capitolo 35

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Cercai più volte di abbassare la maniglia, ma la porta era chiusa dall'interno. Iniziai a chiamarlo in tono lento e disperato.
《Harry!? Ti prego aprì.!》niente.
Non venne ad aprirmi e non mi rispose. Mi guardai intorno cercando qualche idea ma non mi venne in mente niente.
Sospirai.. e riandai sul grande letto. In quel momento sembrò così freddo. Cercai qualcosa di più pesante per coprirmi. Avevo dei brividi. Forse il mio stato mi portava a tremare. Mi rialzai per cercare la mia valigia che trovai poco dopo vicino la vetrata.
La presi e l appoggiai sul divano per aprirla. Avevo portato con me molte cose anche se dovevamo stare solo tre giorni. Erano iniziati bene. E ora quasi sentivo il desiderio di ritornare a casa. Dopo aver preso un cardigan, uscii fuori il balcone. L'aria era piacevole.
Congiunsi le braccia. Portai la testa indietro e respirai a fondo per calmarmi. Non capivo proprio in cosa avessi sbagliato. Forse si era pentito. E stranamente io non lo ero per niente. Avevo ancora il desiderio di lui. Forse perché ero sempre stata una romantica...mi era sempre piaciuto essere coccolata e amata. E anche se per poco tempo stasera ero stata bene.
Non sapendo proprio che fare. Andai a letto. Cercai di spegnere le luci... ma mi sembrò impossibile quasi con tutta quella tecnologia. Così le lasciai soffuse.
Non convinta di aver fatto abbastanza mi alzai un ultima volta per richiamare Harry. Non mi piaceva sapere che stava male in quella stanza. Odiavo vedere le persone soffrire. E con lui non ero riuscita a vedere quanto stesse male.

Mi ritrovai d'avanti la porta cercai di bussare piano. E cercai anche se attraverso una porta di fargli arrivare le parole al cuore.

《Harry... se non vuoi aprire questa porta...ascoltami almeno! Non so che cosa sia successo. .. ma bisognerebbe che ne parlassimo. Per me è già difficile... e se tu fai così lo è ancora di più. Stava andando ...tutto così bene. Vorrei potermi prendere cura di te in questo momento...ma se tu non aprì penso sia difficile.!》 Non rispose. Nessun segno cHe mi stava ascoltando. Mi abbassai e mi Appoggiai con la testa alla porta per quanto ero stanca.

Poi il suono del mio cellulare mi risvegliò. Mi ero addormentata sul pavimento.

Il cellulare segnava un numero anonimo. Era tarda ora. Chi poteva essere.?
《Pronto?》 Nessuno rispose.
Anzi staccò un attimo dopo.

Guardai l'ora...ed era veramente tardi. Anche se il giorno avrei anche potuto dormire, tanto non avevo impegni.

Ero la ragazza rinchiusa nella torre di vetro. Risi per come sapevo prendermi in giro da sola.

Stufa mi coricai.
E il sonno si impossessò di me.

Il sole entrò penetrante come non mai. A quel l'altezza sembrava poterlo toccare con mano.
Bellissima giornata. E faceva anche caldo.

Mi vestii, mettendo un vestitino morbido, lungo fino alle ginocchia, a manica corta blu. Mi Sistemai i capelli e misi un po di profumo.

Presi il cellulare e vidi che erano solo le otto del mattino.
Nel frattempo pensai più volte di bussare alla porta di Harry... ma non volevo svegliarlo. Non lo conoscevo. Non sapevo cosa, è se mi avrebbe poi parlato.

Il mio stomaco iniziò a brontolare per la fame. E il telefono iniziò a squillare in camera. Andai di corsa.
《Sì? 》chi mi chiamava dal telefono dell'albergo.?
《Buongiorno Signorina Milton. Sono Linda... Volevo dirle che il Signor Styles la sta aspettando al bar per la colazione.》 Harry non mi aveva svegliata e non era venuto lui a chiamarmi. Ma voleva che lo raggiungessi. Stanca della situazione dissi di si.
《Okay gli dica che sto scendendo e Grazie.!》
Uscii dalla porta, il corridoio era silenzioso.
Alla fine del corridoio una persona della security era di turno. Chiesi a lui la strada per arrivare al bar.

Arrivata... mi guardai intorno.

E poi eccolo che incontrai il suo sguardo.

Poco dopo lo abbassò e guardò verso il panorama che sorgeva dalla grossa vetrata. Aveva già d'avanti una tazza e alcune cose da mangiare.

LA RAGAZZA DI DUNDEEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora