capitolo 19

138 21 2
                                    

Oggi era domenica. Ormai stavo perdendo la cognizione del tempo. Menomale che a ricordarmelo era la radio che era incorporata nella mia sveglia. Sono le dieci. Mi alzo dal letto con fare delicato e vado verso il bagno. La prima cosa che vedo è  il Suo accappatoio. Avevo portato con me tutto quello che potevo di Lui. Altre me le aveva regalate. Credevo sarebbe stato più facile con le sue cose in mezzo. Invece sono passati due anni e la sua perdita mi tormenta ancora. Entro in doccia, l'acqua sembra sempre regalarmi un sollievo. L'acqua calda sui piedi congelati è  una sensazione contrastante ma piacevole. Rimango sotto il getto dell'acqua per quasi un ora. Povere bollette. Mi Asciugo, avvolgendomi con il suo accappatoio. Cercavo di lavarlo con i soliti detersivi che lui faceva usare ma non ha lo stesso profumo. Il profumo era inebriante  e delicato,  sapeva di pulito sempre. Mi stava tre volte più grande. Dovevo solo fare attenzione a non inciampare per come è  lungo. Mentre mi Asciugo il viso con gli occhi chiusi,  mi sale la voglia di sentire per un ultima volta le sue mani sul mio corpo. La sua bocca sul mio collo e il suo respiro sul mio collo. Cosa darei per averti un ultima volta. Era stato Lui a prendersi la mia verginità,  e solo con lui ero stata negli ultimi sette anni. Possono sembrare pochi, ma non per noi che sembravamo averne trascorsi almeno venti insieme. Non è  facile farne a meno, non sono una persona intraprendente, mi appoggiavo  spesso a Lui,  alle sue decisioni anche se cercava di spronarmi sempre,  volendo che fossi io decidere qualche volta e questo lo avevo notato in alcuni casi con Harry, in alcuni casi mi aveva detto di pensare di testa mia..forse perché era così evidente che facessi il contrario.

Detesto le sue espressioni, il fatto che sia così volubile non lo aiuta. Io parlavo e pensavo così tanto ad Harry che mi porsi una domanda. Lui come mi vedeva?
Mi aveva dato della vedova allegra, mi ha dato dell'insensibile e di essere paurosa, di avere un aspetto orribile! Eppure era così risentito ieri sera che non avevo accettato il suo invito. Pensando a questo mi venne in mente una cosa. Chiarirò  una volta per tutte con quell'essere.

Andrò a casa sua.

Non me ne andrò fino a quando non mi darà delle spiegazioni.

Nel frattempo mi ero asciugata. Ed ero vestita avevo messo un vestito largo,  simile ad una maglia lunga,  dei leggins neri e delle scarpe e il solito stivaletto bianco.E notai che ultimamente iniziavo a non indossare le mie solite tute. L'ultima volta che andammo a fare compere,  July mi fece comprare l'impossibile. Diceva che le tute non rendevano, ma a  me poco importava,  erano comode!!

Uscii di casa con il pensiero che avevo fatto poco prima. Il mio carattere era anche questo, ero imprevedibile. Lo notai anche in Harry, quando ieri pensavo che fosse sul punto di baciarmi,  invece andò via con le sue solite parole sputate  come un serpente velenoso.

Solo ora ricordavo che la strada da prendere era lontana, a piedi non ci sarei mai arrivata.
Se non sbaglio avevo ancora il suo numero sul mio cellulare. Si eccolo 066122334. L'ho memorizzai con il nome e cognome.

Ero in bilico.. ero insofferente se schiacciare il tasto e chiamarlo o in qualche modo fargli un effetto a sorpresa.  Era da poco mezzogiorno. Sarei arrivata ad ora di pranzo. Se era in compagnia? Solo il pensiero mi diede fastidio e non so perché dovrebbe. Ma solo il fatto che mi Detestava ..portava in me un milione di domande da fargli  volendo capire il perché.

Camminando  mi trovai a guardare il bar carino.

《Buongiorno》entrando vidi Thomas al bancone. Mi sorrise.
《Ciao Ana.!》 Sembrava contento di vedermi.
《Come stai? 》Gli chiesi.
《Bene. Si lavora.》mi rabbuiai a sentirlo dire.
《Che succede? Qualcosa non va?》l'ho guardai e presi posto allo sgabello d avanti a lui.
《Io non riesco a trovare niente.》e abbassai lo sguardo. Afflitta
《Se vuoi posso chiedere in giro. Che cosa vorresti fare?.》l'ho guardai con un cenno di sorriso. Mi stava aiutando?
《Bé. Credo che vada bene qualsiasi cosa ..》mi guardò come se stesse pensando a qualcosa e nel frattempo si girò a preparare qualcosa.
《Thomas? Posso chiederti una cosa?》Ero incerta se fare la domanda oppure no.
《Chi è Harry Styles? 》Il suo nome quasi uscii  un mormorio, ma Thomas si immobilizzo e capii  che mi aveva sentito. Si girò solo con una parte del viso. Era in difficoltà.
《Parli della.persona che hai visto l altra volta qui?》non capivo perché rispondeva con un altra domanda.?
《Sì. È  lui giusto?》
《Sì. ..perché lo chiedi? 》Sì girò e notai con stupore che mi aveva preparato una cioccolata calda... se l'ho era ricordato!
《Ti ho visto in confidenza con lui..c _ credevo che tu lo conoscessi bene.》Ora ero nel dubbio. Ma presi ringraziandolo  la tazza con il liquido zuccheroso che tanto mi dava sollievo.
《Credo ..che.. non posso risponderti. È  molto fiscale.》Ecco anche Thomas eseguiva  i suoi ordini.
Non volevo più aprire il discorso così parlammo del più e del meno e nel momento che eravamo in una fragorosa risata la porta del bar si Aprii. Ed entrò Lui.... Harry Styles.

Entrò a passo lento, mi girai non volendo avere a che fare con lui. Thomas cambio totalmente atteggiamento quasi non l'ho riconoscevo. E per stargli il più lontana, presi la mia tazza che grazie alle risate era rimasta ancora a metà e andai a sedermi al solito posto vicino la vetrata. La mano non nascondo che mi tremava ma trovai più sollievo quando appoggiai la tazza sul tavolino. Mi girai quando con fare minaccioso  Harry disse a Thomas che se succedeva un altra volta lo avrebbe licenziato. A che cosa si riferiva? Cosa faceva Thomas di così sbagliato da ricevere una cattiveria simile. Mi sarei sentita in colpa se mentre lui aiutava a cercare lavoro a me, lui nel frattempo l'ho avrebbe perso. E solo una persona in quel momento poteva darmi fastidio e togliermi dai miei pensieri.
《Milton. Posso sedermi?》spero stava scherzando.
《Tanto già so che si siederà  ugualmente.》sbuffai. E come avevo previsto ora mi sedeva di fronte.
Si tolse la giacca. E notai stranamente che oggi era vestito casual. Dava più l area di avere la sua vera età. Sembrava avere un area stanca, sembrasse non aver dormito.
《Hai finito di fissarmi?》O mio dio non me ne ero neanche accorta. E farmelo notare era da vero maleducato.
《Scusi e che oggi sembra ...diverso.》

Guardò il suo orologio costoso sul polso e guardò il bancone richiamando l attenzione di Thomas con un braccio alzato. Cafone pensai.

Thomas arrivo al nostro tavolo. E dandoci del Lei chiese
《Cosa posso servivi?》chiese con efficienza.
Harry parlò.
《Porta qualcosa da stuzzicare e porta via la tazza della signorina Milton.》
Ecco lui ora decideva anche quando era ora di finire di bere.
Lo guardai storta. Se ne accorse. E fece finta di niente stranamente. Forse perché eravamo in un bar. Altrimenti non credo si sarebbe mantenuto dallo sbattermi al muro.
Thomas portò subito un vassoio con tante cose da mangiare..altro che spizzicare.
《Puoi mangiare, offre la casa.!》
《Posso permettermi di pagarlo.》 Con voce dura risposi. Quest'uomo suscitava dell'acidità in me peggio di un limone senza zucchero.
《Lo so. ...Ma non vieni a cena da me...permettimi di offrirti almeno questo.!》era audace. Dopo attimi di silenzio, presi coraggio e parlai.
《Volevo venire da lei!》si fermò con la forchetta a fior di labbra, e la riporto sul piatto. E poi mi guardò  negli occhi.
《Perché? Cosa ti fa pensare che puoi venire quando vuoi?》inizialmente sembrò stupito...Ecco. Questo mi fa pensare al fatto che avevo detto che a volte non pensavo prima di fare le cose. E menomale che non avevo la macchina. Perché la sua faccia era di diverse sfumature.
《Lei è  un enigma per me. Volevo solo parlare.》alza le sopracciglia come per non capire.
《Ora stiamo parlando e non mi sembra che stai dicendo niente di interessante.》sembrava scocciato.
《Lei è. . Imprevedibile》
《Ieri sera mi è  sembrato sentirmi dire che sono uno Stronzo.》Ora mi guardava cupo.
Ero in difficoltà.  Come al primo colloquio di lavoro e devi fare la tosse ma non vuoi sembrare sgarbata.
Non mi fece parlare perché poi mi disse.
《Thomas...ti piace?》cosa? Ora anche Thomas era nella sua lista nera pensai.
《No. Perché pensa che ognuno con cui sto a contatto  mi debba piacere.?!》
《Mangia.》Ora mi dava pure degli ordini.
《Non ho fame.!》si stava arrabbiando. Ormai iniziavo a conoscerlo.
Ma nel frattempo il mio cellulare squillò ed era Zayn.
《Mi scusi.》 Non aspettai  una sua risposta che stavo già salutando Zayn.
Quando ebbe capito con chi ero al telefono, mi stava uccidendo con lo sguardo, le sue narici si allargarono come per prendere più aria ai polmoni. E stringeva la forchetta quasi a farsi uscire le nocche bianche. Era geloso? Forse possessivo. ..ma perché? 
《Sì Zayn.. posso richiamarti  ora non posso parlare.》
《Okay amore richiamami.》disse Zayn. Forse dal mio viso si doveva notare che ero tesa.
《Cosa fa per dimostrartelo?》 Non capivo cosa voleva dire.
《Dimostrarmi  cosa.?》
《Cosa fa lui...per dimostrarti che ci tiene.》Ora capivo. Aveva sentito chiamarmi amore al punto che credeva veramente  che avevamo una storia.
《Niente. Credo.》si non ci pensavo nemmeno.
《È tu... lo ami?》me l' aveva già fatta questa domanda... ma forse non mi aveva creduta.
《Io non amo nessuno. La persona che amavo  è  morta glielo  già detto ieri sera.》sembrò irrigidirsi.

Si alzò dal tavolo, lo guardavo perplessa. Prese la mia giacca dietro la mia schiena e la teneva per farmela indossare. Così d istinto mi alzai e mi feci aiutare. Strano comportamento. Notai. Quasi in un abbraccio per sistemarla meglio mi sussurrò all'orecchio..
《Sii mia ..stasera.》Ecco che a quelle parole l agitazione prendeva il sopravvento e non riuscivo a spostarmi ne a dire niente.
《Non aver paura di me... vorrei solo rinvitarti  a cena e .. conoscerci meglio. A casa mia.》sembrava quasi sofferente. Il suo tono come quello ammaliatore, misto a seduzione. Ma sembrava volerlo con tutta la sua forza.

Mi girai. . E guardandolo dritto negli occhi risposi.
《Non sarò  mai sua.》
È con questo andai via salutando alla svelta Thomas e uscii respirando a gran fiato fuori dal bar. E senza accorgermene, avevo rifiutato un suo invito per la seconda volta.

LA RAGAZZA DI DUNDEEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora