Capitolo 17

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È più di un ora che cerchiamo qualcosa per lui, ma niente.
O le maglietta sono larghe, quindi non mettono in risalto la sua tartaruga scolpita. Parole testuali.
Oppure i jeans da lo fanno sembrare frocio da quanto attilati sono, o sono troppo larghi. So che sta facendo tutto questo solo perché sa che io odio fare shopping, quindi lui usa questa punto a suo favore. E come lo usa? Perdendo tempo e facendomi stare in mezzo a mille vestiti, che tra l'altro secondo me sono carini...è molto peggio delle rwgwsse lui.
"Non mi freghi, ora andiamo in quel negozio" gli dico strattonandogli il braccio e portandolo verso dei vestiti.
"Ma dai, non eri tu quella che odia fare shopping sfrenato?" mi deride lui.
"Ma smettila, come tu mi hai obbligato a entrare in quel camerino, anche tu lo farai" affermo convinta.
Da lontano vedo un paio di jeans neri attilati, e una maglia altrettanta nera.
Perfetto. Gli staranno benissimo.
"Tieni" dico porgendoglieli.
Lui sbuffa ma li prende lo stesso. Sorrido soddisfatta.
Intanto che lui esca giro un po' nel negozio in cerca di qualcos'altro.
Vado nel reparto delle camicie ed incomincio a cercarne tra le numerose.
Ne avvisto una nera e il mio pensiero va subito su di lui. Ovviamente gli starà anche questa benissimo, me lo sento.

Attenti che se prendete qualcosa di colorato e vivace, rischiate di morire.

Ma il nero è un colore vivace, cioè sta bene con tutto.
Prendo un paio di camicie a caso, tanto per prendere. Voglio divertirmi, credo che dovrà entrare ed uscire parecchie volte da quel camerino.
"Che ci fai tu qui?" una voce roca e bassa e sfortunatamente conosciuta mi richiama da dietro. Molto conosciuta....anche parecchio per i miei poveri gusti.
Mi giro lentamente, e in tutto il suo splendore e stronzaggine c'è Jason con le braccia incrociate, facendo intravedere i muscoli ben definiti dalla sua maglia bianca. E non può mancare il suo amato sopracciglio sinistro alzato.
Ma tra tutti i negozi possibili che Miami possiede...proprio questo lui doveva sceglierle.

Sarà destino tesoro, siete destinati voi, io l'ho sempre detto.

Ma che destino, questa si chiama sfiga, te lo dico io.
"Scusa...che hai detto?" chiedo stizzita. Spero di aver sbagliato a sentire. E a li che interessa se sono qui? Saranno cazzi miei, no?
"Hai sentito benissimo" afferma lui guardandomi, soffermandosi sulle tre borse che ho in mano. Si ho fatto shopping e allora?
Alza un sopraciglio e mi fissa intensamente
"Non vedi? Sto rubando, ma tu non dirlo eh. Ma mi serve un aiuto, ti vuoi unire a me nella mia favolosa rapina?" gli chiedo sporgendo leggermente una busta davanti in modo teatrale.
"Fai meno la spiritosa e rispondi" dice serio. Sbuffo e alzo gli occhi al cielo.
"Sei nel reparto delle camicie da uomini...e fino a prova contraria tu sei una donna" non lo avrei mai detto!
"Wow ma che perspicace che sei" lo sfotto, portandomi una ciocca di capelli ribelle dietro l'orecchio.
Lui presta attenzione ad ogni mio movento, tipo avete presente quei maniaci che ti seguono di notte, portandosi in un vicolo cieco per poi ucciderti? Ecco la sua faccia è identica a uno di loro.
"Rispondi" chiede duro. Mi raccomando eh non essere troppo felice.
"Ma che ti interessa? Posso fare quel cazzo che voglio. Chi sei tu per impedirmelo?" praticamente gli urlo incontro. Sono scoppiata, ma non ce la facevo, almeno ho alleviato un po' della rabbia di stamattina.
Lui apre la bocca come per dire qualcosa, ma la chiude poco dopo, guardano malamente qualcosa alle mie spalle.

Qualcuno. E quel qualcuno è Caleb. Bella, prevedo rissa qui.

Mi giro e in effetti lo vedo con addosso i vestiti scelti da me.
"Hey, ti ho cercato dappertutto, meno male che ero io quello che non stava davanti al camerino" dice riferendosi a prima. Praticamente io gli avevo ordinato di restare davanti al mio camerino quando mi sono cambiato alla fine.
"Capita, tieni ho trovato questi, vai a provarli" e glieli lancio, proprio come aveva lanciato i vestiti a me precedentemente. La ruota gira tesoro.
"Sei con lui?" mi chiede una volta andato via Cal
"...lui chi?" chiedo facendo la finta tonta.
"Sai benissimo di chi sto parlando" dice lui stringendo la mascella serio e anche abbastanza irritato da quanto vedo.
"Ah" mi colpisco la fronte con il palmo della mano.
"Intendi dire Cal" lo chiamo per diminutivo per vedere la sua reazione.
Infatti lui non sembra apprezzare tanto la cosa, visto che mi guarda ancora più male di prima.
"Quando sono rientrato in camera dopo la colazione non c'eri" ma sei serio? Bastardo che non sei altro.
"E io cosa dovrei dire che quando mi sono svegliata non ti ho trovato, ma tranquillo ho trovato il tuo biglietto. Bellissimo sai, ma la prossima volta voglio che le cose me le dici in faccia sai, anzi scherzavo perché non ci sarà nessun'altra volta. Cos'è ti diverti a baciare le persone a caso? Bhe trovati un'altra vittima e lasciami in pace"
Finalmente gli ho detto quello che volevo dirgli.

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