Capitolo 12

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Ho addirittura saltato il pranzo per mettere in ordine questa fottuta camera, che bastavano solo i maiali e sarebbe diventata un porcile vero e proprio. Credetemi, serve molto per farmi d'altare il pasto. Io vivo solo per il cibo.
Una cosa che mi piace molto è che mangio come se non ci fosse un domani, ma ho un corpo da far invidia anche una modella, e sinceramente sono molto felice di questo, cioè io non mi immagino proprio a dieta! Solo al pensiero mi viene da vomitare...
Controllo l'ora sul telefono e mi accorgo che si sono già fatte le quindici. Porca troia. Ma come cazzo ho fatto? Altro che volato, qui il tempo è totalmente scomparso.
Jason se ne sarà stato da qualche oca in calore, come sempre, visto che non è venuto in camera.

E a te questo da fastidio, vero?

S-no, certo che no! Perché dovrebbe darmi fastidio scusa?

Sapessi...

Che coscienza che ho.

Hey, guarda che ci sono di peggio.

E..quindi dovrei essere fortunata?

Pensa la come vuoi, io te l'ho solo detto.

Scendo e vado a prendere qualcosa da mangiare, visto che sto morendo di fame.
Mi prendo della pasta al pomodoro e come dolce mi prendo un pezzo di torta al cioccolato.
Mangio il tutto nella 'sala pranzo' e risalgono in camera. Non c'è nessuna traccia delle ragazze o ragazzi e io mi sto annoiando, quindi decido di prendermi avanti e metto a scaldare la piastra per fare i capelli mossi. Averli sempre lisci fa schifo e dopo un po' ti stufi di quei spaghetti dritti che hai in testa.
Aspetto un po' di tempo, e quando credo si sia scaldata inizio a piastrarmi una ciocca alla volta.
Ripeto questa azione per il resto dei capelli, per poi finalmente finirli.

È stato molto faticoso, e se fosse stato per me darei il premio Nobel a tutte le parruchiere per la loro pazienza.
Ma alla fine ne è valsa la pena: ora i miei capelli non assomigliano più a dei spaghetti dritti, ma sono mossi e mi ricadono tutti dolcemente in spalla. Ovviamente tralasciando le due ciocche ribelle che ho in viso, quelle rimarranno lì, sono un caso perso. Proprio quando le sto per toglierle, la porta si apre e io mi giro di scatto.
Okey, forse non dovevo farlo, ora ho parecchie ciocche in faccia che mi coprono la vista. Ma riesco lo stesso a vedere Jason davanti a me che mi sta fissando con la bocca leggermente aperta. Perché mi guarda in quel modo?
Sono così brutta fino a tal punto? La prossima cerca almeno di nasconderlo.

Ritorno in bagno e metto via la piastra e solo ora mi accorgo che sono le 16:30.
Ritorno di la e lo vedo steso sul letto intento a messaggiare col suo telefono. Per un secondo ala gli occhi incastrandolo con i miei.
Sento qualcosa, all'altezza della pancia.
Ma il punto è che non so cosa.

Tesoro, sono le farfalle allo stomaco.
Ma dove hai vissuto fino ad ora? In una grotta?

Cogliona tu sei me, quindi saresti venuta a sapere, se fossi vissuta in quel posto.
Non riesco a reggere il suo sguardo, quindi, ne approfitto per mettere i vestiti che indosserò in un sacchetto. Non metto trucchi e cose così, visto che le ragazze ne avranno migliaia di quei cosmetici.
Tutto questo sotto il suo vigile sguardo, che sembra voglia entrarmi dentro.

Sto per mettere la borsa sul comodino, quando mi suona il telefono.
Mi catapulto immediatamente in bagno, visto che lo avevo lasciato là, e senza controllare chi sia accetto la chiamata, tanto sarà una delle ragazze.
"Pronto" dico io.
"Hey Ally" risponde una voce roca e bassa. Questo non può essere che Caleb.
"Caleb" dico io, forse con un po' tanta euforia nella mia voce. Devo smetterla di essere così vivace.
"Non sapevo si mancarti così tanto, altrimenti ti avrei chiamata già da un bel pezzo" posso sentire la sua perfetta risata, che non so come, ma contagia anche me.
"Sì...bhe solo che mi...mancavi?" dico io impacciata e con molto imbarazzo. Risuona quasi una domanda.
Posso benissimo vedere il mio viso che diventa di colore rosso, dato che davanti ho lo specchio del bagno. Quante sfumature, magnifichissime.
"Bhe...mi chiedevo...se ti va di andare in spiaggia, perché ti devo parlare, certamente solo se sei libera...sì" è a disagio, e questo lo può provare la sua voce. Che cucciolo, si imbarazza a chiedermi di uscire con me.
"Oggi davvero non posso, perché devo andare in discoteca con gli altri...ma se vuoi puoi venire con noi" dico sperando vivamente che dica di sì.

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