Capitolo 20

6.2K 240 31
                                    

Dopo circa dieci minuti, la moto si ferma.
Scendo prima io poi lui.
"Eccoci arrivati" dice togliendosi il casco.
"E dov'è, quando arriva?" gli chiedo, guardandomi in giro. Ma non la trovo.

Testa di cazzo. Potrebbe essere anche quella ragazza che passeggia davanti a te, ma tu non la potrai riconoscere dato che non l'hai mai vista, non credi?

È un odio profondo quando hai ragione.
Ci troviamo in un parco ben curato, con molte panchine scure, e intorno delle palme molto alte, al centro c'è una specie di fontana a forma di angelo che spruzza acqua.
Da lontano si può vedere il mare.
"Dovrebbe arrivare a momenti, intanto siediti, noi dobbiamo mettere in chiaro un paio di cose" dice poi seriamente serio alla fine.

Seriamente serio? No, ma davvero.

Hey, che c'è di male, suona bene.
Non dirmi che si ricorda ancora di stamattina. Non se la può prendere davvero solo perché gli ho chiuso la chiamata in faccia.

Se lo facessero a te, tu a quest'ora gli avresti già castrati...

Si, ma sono dettagli.
Ci sediamo e si gira dalla mia parte guardandomi con quei occhi ghiaccio.
Povera Caroline, come fa sempre a reggere il suo sguardo?
"S-si, che volevi dirmi?" gli chiedo, anche se so benissimo la risposta.
"Sai che io odio chi mi chiude la chiamata prima che io finisca di parlare, vero?" chiede con tono stranamente tranquillo con entrambe le sopraciglia alzate.
"Sì, perché?" ma lui non si degna di rispondete alla mia domanda.
Sta per iniziare a parlare, quando sentiamo una voce femminile chiamare il suo nome.
"Caleb" lo chiama, ma si ferma di scatto quando mi vede vicina a lui.

Quindi lei è Caroline?

Ma lo chiedi a me? Ti pare che io sia la sua migliore amica da una vita?
Deve aver frainteso tutto, dato il modo in qui mi guarda. Sembra che tra un momento o l'alto possa saltarmi contro per poi strapparmi tutti i capelli, ciocca per ciocca. Scusate ma tengo ai miei capelli io.
Istintivamente mi tasso una mano per questi.

Che problemi che ti crei.

Guarda che io voglio arrivare ai cinquant'anni con tutti i capelli in testa, non calva.
"E lei chi è?" chiede a Cal. Dal suo tono capisco che è arrabbiata, infastidita, e non poco.
"Sono Allyson" rispondo invece io.
Cioè io sono qua, non serve che qualcuno parli per me.
Lei si gira a guardarmi per un breve tempo. E devo dire che Cal sa scegliere bene eh.
Una montagna di capelli ricci biondi le cadono sulle spalle coperte da una semplice maglietta verde acqua. Ha dei legghins neri e ai piedi porta delle semplici Stan Smith verdi.
"E allora? Voglio sapere chi è Caleb, ci siamo messi da nemmeno un giorno e tu mi chiedi di fare un'uscita a tre con un'altra ragazza! Ma che cazzo ti passa per la testa?" si vede che sta cercando di trattenersi di non urlargli contro sia a lui che a me.
E questa cosa mi sembra giusta. Cioè anche io se fossi al suo stesso posto farei così, anzi conoscendomi farei di più. Lei davvero, ha un grande senso del autocontrollo, cosa che io non ho affatto.
"Okey, forse hai capito male, sì hai decisamente frainteso tutto" dico mentre mi alzo e vado da lei.
"Che cosa avrei capito male, spiega perché non sto capendo piu un cazzo" mi sbraita a pochi centimetri da me.
"Ora tu starai pensando che io sia una puttana che questo cretino del tuo fidanzato si faceva" incomincio a spiegare io, ma Cal mi ferma
"Non lo sono invece" afferma borbottando incrociando le braccia al petto.
"E invece lo sei, se non le hai spiegato chi sono" gli dico. Lui mi guarda male ma non parla. Visto?
"Comunque tranquilla non devi pensare che io te lo possa rubare, perché io non sono proprio interessata a lui" e ancora non mi lascia finire che parla di nuovo.
"È vero, è interessata a un'altro, anche se non lo dice, vero?" dice guardandomi in modo sghembo.
"Coglione" sussurro io, ma lui mi sente comunque.
"Quindi, se non sei una vecchia fiamma di Caleb, chi sei?" chiede in modo più tranquillo e decisamente più calmo, ma senza mai abbassare la guardia.
"L'ho trovata che si era persa, perché lei è in gita con la scuola, e da quel giorno siamo diventati amici. Sai la devi anche ringraziare ha tenuto lontano tutte quelle che mi stavano vicine" spiega brevemente e mi mette un braccio intorno alla spalla.
Lei di scatto abbassa la testa imbarazzata e incomincia a balbettare.
"S-scusa, i-io non v-volevo o-offen-" non la lascio finire di parlare che intervengono.
"Tranquilla, non lo sapevi e sinceramente anche io avrei reagito in questo modo" le dico capendola. Povera, si sarà sentita tradita, nel momento che ci ha visti insieme.
"E certo, tra qualche giorno anche tu farai la parte della gelosa con il tuo bel Jason" afferma convinto.
"M-ma che diavolo vai dire?" balbetto io.
Ma io dico perché deve sempre mettere in mezzo quel coso?
"Sto dicendo solo la verità. Un giorno ti ricorderai di quello che ho detto" dice sempre allo stesso tono.
"Tu pensa solo a Caroline che er-" di scatto mi mette la sua mano davanti alla bocca, impedendo mi di parlare.
Io rido, o almeno ci provo. Con questa mano davanti non riesco nemmeno a respirare.
Sento la risata di Caroline che aumenta sempre di più.
"Dai Cal lasciala parlare, voglio proprio sapere, sono curiosa, anzi sai che dico, io e Allyson andiamo a conoscerci meglio e tu a vai a fare quattro passi, giusto per dimagrire un po'" dice ridendo e prendendomi per un braccio. Giro la testa e lo vedo guardarsi con dubbio la pancia. E lui crede davvero di essere fuori forma? Con quel fisico che si ritrova potrebbe fare tranquillamente il modello.

Compagni di stanza Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora