Capitolo 19

707 25 1
                                    

Quando quella mattina Eva entrò in ufficio di corsa, in ritardo come al solito e carica di borse fogli e cartelle da analizzare, le sembrò strano non trovare Silvia alla sua scrivania come al solito.

Si guardò intorno vedendo l'ufficio vuoto: com'era possibile che la sua efficientissima assistente fosse più in ritardo di lei? In tre anni che lavorava lì non aveva mai visto Silvia arrivare dopo di lei né dopo nessun altro.

Sedendosi alla scrivania notò all'improvviso un post-it attaccato allo schermo del suo computer: la grafia era quella di Silvia e il messaggio era breve: Ho preso l'influenza per tre giorni sarò a casa, oggi arriva il nuovo redattore del settore C fagli da guida! Silvia.

Eva corrugò la fronte: un nuovo redattore doveva arrivare giusto oggi che lei era oberata di lavoro e come se non bastasse dove fargli fare il giro turistico dell'ufficio perchè la sua assistente era malata.

Sbuffò, passandosi una mano tra i capelli e appoggiò per un momento la fronte sulla scrivania.

"Perché non sono rimasta in Polonia..." mormorò tra sé e sé.

"...Perché lì fa troppo freddo??" disse una voce sopra di lei.

Eva alzò di scatto la testa, spaventata dalla presenza di qualcuno che non aveva sentito entrare.

Due grandi occhi azzurri la fissavano quasi più spaventati di lei, di fronte a sé un ragazzo: alto, biondo, con una faccia curiosa e un sorriso timido. Gli occhi erano nascosti da un paio di occhiali da vista con montatura nera che gli davano un'aria intellettuale.

"Fammi indovinare" disse alzandosi "Il nuovo redattore?"

"Enrique Albilla. Piacere." sorrise allungando una mano.

"Eva Solano, piacere mio." si presentò. Lo guardò negli occhi poi fece il giro della scrivania e si affiancò al ragazzo.

"Spero che il momento di disperazione di un attimo fa non fosse per me."

Eva ci pensò. "Come dici? Ah no! No! Io...stavo...è un periodaccio, niente a che fare con te. Mi hanno detto oggi che arrivavi, la mia assistente è malata, ho un mucchio di cose da fare perciò ora ti faccio fare il giro dell'ufficio, ti spiego cosa devi fare, dov'è la tua postazione e.."

"Pilar della hall mi ha già fatto fare il giro." la interruppe. Eva sgranò gli occhi: quella segretaria era una chiacchierona ficca naso ma a volte era una mano dal cielo in situazioni come quelle.

"Bene! Eccellente! OTTIMO!" si illuminò "Ti ha anche detto cosa devi fare?"

"Ehm...leggere questi?" disse tirando fuori dalla sua cartellina un pacco di manoscritti ancora da leggere.

"Eccellente!" disse liberandosi di un peso.

Il ragazzo continuava a guardarla come se fosse uscita da un cartone animato. Doveva ammettere che era davvero una ragazza buffa e alquanto...particolare.

"Lo dici spesso?"

"Cosa?"

"Eccellente. Lo hai ripetuto due volte in meno di dieci minuti."

Eva ci pensò: nessuno glielo aveva mai fatto notare prima, a quanto pare quell'Enrique era un gran osservatore.

"Sì beh..succede quando sono nervosa. Dunque, tra due mesi abbiamo la presentazione della nuova collana di libri, la faremo nell'Auditorium perciò devi leggere questi e vedere se possiamo incorporarli alla collana. La tua scrivania è....te l'hanno detto?"

Enrique guardò il foglio che aveva in mano. "..Mi hanno detto di trovare un posto all'uffici 18A, su questo piano."

Eva ci pensò un momento. Stava per dire di nuovo "eccellente" ma si bloccò prima.

Never Let Me Go || RamosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora