Capitolo 11

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Giugno 2002, Zahara de los Atunes.

"Che diavolo è?!?" domandò perplessa Eva mentre saliva dei gradini alti e pericolanti.

"E' la torre del faro." disse Sergio, che più sicuro si arrampicava avanti a lei.

Eva, impaurita da quell'ambiente lugubre dove l'aveva portata, si pentì di aver accettato di seguirlo.

"Sergio...." lo richiamò sentendo dei rumori strani dietro di lei.

"Siamo quasi arrivati...ecco! Ci siamo!" sorrise spingendo una porta arrugginita e facendola passare.

Le sorrise. "Dopo di te."

Eva lo guardò perplessa poi, insicura, fece piccoli passi ed entrò dove diceva lui. Nonostante fosse su un faro disabitato e pericolante con Sergio, si fidava ciecamente di lui e non poteva essere altrimenti.

La vista da lì era fenomenale: si vedeva persino Siviglia infondo, illuminata per la festa di San Juan.

Guardò l'orologio: un'ora a mezzanotte e ai fuochi d'artificio.

"Li possiamo guardare da qui no?" sorrise Eva entusiasta.

"Non vuoi andare a bruciare il vecchio dopo??" domandò Sergio affiancandosi a lei, contemplando il mare sotto di loro.

"No, non importa." disse "Qui si vede benissimo tutto."

"Già, la vista toglie il fiato." sorrise Sergio senza guardare però il mare, ma guardando lei.

Eva abbassò lo sguardo, imbarazzata e si spostò dalla ringhiera.

"Allora...cosa ci facciamo qui?" disse guardandosi intorno.

Sergio si morse un labbro, osservandola: era bellissima. Non l'aveva mai vista così bella, aveva una luce particolare negli occhi che lo rendevano automaticamente felice.

"Ecco io...devo dirti una cosa."

Eva corrugò la fronte, perplessa. Si avvicinarono, quasi fino a sfiorarsi, al centro di quella specie di cabina isolata dove non esisteva nient'altro che loro.

"Mi devo preoccupare? Vuoi uccidermi buttandomi giù da questo faro?" chiese perplessa Eva per sdrammatizzare.

"No" sorrise Sergio "Ecco...in questi mesi mio fratello è diventato il mio manager e ha contratto per me al Real."

"Sì" disse Eva "E cosa hanno detto??"

"Beh mi vogliono. Pagheranno un sacco per avermi." spiegò lui.

Eva sgranò gli occhi che diventarono di un verde ancora più intenso. "Non ci credo!! Oddio Sergio è meraviglioso!!" inconsapevolmente,lo abbracciò saltandogli in braccio.

Sergio la accolse tra le sue braccia sorridendo, ricambiando quell'abbraccio caloroso.

"Ma...?" domandò Eva staccandosi all'improvviso, seria.

"Ma..." sospirò "...Devo andarmene."

"Oh, beh immagino. A Settembre cambierà un po' tutto per tutti, anche io devo.."

"Tra meno di dieci ore." finì la frase.

Eva si bloccò. Trattenne il fiato per cinque secondi, con il cuore che si stringeva sempre di più nel petto.

"M-meno di...dieci...dieci ore? Io non capisco non.."

"C'è un campus a cui devo partecipare prima, dei corsi di formazione teorici e ovviamente gli allenamenti di pre-stagione...mi vogliono vedere sul campo.. e... domani ho un aereo che mi porterà a Madrid."

Never Let Me Go || RamosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora