La partita era finita con un pareggio e la squadra era tornata agli allenamenti giornalieri in vista della prossima sfida.
Eva, Veronica e Rafael erano tornati a Madrid dopo il debutto, e Sergio aveva ripreso la sua routine quotidiana di passeggiate e allenamenti in palestra con i suoi compagni.
L'atmosfera era quella del Mondiale, chiacchiere, scherzi, tutti i problemi legati alla "Liga" e le polemiche della stampa erano state dimenticate in favore di unione e forza per quella grande sfida europea.
Quella mattina, i ragazzi della Nazionale camminavano nel parco intorno al residence e intanto approfittavano per rilassarsi tra una chiacchiera e l'altra.
"Dove hai lasciato la tua bella Ramos??? L'hai nascosta nella stanza??" lo schernì Pepe camminandogli vicino.
"Ah-ah molto divertente! E' tornata a Madrid se ti può interessare!" rispose lui fingendosi risentito.
"Oh poveri noi!" intervenne Iker "Ora dobbiamo sorbirci i lamenti innamorati di Romeo!!"
"OHHH ROMEOO ROMEEOOO" iniziarono a prenderlo in giro gli altri intorno a lui.
"Ma quanto siete simpatici, proprio dei grandi amici!" protestò lui.
Iniziarono a spintonarsi da una parte all'altra, rincorrendosi per il prato lungo il quale camminavano tutte le mattine.
Del Bosque, che passeggiava davanti a loro e li sentiva chiacchierare come una scolaresca in gita, si accorse che i ragazzi avevano rotto le file e si stavano rincorrendo tra le altalene e gli scivoli del parco giochi lì vicino.
"Ma guarda quelli lì!! Tornate quiii che fate?!?!" protestò fischiando con il fischietto che teneva sempre al collo.
Li osservò da lontano e sospirò vedendo che nemmeno il suo fischio e i suoi rimproveri potevano fermarli.
"A volte mi domando se sono normali" commentò l'addetto stampa, al suo fianco.
"E' solo il loro modo per rilassarsi..sentono una pressione che in qualche modo devono sfogare" sospirò il fisioterapista.
Mentre il corpo tecnico li osservava da lontano, Del Bosque vide arrivare di corsa Pepe e David Silva con un pallone in mano.
"E questo??" domandò il mister.
"Ci sono dei bambini che ci hanno chiesto di giocare con loro, possiamo???" chiese David felice come un bambino in un negozio di caramelle.
Del Bosque si mise a ridere. "Una partita con dei bambini??"
"Ci teniamo in allenamento mister!"
Il mister guardò i medici lì vicino che gli sorrisero e acconsentì a farli giocare.
"Se ci facciamo stracciare dai bambini sul prato alla prossima partita metto in campo il cuoco e la donna delle pulizie, è chiaro!?!?" tuonò sedendosi su una panchina assieme agli altri colleghi per assistere alla grande "sfida" sull'erba del parco.
Dopo la parentesi europea in Polonia, Eva era ritornata al suo solito lavoro nel quale aveva deciso di rifugiarsi per non sentire troppo la mancanza di Sergio.
Ogni istante della sua giornata però, sembrava non riuscire a pensare ad altro: se glielo avessero raccontato tre mesi prima non ci avrebbe mai potuto crederci. Ora invece, il suo mondo era totalmente cambiato e lei non poteva sentirsi più felice, anche se a volte la nostalgia era difficile da controllare.
Arrivò al lavoro alle nove in punto: si stupì nel trovare Silvia, la sua assistente, già alla scrivania.
"Buongiorno!" sorrise Eva guardandola.
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Never Let Me Go || Ramos
FanfictionSergio ci pensò un momento: era da quasi dieci anni se non di più che non vedeva i suoi vecchi compagni di classe. Considerando la piega che aveva preso la sua vita dopo la fine della scuola, quando a diciannove anni era passato dal Siviglia al Real...