Capitolo 18

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N/A:
QUELLO NELLA FOTO DEI MEDIA È CALEB😍 DETTO QUESTO, BUONA LETTURA.

Mi sveglio, sentendomi fissata da qualcuno. Mi stiracchio leggermente, aprendo di poco un occhio, e indovinate un po' chi trovo? Jason ovvio, il suo lavoro da grande sarà fare lo stalker, perché intanto ti fissa in un modo che incute disagio...molto, solo come lui sa fare, e poi ieri volevo passare una giornata senza vedere la sua faccia da schiaffi...poi me lo ritrovo davanti nel reparto camice di un negozio.
"L'hai ancora per molto, no sai perché esistono le foto" gli dico in malo modo, ma ancora assonnata. La mia voce esce molto più roca e bassa di quanto volevo.
"Stavo solo sentendo il modo in cui russavi" afferma lui come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
"Ma io non russo affatto" dico indignata.
Lo lascio stare e cerco di riaddormentarmi. Metto la testa sotto il cuscino, facendo uscire un lamento dalla bocca, quando sento il mio telefono suonare.
Sussurro parole a caso, che nemmeno io riesco a decifrare, e con ancora la testa sotto le coperte e cuscino, tasto il comodino alla ricerca di quel fottuto oggetto.
Quasi non esulto quando lo trovo, e rispondo senza vedere chi sia, e lo avvicino all'orecchio.
"Mhm" sinceramente non so nemmeno io cosa ho appena detto...ma okey.
"Stavi ancora dormendo?" dalla voce divertita intuisco che sia Cal.
"Perspicace mi dicono" mormoro, ma solo ora mi ricordo che oggi deve parlare con Caroline.
Quasi non cado da letto, e questo tutto sotto lo sguardo vigile di Jason.
"Allora hai parlato con Caroline? State insieme? Oggi finalmente la vedrò vero? Com-" non mi fa finire che scoppia a ridere.
Mi acciglio non sapendo il motivo.
"Hey guarda che sono ancora le 08:30, sto giusto andando da lei e..." lo sento dire.
"E ti serve qualcuno che ti aiuti moralmente, tranquillo ci sono io apposta per quello...ma poi voglio che dica a lei quanto ho dovuto sopportati e di come ho allontanato tutte le oche in calore da te" dico quasi orgogliosa del mio lavoro. E lo devo essere, ho tutti i diritti per esserlo.
"Se tutto va bene, le lo dirai tu stessa oggi, poi ti scrivo quando e dove" mi informa, facendomi sorridere.
"Anzi facciamo che tu passi e mi porti lì, visto che c'è molta probabilità che io mi perda...di nuovo" quasi sussurro l'ultima parola. Ed è vero, non voglio riperdermi. Lo sento ridere e non posso fare a meno di sorridere anche io
"Okey, okey, non voglio che ti succeda niente per colpa mia, non voglio averti sulla coscienza poi" dice non smettendo di ridere.
"Ma fanculo va, vai che la tua Caroline che ti aspetta, questo se non te l'hanno già rubata. E non addolcirti troppo, mi raccomando" e senza aspettare una risposta riattacco. So che me la farà pagare poi, visto che, essendo come me, odia chi gli chiude in faccia. Ma chissene frega.
"Cos'è, il tuo ragazzo doveva sentire la tua voce per iniziare al meglio la giornata?" mi prende in giro quel coso. Ma quello inizia a rompere giada mattina?
"Coso, senti non iniziare a rompere già di mattino, e poi non è il mio ragazzo" dico forse un po' troppo duramente di quante volevo dire, ma mi è venuto in mente il suo biglietto di ieri mattina.
"Ah no, ovvio" dice sarcastico lui.
Sbuffo, cercando di mantenere la calma, ma è molto difficile, credetemi.
Chiudo gli occhi, e inizio a spiegarli come stanno le cose.
"Ma capisci dalla testa o dal culo? Cal non è il mio ragazzo e mai lo sarà, lui è solo un mio amico. A lui piace un'altra ragazza e in questo preciso momento si sta dichiarando a lei. Quindi non stare a rompere, e poi mica io ti chiedo delle tue tante ragazze che hai. Che poi ragazze non sono, e poi cosa dovrebbe interessare a me di quelle disperate, che appena vedono il tuo cazzo si accendono, no ora mi spieghi che cazzo ti interessa?" cerco di non saltargli addosso, potrebbe seriamente ritrovarsi pelato, non scherzo.

No. I suoi capelli non si toccano.

Ma tu sei sempre sveglia?
Forse ho un po' esagerato...ma solo un po'.
"Hai il ciclo per caso?" è l'unica cosa che riesce a dire. Ma che diavolo?
"Credimi, se io ora avessi il ciclo, tu non saresti qui davanti a me, ancora vivo e intergo" parlo in un modo così calmo e inquietante, che quasi mi faccio paura da sola.

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