"Ma siete sicuri? E se ci beccano, poi?" chiedo io per l'ennesima volta.
"Che palle che sei, tranquilla, ti abbiamo già detto che non succederà niente. Alla fine non stiamo mica spacciando" dice Sam esausta.Poveri, non voglio essere al loro posto...
Ovvio, perché anche se tu lo volessi, non puoi...vuoi che ti ricordi chi sei?
Non serve, so benissimo chi sono, teda di cazzo.
Calmina.
"E s-" continuo io, ma una voce alle mie spalle mi blocca.
"Dai, smettila di rovinare tutto e dì un sì. Tanto verranno con o senza il tuo consenso" ed ecco che ritorna il Jason di sempre: quello stronzo, arrogante, rompi palle...e potrei andare così per molto, senza mai stancarmi.
I ragazzi, con le ragazze, vogliono venire nella stanza di qualcuno, cioè nella mia e di coso, per passare una serata a...non so nemmeno a cosa.
Fatto sta, che se qualche prof li beccano, poi sono fottuti, perché avevano espressamente detto che non volevano scappatelle, o gente che andava in altre stanze. Ma loro da stupidi, quali sono, non mi ascoltano.
"Sentite, fate quello che volete, ma poi sono cazzi vostri" sbotto alla fine.
Siamo tutti nella 'sala pranzo', e fino a una decina di minuti fa, eravamo in un museo.
I professori hanno deciso di finire tutta questa settimana, andando a visitare vari monumenti e cazzate simili, per poi darci un'intera settimana libera.
Una. Settimana. A. Miami. Wow.
Non vi dico le esaltazioni dei miei compagni, e sinceramente 'sta roba anche a me piace, e non poco. Cioè, siamo a Miami. Ah, e anche questo pomeriggio è libero, ma come sempre c'è il coprifuoco per la mezzanotte. Che palle...nemmeno avessimo due anni.
"Oh, se ti bastavano due parole da Jason, allora lo chiamavamo da prima" dice Cam, e tutti gli altri annuiscono, d'accordo con lui, avendo da parte mia un'occhiataccia.
Se prima era il mio migliore amico, ora lo odio, e fanculo a lui e agli altri.
"Ma taci, e continua a mangiare" borbotto, lanciandogli una patatina presa dal mio panino, che gli arriva dritta in faccia.
"Allora, che facciamo la prossima settimana? Possiamo andare al mare, o andar-" incomincia a parlare Sophy, ma sapendo che non smetterà per mezzora, non ci bado molto, anche perché mi è arrivato un messaggio da Brian. Ora che ci penso, non l'ho visto nella 'sala pranzo'.
Do un ultimo morso al mio squisito panino, per poi pulirmi le mani con una salvietta.
Sblocco lo schermo, mettendo la password, e vado su WhatsApp, per vedere il suo messaggio.
Ignoro altamente coso che si è appena seduto vicino a me.Chiamarlo per il suo nome non è un optional
Perché? Coso non ti piace? A me molto.
*Ho camera libera, ora. Se hai finito di mangiare vieni anche adesso.*
E per fare che?
Stupida, devi andare perché lui deve recuperare con il programma.
Vero. Mq scritto così ho pensato tutt'altro.
Così digito subito una risposata.*Certo, dammi solo cinque minuti, il tempo di salire.*
"Ragazzi, io vado, ho da fare" annuncio a tutti.
"E con chi?" chiede sospettosa Kate.
"Brian" rispondo quasi d'impulso, subito, facendo nascere un sorriso malizioso alle ragazze, e una strana occhiataccia da Jason. Sembra quasi arrabbiato...? Bipolare...Vedi che se ti impegni, lo chiami per il suo vero nome.
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Compagni di stanza
Teen Fiction#7 IN TEEN FICTION (15/07/2017) Quando pensi che la vita stia girando per il verso giusto, ricordati che il Karma esiste e che sicuramente è dietro l'angolo ad aspettarti per colpirti in pieno. È proprio il caso di Allyson Smith, diciassette anni, è...