sbottò il primo dai lunghi capelli corvini e l'incarnato perlaceo.

Un maghetto del primo anno impallidì a quelle parole e se la svignò ancor prima che l'altro malandrino potesse scoppiare a ridere.
"Terrorismo psicologico" commentò, divertito, "E per inciso, Remus" e gli agitò l'indice sotto il naso, "Non siamo mai in ritardo. Diciamo che non siamo in anticipo, ecco".

"Se la smettessi di fare la mamma per qualche minuto e ti godessi la vita ti accorgeresti di quanto sia bella la tranquillità" fece eco Sirius.

I tre trotterellarono verso l'amico e, finalmente, appoggiarono i giganteschi bauli a terra e sbuffarono di fatica.

"Almeno quest'anno non vi siete lanciati contro i finestrini dell'espresso" disse Lunastorta, "Avete preso tutto? Peter, hai i dolci per tua madre? E Sirius, dimmi che nel sacchetto non ci sono quegli orribili guanti che volevi regalare alla signora Potter".

Gli altri Malandrini sollevarono gli occhi al cielo, ma non poterono evitare di sorridere. Remus era così: un'eterna e premurosa mamma, a volte un po' esasperante, ma unico lume di ragione all'interno della combriccola più scalmanata di Hogwarts. Non fosse stato per lui e per il suo viso da angelo, i Malandrini sarebbero stati espulsi ancor prima di poter vedere la Sala Grande.

"Non... ti impicciare" bofonchiò Felpato, ma nascose gelosamente il pacchettino dietro la schiena, "E poi, tu volevi regalare alla Evans una tazza" lo accusò, "Almeno il mio è un pensiero originale".

Il biondo si congelò al posto e chiuse gli occhi, sospirando. Proprio quello che Sirius avrebbe dovuto evitare di dire. Purtroppo, in quegli anni si era sviluppato il vizio dirompente dell'amico di parlare senza collegare il cervello alla bocca e l'espressione sgomenta sul volto di James ne fu la conferma.

"Che cosa?! Hai fatto un regalo alla Evans?" ripeté. Nonostante tentasse di nasconderlo, un lieve rossore si espanse sulle guance abbronzate, fino a raggiungere la punta delle orecchie. "P-perché hai fatto un regalo alla Evans?".

"Perché è mia amica, Jam" rispose pazientemente il malandrino.

"E che le hai preso?".

"Già, dolce Remmi. Che cosa le hai comprato?" infierì bastardo il Black. Nei suoi occhi neri si accese una lucetta vendicativa, "Spero non quel completino da..".

La mano del Prefetto salì di scatto a coprirgli la bocca, ma il danno era fatto.

"Le hai regalato un completino?!!" la voce di James salì di tre ottave, "Che completino?".

"Quello con mutandoni, calze di lana e bretelle. Ma andiamo, Jam!" esclamò l'amico, battendogli una mano sulla nuca, "E dire che ne hai visti tanti".

The Marauders - The seventh yearDove le storie prendono vita. Scoprilo ora