La macchina di Veronica passò davanti al Cortés alle nove meno venti, e le due ragazze nella vettura cercarono di individuare se fosse già arrivato qualcuno.
"Li riconosci?" domandò Vero alla guida, mentre Eva guardava fuori dal finestrino con fare indifferente.
Erano entrambe curiose di vedere come tutto era cambiato in quei dieci anni, ma sapevano bene che da così lontano non avrebbero mai riconosciuto nessuno.
"Ok" disse Veronica parcheggiando l'auto. "Quella è la Seat di Rafael." disse indicandola.
"Bene. Almeno siamo in tre." disse Eva che sentiva dentro di sé una strana agitazione che fino alla sera prima non aveva sentito.
Prese fiato, si guardò ancora una volta allo specchietto della macchina e strinse la pochette tra le mani.
"Siamo bellissime, siamo sempre state bellissime e dieci anni passati non ci hanno fatto che bene." disse Veronica guardandola. "Andiamo a vedere quanto brutte sono diventate quelle antipatiche dei primi banchi!"
Scesero entrambe dall'auto e si incamminarono assieme verso l'ingresso del locale dove già c'era un capannello di gente che prima non aveva visto.
Più che ad una riunione di amici di scuola sembrava di stare alla settimana della moda di Madrid: le ragazze, per altro irriconoscibili così a prima vista, indossavano tacchi più alti di loro, strettissimi vestiti eleganti e pettinature degne di un matrimonio reale.
Veronica si guardò intorno poi guardò l'amica accanto a sé e si scambiò con lei un'occhiata.
"Dimmi che loro non sono le nostre vecchie compagne di classe." disse Eva a denti stretti.
Eva indossava un semplicissimo vestito nero che segnava tutte le sue forme, un copri spalle dello stesso colore, i capelli lunghi sciolti in morbide onde e un paio di tacchi vertiginosi sui quali nemmeno lei sapeva come facesse a reggersi. Veronica invece, sempre più eccentrica, indossava un abito blu elettrico con una scollatura a V sulla schiena, coperta da uno scialle bianco e un paio di tacchi altrettanto alti di vernice.
"Se è così siamo le uniche che non sono diventate modelle di Sport Illustrated." commentò l'amica sistemandosi l'abito. "Bene" prese fiato "Andiamo."
Afferrò l'amica per il polso e camminò sicura verso il gruppo che subito si voltò a guardarle e a cercare di riconoscerle dopo tutto quel tempo.
La prima che incrociò lo sguardo di Eva fu la "temibile" Cristina di cui Eva si ricordò subito per la sua fama di "femme fatale" della classe che, a giudicare da come era vestita, non era cambiata.
"Oddio!!! Eva Solano!!!" esclamò abbracciandola.
Eva si irrigidì ricambiando timidamente l'abbraccio spropositato. "Ma come sei diventata grande!!"
"Ciao Cristina! Anche a me fa piacere rivederti!" sorrise.
Mano a mano che le ragazze si ripresentavano davanti ai suoi occhi Eva le riconobbe tutte, e così Veronica - con grande piacere di rivederle dopo tanto tempo e soprattutto così belle e in forma.
Fu poi la volta dei ragazzi che erano arrivati da poco parcheggiando le loro auto nel parcheggio appena fuori il locale.
Le due amiche riabbracciarono così Rafael, Samuel, Martín, Miguel e mano a mano chi si aggiungeva alla riunione alquanto riuscita dove non sembrava mancare nessuno all'appello.
Veronica, che aveva sempre avuto un debole per Samuel, lo salutò con grande piacere notando come i suoi occhi scuri e la sua carnagione ambrata non fosse cambiata di una virgola.
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Never Let Me Go || Ramos
FanfictionSergio ci pensò un momento: era da quasi dieci anni se non di più che non vedeva i suoi vecchi compagni di classe. Considerando la piega che aveva preso la sua vita dopo la fine della scuola, quando a diciannove anni era passato dal Siviglia al Real...