Epilogo

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"No cazzo!" frustrata rientro per la terza volta dentro quella che è stata la mia stanza per ben un mese.
"O lo stai facendo apposta o ti diverti a farmi fare piani di scale con tutte 'ste valige..." sbuffa coso mentre si appoggia allo stipite della porta.
"Scansafatiche, cosa vuoi, che porti io tutto quel peso? Sei tu l'uomo tra i due" alzo gli occhi al cielo mentre recupero la mia maglietta preferita della Vans, che avevo dimenticato in un angolo remoto dell'armadio.
"Eccomi qui, non ci voleva tanto" butto l'indumento nella mia valigia scura.
"Controlla bene che non ci sia qualcos'altro perché giuro che io non ci metto più piede lì dentro" ma quanto fastidioso più essere? Tanto, tantissimo.
Fatto sta che per un paio di volte sono dovuta ritornare in camera dato che all'ultimo momento mi sono ricordata di aver dimenticato qualcosa.
Ebbene sì, oggi è il grande giorno in cui ritorneremo a casa, nella nostra amata New York, che tanto amata da me non lo è. Ho fatto anche rima...credo.

Credi male

Com'è volato in fretta il tempo. Sembrava fosse solo ieri il giorno in cui ho scoperto che il mio compagno di stanza fosse Jason. E mi ricordo ancora la mia faccia.

"Bene, bene, finalmente ho scoperto chi sarà la mia nuova compagna di stanza, ma se vuoi...puoi essere..."
"Te lo sogni, col cazzo"
"È impossibile, non posso stare con te, avranno sbagliato sicuramente, non-"

Ma sopratutto com'è strana la vita.
Ho attraversato la porta di questo hotel come single, con uno strano odio verso di lui, e ora sto per uscire dallo stesso luogo mano nella mano con coso.
Oddio, mano nella mano così per dire visto che sta trasportando le mie valigie. Le sue le aveva già portate prima.
Beh l'ho anche aiutato: per un mese può fare a meno degli allenamenti di basket e di fare palestra, mi deve ringraziare l'ingrato.

Una volta fatto il check-in aspettiamo tutti nel nostri rispettivo gare l'avviso del volo.
E tra una chiacchiera e l'altra si fanno finalmente le 19:30, ovvero l'ora della partenza.
Chiamo prima di salire sull'aereo mia mamma, rassicurandola dato che come sempre ha paura che possa succedere qualcosa di contromettente.
Diciamo che la sua è una mente un po' contorta e che può far dei pensieri immaginabili a tutti.
Una paio di giorni fa mi ha detto che ha sognato che l'aereo cadesse e che proprio prima dell'impatto al suolo io e coso siamo usciti dal finestrino rotto da noi e abbiamo spiccato il volo...letteralmente.
Quando me lo ha raccontato sono rimasta a bocca aperta per due motivi.
Per prima cosa io non le ho mai detto che sto con Jason, e non mi pare che lui lo abbia detto alla sua.
E secondo...io che volo come un fottuto uccello sopra ad un aereo con moltissimi morti tra cui i miei migliori amici? Ma di cosa cazzo si è fatta mia mamma prima di andare a dormire? Poi sarei io quella che non si deve drogare, mah.

Cerco tra i numerevoli posti il numero 12C e dopo un po' lo trovo.
Per mia sfortuna i gruppetti da tre sono gli stessi dell'andata, quindi per delle insopportabili ore devo subirmi la presenza di Jenny.
Il lato positivo? Posso usare coso come cuscino umano.
E infatti lo faccio. Appoggio la testa sulla sua spalla, mentre lui mi cinge con un braccio.
Sono seduta vicino al finestrino ovviamente, dove posso intravvedere le prima sfumature del tramonto, come il cielo cambia tranquillamente il colore a suo piacere.
Guardo attentamente i vari aerei e le molte persone che posso intravedere.
Di Jenny ancora nessuna traccia, e sono così felice che penso ci abbia ripensato al volo e che stia a Miami per sempre sparendo dalla mia vita.
Ma no, figuriamoci se per una volta quello che io vorrei si avvera.
Lei fa la sua solita scenata con i suoi tacchi chilometrici giallo fluo che posso essere tranquillamente scambiati per delle lampade e usate come questo.
Si sistema la sua gonnelina e io mi chiedo come faccia ad non avere freddo.
Insomma okey che non siamo a dicembre con venti gradi sotto zero, ma tira un leggero venticello.
Sospiro stufa per il suo stupido comportamento di prendere tutta l'attenzione con dei strano movimenti che decifro come la camminata di una scimmia.
"Patetica" mi ritrovo a sussurrare, ma lei mi sente lo stesso.
"Hai per caso parlato?" chiede finalmente togliendo gli occhi dal corpo di Jason.
Del mio Jason.
"Sì, ho detto che sei patetica. Senti, cercherò di essere il più chiara possibile: stacca gli occhi dal mio coso.
Okey? Quella che sta con lui sono io, non tu. Capisci che cosa vuol dire essere fidanzati? Questa relazione è solo per due persone. Ma certe troie non sanno contare. Le hai fatto vero le elementari? Le maestre non ti hanno insegnato i numeri da uno a dieci? Beh per me serve solo che impari i primi due e siamo apposto. E...niente, questo è tutto" finisco seccata il mio bel discorso degno da Nobel, lasciandola con una faccia a dir poco strabiliante, mentre scorgo coso sorridere sfacciatamente. Anche se ha le cuffie intuisco che abbia sentito tutto.
Mi riappoggio alla sua spalla mentre prendo il telefono e lo collego alle mie cuffie.
Faccio partire Idfc di Blackbear.
Ultimamente sono fissata con 'sto cantante, solo che lo amo. Dio, io me lo sposerei solo per la sua voce.

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