Il giorno di San Juan era arrivato anche in Polonia.
"Le tradizioni spagnole andavano con gli spagnoli" - diceva sempre sua nonna. E così Sergio quella sera si era ritrovato con i suoi compagni vicino al campo, organizzando un falò per festeggiare tutti assieme.
La sua caviglia stava molto meglio, il livido al fianco era quasi sparito e il medico aveva detto che alla partita del giorno seguente, la prima dei quarti di finale dopo la qualificazione di tre giorni prima e il passaggio di turno, avrebbe potuto giocare anche lui.
Non poteva essere più felice e non vedeva l'ora fosse il giorno successivo per poter rientrare in campo, lì dove voleva stare.
"Si accende??" domandò Cesc avvicinandosi a Iker, Victor e Pepe, intenti a cercare di accendere il falò.
"Sembra di no..! Qualcuno non ha un accendino?!?!" domandò Victor voltandosi indietro a guardare tutti i tecnici e i compagni di squadra.
"Nessuno fuma qui!" disse Del Bosque sentendo la richiesta del portiere. "E nel caso qualcuno fumasse si scorda le partite da qui all'eternità" sentenziò.
"Nessuno ha l'accendino, ora sai perché" commentò Cesc scrollando le spalle.
"Non si accenderà mai" sospirò Sergio avvicinandosi ai compagni.
"Che festa di San Juan è senza falò?!?" si lamentò Juan Mata.
"Dobbiamo accontentarci del brindisi, senza falò" disse Iker alzandosi da terra. "E' troppo umido qui fuori perchè si accenda."
"Uomini di poca fede." disse una voce alle loro spalle.
Per un attimo a Sergio sembrò di aver riconosciuto una voce che era impossibile fosse lì, in Polonia, al Residence della Roja.
Si voltò lentamente, sgranando gli occhi.
"OH-MIO-DIO" disse realizzando che di fronte a sé si era materializzata Eva.
I ragazzi si guardarono perplessi. "EVAAAAAA!!" esclamò Sergio correndo verso di lei, prendendola in braccio e baciandola.
Eva sorrise felice, lasciandosi travolgere dall'entusiasmo del fidanzato, lieta di vedere che nulla era cambiato.
Quel giorno, Veronica aveva prenotato i biglietti per un viaggio in Polonia e ci aveva mandato la sua amica, per "sondare il terreno" aveva detto lei, rivedere Sergio e rendersi conto che non avrebbe mai potuto lasciarla per Lara né per nessun'altra. Non dopo tutto quello che avevano dovuto passare in quegli anni.
"Okay! Mettila giù adesso!" commentò Iker avvicinandosi con tutta la squadra. "Ciao Eva! Ben tornata!"
"Buonasera ragazzi, spero di non aver interrotto niente!"
Sergio la fece scendere, senza mai staccarsi da lei. Le tenne la mano, abbracciandola per un fianco: a nessuno dei due sembrava vero di poter abbracciare l'altro, dopo tanti giorni.
"Oh, guardavamo il fallimento della festa di San Juan...ma come sei entrata?" domandò Pepe.
"Per questo dicevo che siete uomini di poca fede! Non potevo venire dalla Spagna senza portarvi San Juan." sorrise.
Tirò fuori dalla tasca l'accendino e sorrise. I ragazzi si guardarono come se avessero visto i regali di Natale. "Heeeeyy!" applaudirono entusiasti "La tua dolce metà è intelligente Ramos!" commentò Gerard dando una pacca sulla spalla all'amico.
"Avevate dubbi??" sorrise Sergio dandole un bacio.
In meno di dieci minuti riuscirono ad accendere il falò di San Juan e tutti applaudirono: le celebrazioni per San Juan potevano finalmente iniziare.
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Never Let Me Go || Ramos
FanfictionSergio ci pensò un momento: era da quasi dieci anni se non di più che non vedeva i suoi vecchi compagni di classe. Considerando la piega che aveva preso la sua vita dopo la fine della scuola, quando a diciannove anni era passato dal Siviglia al Real...