Maggio 2012, Madrid.
Quando Sergio rincasò quella sera si era persino dimenticato che ci fosse Lara che lo stava aspettando.
Dopo tutto quello che era successo, voleva solamente andarsene a letto e fissare il muro per i successivi cento anni: non aveva voglia nemmeno di respirare. Si sentiva..deluso. E arrabbiato. E ferito. Perché Eva si era comportata così? Perché l'aveva respinto? Eppure l'aveva sentita anche lui, baciandola, quella passione li aveva accomunati, il battito del cuore era lo stesso. Gli sembrava di essere tornato indietro a tanto tempo prima.
Ed ora era lì, di fronte alla porta di casa, immobile. Girava le chiavi tra le mani, pensava di entrare o non entrare. Affrontare Lara? I suoi problemi? Come poterle spiegare ciò che sentiva?
Si passò una mano tra i capelli poi decise: si ricordò delle parole di Eva, una volta al parco, quando per la prima volta lui le aveva detto che l'amava. Sorrise suo malgrado poi girò la chiave nella toppa.
Entrò e subito Lara si alzò in piedi dal divano, andando ad accoglierlo: vide qualcosa di strano nei suoi occhi, una luce che prima non c'era. E anche un po' di buio, che prima non c'era.
"Sergio." sorrise.
"Lara" sospirò "So che non è il momento né l'ora ma...dobbiamo parlare."
Chiuse la porta dietro di sé e si spostarono entrambi in salotto.
Per favore, appena leggi questo messaggio richiamami. - S.
Eva cancellò l'ennesimo messaggio di Sergio, e buttò il telefono sul letto di fronte a lei.
Quei manoscritti da leggere non finivano più e più li teneva tra le mani, più non faceva che pensare a tutto quello che era successo. Era passata una settimana esatta: non voleva parlargli, non voleva vederlo, non voleva parlare con nessuno. Nemmeno con Veronica che aveva notato la stranezza e il silenzio dell'amica. Era stata vaga sul com'era andata la serata con Sergio, e lei sapeva che doveva essere successo qualcosa di "grave". Preferì però non indagare, sapendo che prima o poi Eva avrebbe voluto confidarsi con lei e avrebbero trovato assieme una soluzione.
Eva intanto non sapeva come comportarsi: qualsiasi cosa avesse fatto le si poteva ritorcere contro. Parlargli e magari rischiare ancora di finire in una situazione scomoda, evitarlo e dargli ragione su tutto? La sua testa stava per esplodere.
Chiuse i manoscritti e si alzò dal letto: decise di fare una passeggiata per il parco vicino casa sperando che l'aria fresca di Maggio le portasse un po' di sollievo.
Uscì dalla sua camera, convinta che non ci fosse nessuno a casa ma quando passò per la cucina vide Veronica seduta al tavolo a mangiare biscotti in silenzio.
"Che ci fai a casa?" domandò perplessa.
"Ho finito prima" disse masticando.
"Beh, io vado a fare una passeggiata..."
"Posso venire con te?" domandò saltando sulla sedia.
"Certo." disse lei scrollando le spalle.
"Anche perché tu non me la racconti giusta e non voglio che ti tieni tutto dentro." commentò prendendo la giacca e aprendo la porta per uscire.
Iniziarono a passeggiare per il Parco San Miguel che era di nuovo tutto verde e pieno di fiori e colori accesi, dopo la fine del lungo inverno. Madrid con il sole era bellissima, quasi quanto la loro Siviglia.
"Allora, Eva...cosa mi nascondi?" domandò Veronica dopo un po' di passeggiata in silenzio.
Eva sospirò: forse parlarne con la sua migliore amica l'avrebbe aiutata. Forse.
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Never Let Me Go || Ramos
FanfictionSergio ci pensò un momento: era da quasi dieci anni se non di più che non vedeva i suoi vecchi compagni di classe. Considerando la piega che aveva preso la sua vita dopo la fine della scuola, quando a diciannove anni era passato dal Siviglia al Real...