Dicembre 2002, Siviglia.
Mancavano pochi giorni a Natale e Siviglia si era riempita di luci e colori. Il sindaco aveva da poco acceso le luminarie e nonostante in Andalucia fosse difficile vedere la neve d'inverno che creava "l'atmosfera", era bello passeggiare per le vie di quella splendida città colorata di rosso verde e oro e comprare gli ultimi regali.
Eva e Veronica aveva approfittato dell'occasione per rifugiarsi nel centro commerciale più vicino e, tra una chiacchiera e l'altra, scegliere l'abito perfetto per la festa di Capodanno che si sarebbe organizzata nella lussuosa residenza della famiglia Aguilar, la cui figlia era una loro ex compagna di liceo.
"Che scarpe ti metteresti con quest'abito?" domandò Veronica uscendo dal camerino con l'ennesimo abito elegante aderente e soprattutto cortissimo.
Eva sgranò gli occhi, togliendosi dalla bocca la cannuccia del frullato che stava bevendo.
Inclinò il capo, la squadrò mentre l'amica fingeva di sfilare e sospirò. "Scarpe da ginnastica."
"Scherzi vero?"
"Con un vestito del genere nessuno ti guarderà le scarpe, tanto vale stare comodi."
"Ah-ah ma come sei spiritosa! All'Università di lettere siete tutti così simpatici?"
Eva le sorrise facendole una smorfia.
"Ok, mentre tu ti provi l'intero universo io vado a vedere nel negozio qui di fronte. Ci vediamo quando hai finito!"
"Qui non hai trovato niente?" domandò Veronica.
"Mmm no, a me serve qualcosa di più...sobrio."
"Va bene Suor Maria Eva" la prese in giro l'amica "Dica una preghiera per me quando la chiuderanno in convento"
Eva le fece una smorfia mostrandole la lingua e uscì dal negozio.
Finito il frullato cercava una cestino per buttare il bicchiere ormai vuoto quando ne scorse uno di fronte ad un negozio con un'insegna al neon che brillava tra le decorazioni natalizie.
Si fermò a guardarlo: a quanto pare era il nuovo negozio di tendenza di Siviglia - un negozio di tatuaggi giusto nel centro commerciale più frequentato della città.
Si avvicinò alla vetrina, dopo aver buttato il bicchiere, osservando i disegni appesi alle pareti e fermati uno con l'altro con delle mollette per stendere i panni.
I suoi occhi vagarono per tutta la vetrina: tribali, disegni di fate e mitologia, fotografie di personaggi famosi con tatuaggi nelle parti più impensabili del corpo. All'improvviso una strana sensazione si fecce strada dentro di sé, una sensazione che ormai non sentiva più da tanto tempo. Era ritornata come una vecchia amica all'improvviso e lei non capiva per quale motivo proprio in quel momento.
La risposta del destino non tardò ad arrivare: i suoi occhi girarono come calamite attratte da un polo e andarono oltre i disegni e la vetrina.
E lì, disteso sul lettino che si vedeva in lontananza, scorse un profilo che avrebbe potuto riconoscere in mezzo a un miliardo di persone.
Il fiato le si bloccò in gola e non riuscì più a respirare per qualche secondo: non poteva credere a ciò che stava vedendo.
"Sergio" disse con l'ultimo filo di voce che le rimaneva. Le borse che aveva in mano caddero di colpo per terra e quel rumore attirò l'attenzione di Sergio che voltò la testa verso l'uscita del negozio.
Il suo tatuaggio era praticamente ultimato, il suo amico Roberto, titolare di quel negozio aveva finito di incidere sulla sua pelle il suo primo tatuaggio. Poco gli importava però a Sergio in quel momento, che era troppo impegnato a chiedersi se fosse sveglio o stesse sognando.
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Never Let Me Go || Ramos
FanfictionSergio ci pensò un momento: era da quasi dieci anni se non di più che non vedeva i suoi vecchi compagni di classe. Considerando la piega che aveva preso la sua vita dopo la fine della scuola, quando a diciannove anni era passato dal Siviglia al Real...