Capitolo 26

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Eva arrivò in ritardo all'appuntamento con Enrique per la pausa pranzo e si sedette velocemente appoggiando tutte le sue borse vicino al suo posto.

"Scusami! Giuro che non è stata colpa mia!"

Enrique sorrise: era arrivato mezz'ora prima, preparandosi ogni singola parola del discorso che voleva farle ma quando l'aveva vista arrivare la sua mente era diventata completamente bianca senza più ricordarsi nulla.

La guardò negli occhi e la rassicurò. "Non ti preoccupare, sono qui da poco" mentì mentre Eva si riprendeva dalla folle corsa.

"Allora, di cosa volevi parlarmi? Sono curiosa!" sorrise Eva che non aveva la minima idea del perchè Enrique fosse così misterioso e avesse creato un momento apposito per loro due da soli per poter parlare.

"Ecco..." iniziò il ragazzo sistemandosi gli occhi, sentendosi improvvisamente nervoso "..Il fatto è che...cioè...volevo parlarti di una cosa." esordì.

Eva annuì captando la sua inspiegabile difficoltà: non aveva mai visto Enrique così impacciato specialmente con lei con cui lavorava da mesi.

"Sì certo, dimmi! Spero non sia nulla di grave.."

"Oh no! Tranquilla! E' solo che..." prese fiato e lanciò la sua bomba a mano. "Io mi chiedevo se una sera di queste ti andava di uscire con me."

Silenzio. Una frase del genere Eva non la sentiva da un mucchio di tempo: considerando poi che non aveva mai pensato all'idea di Enrique al di fuori del contesto lavorativo, addirittura come "appuntamento" la cosa la sorprese non poco.

"Oh." seppe dire solamente, con la mente totalmente vuota.

Enrique la guardò negli occhi. "Non devi dirmi di sì perchè ti faccio pena." disse.

"Non te lo direi mai!" sorrise Eva "E poi non mi fai pena, perché dovresti? Insomma sei un ragazzo normale, intelligente, affascinante.."

"...Ma??" domandò lui, ricordandosi dell'opinione di Silvia su quella storia: forse aveva ragione lei.

"Ma niente. Certo che mi farebbe piacere uscire con te." sorrise Eva spiazzandolo.

Enrique sgranò gli occhi chiari, quasi sconvolto - come se gli avesse detto l'ultima cosa che immaginava di sentire al mondo.

"Oddio cioè..wow...io.."

"Quando vuoi uscire?" domandò la ragazza. Non aveva la minima idea del motivo per cui avesse accettato di andare ma sentiva che era la cosa giusta da fare. In quei mesi si era riproposta di non pensare troppo perchè sapeva bene dove i suoi pensieri l'avrebbe inevitabilmente portata, di conseguenza preferiva prendere tutto di petto senza troppi orpelli mentali. Specialmente in una caso "delicato" come uscire con un altro uomo dopo...l'ultimo che aveva avuto.

Inoltre voleva bene ad Enrique, era simpatico, carino, gentile, educato e se fosse andata male sarebbe solamente rimasta un'uscita tra amici e colleghi.

Sorrise, soddisfatta della valutazione personale che aveva fatto di quella situazione.

"Ecco io pensavo a..sabato sera, va bene?"

"Sabato, perfetto."

"Io...non voglio che tu ti senta in obbligo però."

"Nessun obbligo."

"Inoltre Silvia mi ha accennato alla tua situazione e.."

"..La mia situazione??"

"Sì, so che la tua storia è finita da poco..e sembrava importante da come ne parlava la tua amica."

Never Let Me Go || RamosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora