"Come sto?" domandò Eva uscendo dalla camera e andando in salotto dove Veronica stava seduta sul divano a fare zapping alla tv assieme a Tortilla.
L'amica alzò gli occhi guardando Eva in un abito corto blu elettrico che la fasciava.
"Dove devi andare?"
"...In un ristorante del centro, non so quale." commentò lei.
"AHHH l'appuntamento con Quattrocchi."
"Vero!! Smettila!" sbuffò Eva che sapeva come l'amica la pensasse su quell'appuntamento con Enrique.
"Beh vediamo..." riprese Vero "Il vestito è perfetto...se solo uscissi con il tuo ex. Per lui andrà bene jeans e camicia."
Eva abbassò gli occhi un momento. "Potrei almeno fare finta di essere felice per me in questo momento!?"
"Mmm no" sorrise Veronica "Io do voce alla tua coscienza."
"La mia coscienza sta benissimo così, non c'è nessun altro posto dove vorrei stare in questo momento."
Veronica scrollò le spalle. "Allora puoi andare all'appuntamento, non ti ferma nessuno."
Eva la guardò. "E' bello avere l'appoggio della tua migliore amica" commentò ironica.
La ragazza sorrise. "Se sei così convinta non dovrebbe darti fastidio quello che dico io!" la punzecchiò di nuovo.
A volte per Eva parlare con Veronica era come parlare con Sergio: i due avevano un carattere molto simile ed entrambi quando iniziavano a provocarla non finivano più.
Sbuffò, prese la borsa e si diede un'ultima occhiata allo specchio in atrio. "Bene, allora io vado dopo questa felicità e questo entusiasmo che mi hai dimostrato!"
Veronica alzò una mano per salutarla. "Vuoi portarti un cuscino per quando inizierà a parlare di trattati di fisica quantistica e tu vorrai dormire???" le chiese.
"Ciaaaao VERONICA!!!" sbottò Eva seccata chiudendo la porta dietro di sé.
La macchina di Enrique arrivò nel parcheggio del palazzone di Eva pochi istanti dopo l'uscita di casa della ragazza.
I fari dell'auto del ragazzo, una Toyota nera, la illuminarono un momento. In quel momento nella testa di Eva si fece largo il ricordo dei fari dell'Audi di Sergio che l'avevano illuminata allo stesso modo a Camas, quando lui era venuto a riprenderla per portarla con sé a casa.
Scrollò la testa e prese fiato: perchè doveva pensare a Sergio in quel momento? Si ripromise di non farlo mai più e, sorridendo, aprì la portiera dell'auto di Enrique e vi salì.
"Come sei bella stasera!" sorrise lui salutandola.
"Grazie, anche tu" disse Eva notando come fosse la prima volta che Enrique era così elegante in camicia bianca e pantaloni neri.
La macchina ripartì alla volta del centro ed Eva avvertì una strana sensazione alla bocca dello stomaco: forse era solo l'emozione del momento, non essendo più abituata ad un appuntamento con un uomo, o forse era il suo sesto senso che l'avvertiva che quella sera il destino aveva altri programmi per lei.
Sergio entrò in cucina sbadigliando, annoiato da quella serata senza nulla da fare: aprì il frigorifero, osservando come anche esso fosse totalmente vuoto. Non aveva niente da mangiare, se non del latte, una bottiglia d'acqua e due uova.
Decise di prendere il telefono e ordinare la pizza d'asporto quando all'improvviso vide la figura di una ragazza, che indossava la sua camicia, all'ingresso della cucina.
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Never Let Me Go || Ramos
FanfictionSergio ci pensò un momento: era da quasi dieci anni se non di più che non vedeva i suoi vecchi compagni di classe. Considerando la piega che aveva preso la sua vita dopo la fine della scuola, quando a diciannove anni era passato dal Siviglia al Real...