Jason non è tornato tutta la notte. Mi sono preoccupata molto visto che non lo ho visto da prima della cena. Okey che è grande da badare a se stesso...ci mancano solo quello, solo che non so. Non so nemmeno io perché di questa mia preoccupazione.
Ora sono le otto in punto e io mi sto preparando per andare a fare colazione con solo le ragazze, dato che stranamente i prof ci hanno dato mattina libera fino alle 15:30. Ma che gentili...non ci tengono prigionieri.
Sono in bagno a cambiarmi, ho optato per una maglia a maniche lunghe leggera tutta nera con dei legghins dello stesso colore. Ci ho abbinato le mie solite Vans, ma ho preso con me un giacchetto di jeans, in caso faccia freddo, ma ne dubito fortemente...ma non si sa mai.Stra che ti serve la giacca qui a Miami, testa di cazzo.
Ma tu lasciami fare, non sei tu quella che porterà il peso della giacca.
Ma quanto vuoi che pesi? Una tonnellata è poco?
Certo.
Per il trucco ci sono andata leggera, infatti ho messo del mascara nero e la matita e alle labbra un rossetto color carne.Appena uscita dal bagno la porta si apre lasciando la possibilità di vedere un Jason con i vestiti leggermente stroppicciati, con il segno di un rossetto rosso fuoco sul collo e su una guancia.
Fallito, e io che mi sono anche preoccupata per lui. Scuoto leggermente la testa, dandomi mentalmente della stupida. Insomma dai, era da immaginarselo, no?
In fondo in fondo speravi con tutta te stessa che fosse rinchiuso in una chiesa a chiacchierare di come sono belle le mucche che pascolano in montagna, con le suore.
Forse, ma almeno si è divertito con le presunte 'suore'. Suore a modo loro.
Lui mi squadra da testa a piedi poi parla finalmente, alzi sfortunatamente. Oggi ho le palle talmente girate che solo a sentire la sua voce mi irrito.
"Dove vai?" e ha anche il coraggio di chiedermelo? Ma fai sul serio tu?
"Io non ti ho chiesto dove sei stato tutta la notte. Approposito deve sei stato?" gli chiedo io in tono piatto, cercando di non lasciar vedere quanto io sia irritata.Glielo hai appena chiesto stupida.
Ma che ci posso fare? Devo accertarmi che fosse con le sue 'suore', no?
"Ti interessa?" chiede con un sorrisino. Mi ha lasciato a bocca aperta, cioè io gli devo dire dove vado e lui no? Ma che cazzo, ma dove vivi?Attualmente a Miami.
Ma taci dai, non ti ci mettere anche tu.
"No...ma potevi almeno avvisarmi che non saresti ritornato...mi sono preoccupata" dico l'ultima frase quasi sussurrandola.
Lui mi guarda leggermente sorpreso, certo non se lo aspettava.
Lo sorpasso, prendendo le chiavi dal mobile vicino alla porte ed esco.Fuori dalla hotel le ragazze mi aspettano tutte sorridenti. Le raggiungo ed insieme cerchiamo un bar vicino da dove siamo, cioè non vorrei perdermi eh. Mettiamo le cose in chiaro, Miami è molto grande, e di certo non vi sono solo un paio di case. Altro che casette, qua ci sono grattacieli imponenti.
Passa mezzora e noi cerchiamo ancora ma con scarso risultato.
"Ragazze io ho fame cazzo" sbotta Sam rivolgendosi a tutte noi.
"Vero, io sto morendo" concorda Sophy ed io e Kate annuiamo.
"Ragazze guardate là Sì, ce l'abbiamo fatta" urla felice Sophy facendo, cadere l'attenzione di alcuni passanti, su di noi.
"Sophy sei sempre la solita" dice Kate e tutte ridono e ci in camminiamo verso il bar.
"Allora come è andata la nottata con... Shon?" wow stranamente mi sono ricordata il nome, è da premio Nobel.
Lei sbuffa, abbassando la testa, ma che ha? Giuro che se le ha fatto qualcosa, beh, può dire ciao ciao al suo bel faccino già da ora.
STAI LEGGENDO
Compagni di stanza
Teen Fiction#7 IN TEEN FICTION (15/07/2017) Quando pensi che la vita stia girando per il verso giusto, ricordati che il Karma esiste e che sicuramente è dietro l'angolo ad aspettarti per colpirti in pieno. È proprio il caso di Allyson Smith, diciassette anni, è...