Capitolo 32

6.3K 249 21
                                    

"Brian"

"Brian?" chiede lei spalancando gli occhi, scioccata.
"Sì" dico annuendo e portando la forchetta piena di pasta in bocca.
"Ma..ma..sì, inso-" incomincia a dire lei, ma non capisce proprio nulla.
"Allora, che provi per lui?" le chiedo io schietta.

Oh, calmina calmina.

No, deve assolutamente sapere che priva lui. Non ce la faccio più ad aspettare.
"C-che cosa d-dici?" balbetta lei, diventando rossa per l'imbarazzo.
"Dai, ho già parlato con lui, quindi dimmi, ti piace?" le richiedo sorridendo.

Ma lascia la ragazza in pace, per favore.

No, mai.
"I-io, cioè, n-nel senso..." incomincia a dire, ma viene bloccata dalla mia risata, che la mette ancor più in imbarazzo.
"Tranquilla, ho già capito" le dico bevendo un sorso d'acqua.
"Davvero? Meglio, mi hai risparmiato..." sospira lei.
"Dovresti diglielo però" le propongo, ma lei si rattrista di scatto.
"No, no. Magari lui non prova niente nei miei confronti, se glielo dicessi rovinerei la nostra amicizia che si è formata da poco" scatta subito lei, anche se vedo nei suoi occhi speranza.
"...e se ti dicessi che magari non è così?" le chiedo cercando di fare la vaga.
"Cosa?" quasi urla lei, con un grandissimo sorriso dipinto in volto.
"Hey, calma" la richiamo sorridendo.
"No, ora che mi hai cominciato, devi continuare" mi ordina lei, curiossissima di sapere la risposata.
"Io non ti posso dire niente. Non sta a me a spiegarti tutto. Ti dico solo di andare da lui e parlargli: sentirai la sua versione" le dico, e lei si imbronciato un po', facendomi ridacchiare.
"Dai!" piagniucola lei.
"Scusa, ma no. Devi chiedere a lui" dico sempre ridendo.
Mi sta davvero simpatica la ragazza.
"Che ne dici se oggi pomeriggio vi incontrate da qualche parte e parlate tranquillamente?" le propongo speranzosa.
"Mhm..dovrei?" chiede lei titubante.
"Ovvio, certo" rispondo subito.
"Allora sì..." risponde sorridendo leggermente.
"Perfetto. Lascia fare tutto a me allora. Alle sedici precise, al parco quindi vicino  Non preoccuparti per Brian che verrà di sicuro" affermo sicura di me stessa, alzandomi dalla sedia.
"O-okey, ciao allora" risponde incerta.
"Ciao" la saluto raggiante, e uscendo dalla 'sala pranzo'.
Il telefono di coso non ha smesso di vibrare per tutto il pranzo, segno che stava suonando.

Hai tolto la suoneria?

Ma ovvio.

Ma tu sei andata...

Pensavi l'incontrario?
Apro la porta della camera e chi trovo?
Coso intento a dormire a pancia in giù, con un braccio sotto il cuscino, e l'altro a penzoloni dal letto.
A questa scena non posso far a meno di sorridere, trovandolo come un bambino.
Però lo sembra davvero con quei capelli spettinati e la bocca leggermente aperta.
Ma aspettate, io sono uscita, ho fatto la colazione, pranzo, e lui sta ancora dormendo?

Si sta godendo al massimo la gita.

Lo vedo, lo vedo.
Mi tolgo il cardigan e lo lancio in una parte della stanza.

E l'ordine dove è andato a finire?

Tanto prima o poi dovrò ripulire, quindi...
Mi soffermo, in mezzo alla stanza, ad osservare il polso che è diventato violaceo, bellissimo livido, davvero.
Il punto è che non ho voglia che qualcun'altra lo veda, 'sta volta pensaranno che il mio ragazzo mi abbia picchiato...anche se non ce l'ho, ma...okey.
Ci passo delicatamente una mano sopra, cercando di non premere tanto.
"Bastardo di merda" sussurro maledendo e mandando all'inferno quel fottuto ragazzo che tra l'altro nemmeno conosco.
Alzo gli occhi e incrocio quelli di...coso?
Ma non stava dormendo?

Compagni di stanza Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora