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Il succhiotto o segno di suggellazione o ecchimosi non accennava minimamente a sparire, era solamente diventato un po' più piccolo e chiaro. Tutte le mattine Frank lo guardava allo specchio, tracciandone i contorni sfumati con le dita, e poi sorrideva. Lo aveva segnato anche sul suo quaderno: aveva scritto la data e che erano nella camera da letto di Gerard e di fianco aveva anche aggiunto "primo bacio speciale", perché gli piaceva chiamarlo così, e "abbiamo fatto l'amore".
Adesso il programma che avevano dei giorni in cui trovarsi per dipingere i quadri si era completamente scombinato, dato che da tanto tempo stavano scegliendo dei giorni a caso, e visto i suoi genitori che erano preoccupati perché lui era un "pazzo suicida" gli avevano detto che per non stare da solo a casa avrebbe potuto andare da Gerard ogni pomeriggio e portare anche i compiti, perché Gerard era molto molto intelligente e si era laureato con cento e lode e i suoi professori gli facevano un sacco di complimenti ogni volta che lo incontravano e avrebbe potuto aiutarlo a migliorare anche in francese.
Frank fu molto felice di questo, perché sapeva che si sarebbero baciati molto durante tutto il tempo e fare le materie con lui sarebbe stato divertente. E avrebbe potuto tenere sul tavolo Johnny il pinguino mentre studiava, cosa che a casa sua non poteva fare perché Linda altrimenti cominciava a gridare che si distraeva ed era colpa di quello stupido peluche e che Gerard sicuramente glielo aveva regalato per gentilezza perché lui lo aveva assillato come un bambino, e il primo pomeriggio che aveva messo sul tavolo il pupazzo sua madre lo aveva anche sgridato perché aveva assillato Gerard, cosa che in realtà non aveva mai fatto, ma comunque era rimasto zitto, perché altrimenti se avesse provato a dire qualcosa lo avrebbe sgridato di più, e così si era limitato a guardarla mentre portava Johnny nella sua cameretta, stando attento che non lo buttasse via da qualche parte.
Ma la cosa importante era che adesso invece avrebbe potuto tenere Johnny sul tavolo.
E avrebbe avuto Gerard accanto per tutti i pomeriggi tranne di domenica. E il martedì si sarebbero sempre visti a cena, inoltre.
E tutto questo era davvero molto bello.

Il lunedì trovò la macchina nera fuori da scuola, ad aspettarlo. Corse giù dalla gradinata inciampando una sola volta, poi aprì la portiera e vi si infilò dentro, richiudendola immediatamente dietro di sé, gli occhi spalancati mentre si mordeva il labbro con aspettativa, fissando molto attentamente il biondo, che a sua volta gli aveva gettato un'occhiata carica di emozioni. Il signor Pemberton salutò il più piccolo con un semplice cenno per poi mettere in moto la lussuosa automobile, l'artista gli disse un normale ciao e appena si fu allacciato la cintura gli prese la mano con le sue dita forti, un sorriso enorme dipinto sul viso.
All'inizio a Frank sembrò un sorriso normale, così ricambiò, timidamente, arrossendo, senza riuscire a togliersi dalla testa le immagini e le sensazioni dei loro due corpi uniti, qualche sera prima, ma subito dopo sentì le braccia del biondo allungarsi verso la sua schiena e poi attirarlo verso il suo petto forte con una spinta delicata.
Prima ancora che potesse pensare a cosa stava realmente succedendo, si ritrovò a baciarlo. I finestrini erano quelli neri (come nei film delle spie), oscurati, quindi da fuori nessuno avrebbe visto niente, ma...

- G-Gee il signor P-Pemberton - tremò, adoperando tutta la sua forza di volontà per staccarsi.
Gli girava la testa: Gerard lo aveva baciato in macchina davanti a una persona e quella era una delle cose che dovevano stare attenti a non fare. Perché nessuno avrebbe capito quanto lo amava e avrebbero cominciato a dire che avevano troppi anni di differenza. Era il loro piccolo segreto. E nessuno poteva saperlo.

- Fidati, lui non dirà assolutamente niente... Vieni qui, è da tanto che non ti bacio, mi manca - di nuovo, dopo averlo guardato e accarezzato, lo strinse, e le loro labbra si incontrarono ancora.
Fu dolce, ma intenso.
Gerard andava piano, partendo semplicemente sfiorando la sua bocca con la propria, delicato, e solo se sentiva un segno di incoraggiamento da parte del minore lasciava scivolare fuori la lingua per congiungerla alla sua. Lo assecondava in ogni sua timidezza e incertezza, ma senza bloccarlo, anzi, incalzandolo con una delicatezza inimmaginabile, facendogli superare le sue piccole paure e i suoi timori.

𝐜𝐨𝐥𝐨𝐮𝐫𝐬  ♡  𝐟𝐫𝐞𝐫𝐚𝐫𝐝 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora