- Tutto okay Frankie?
Quello annuì, con un sorriso enorme, il volto girato verso il finestrino, a contemplare la strada trafficata, i grattacieli enormi e tutte quelle persone che giravano per la grande perplessità New York City.
L'eccitazione stimolava tutti i suoi sensi: si fermava ad ammirare qualsiasi cosa, una margherita nell'asfalto delle strade, le cravatte colorate degli uomini d'ufficio, le persone giapponesi (Frank rifletté in particolare sul fatto che non aveva mai visto gente giapponese in giro con un cane), quelle africane vestite nei loro abiti tradizionali e pieni di colori, macchine gialle ovunque (George avrebbe detto circa dieci parolacce al secondo lì) e signore con la pelliccia e borse molto molto costose e chihuahua come quello di Prudence che sembravano effettivamente Prudence e con una buona probabilità avevano anche la stessa simpatia di Prudence, se non ancora meno.
Erano partiti un'ora prima, seduti vicini nei sedili posteriori della limousine, riempiendosi di baci per la felicità di quella settimana solo per loro.
Frank era andato a casa di Gerard la sera prima, molto molto emozionato. Concentrarsi sulle cose felici con Linda e Anthony che avevano continuato a litigare sotto i suoi occhi era stato molto difficile, ma finalmente il giorno precedente era riuscito a fare le valigie (che erano tre, una piena di vestiti e le altre due per le cose più importanti come i libri, la sciarpa di Johnny, Johnny stesso, il nastro blugiallo, il suo portalistini, dei soldi per comprare la felpa rosa, le matite colorate e le penne e molto altro) ed era andato via dalla sua casa. Era arrivato davanti alla porta del suo fidanzato alle 19:33. I suoi genitori l'avevano salutato, solo con la mano però, senza dargli nemmeno un bacio sulla guancia. Suo padre gli aveva scompigliato i capelli, sua madre non si era nemmeno avvicinata. Gli avevano detto di divertirsi. Frank non aveva saputo leggere l'espressione sui loro volti, così gli aveva detto "lo farò di certo, ciao" e poi loro erano tornati indietro promettendo di chiamare qualche volta.La sera lui e Gee avevano fatto l'amore per ore e ore, prima sul tavolo della cucina e poi sul divano, dove infine si erano addormentati, ansimanti e sorridenti. Era stato molto dolce. Avevano mangiato a letto, durante una piccola pausa, stretti, tra baci infiniti e carezze sfuggenti.
Alle quattro e mezza si erano svegliati per dipingere un quadro in cui doveva esserci l'alba. Mentre bevevano un caffè caldo, si erano messi davanti alla finestra per osservare. Avevano guardato il cielo diventare bianco, e poi avevano visto nascere una vena viola, piccola, una sbavatura ad acquerello, che si era allargata sempre più fino a diventare rosa e dorata e aveva inglobato tutto il cielo, e solo in quel momento Gerard si era messo a dipingere.
Frank non aveva dovuto fare niente, semplicemente rimanere a guardare quello spettacolo.
Dopo due ore il quadro era già pronto, e avevano deciso di dormire ancora un pochino e di arrivare in hotel per pranzo.
Era l'ultimo dei quadri che dovevano fare.
Gli era venuto da pensare a quando aveva appena cominciato a fare il modello e ai primi baci con Gee, a quando lo aveva fatto spogliare e aveva cominciato a balbettare e si era incastrato nella maglietta.
Lo aveva baciato, mentre si stava assopendo.
E si era sentito felice.Si erano svegliati alle dieci e avevano fatto colazione con i biscotti degli animali al cioccolato, poi il signor Pemberton aveva caricato tutti i bagagli sul retro della lunga limousine liscia e nera e adesso erano lì, a cinque minuti dalla loro destinazione.
Il ragazzo era molto contento, perché avrebbe passato tanti tanti giorni con Gerard, ma anche terribilmente nervoso.
Soprattutto per l'intervista, che si sarebbe svolta quel giorno stesso. Chissà che domande gli avrebbero fatto. Sperava qualche domanda sulla sua passione per la matematica. Un'altra cosa che sperava era di non perdersi. Ma avrebbe avuto Gerard di fianco, lui lo avrebbe sicuramente recuperato - quindi non c'era molto da preoccuparsi per questo aspetto.
Piuttosto, e se cominciava a pensare a Gerard nudo mentre lo stavano intervistando?
E se si eccitava?
E se voleva un pompino?
Doveva dirlo a bassa voce a Gee o aspettare?
E se si annoiava?
O le mani iniziavano a sfarfallare?
E se rimaneva distratto da qualcosa sulla parete?
E se gli scappava la pipì e doveva andare tanto tanto?

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𝐜𝐨𝐥𝐨𝐮𝐫𝐬 ♡ 𝐟𝐫𝐞𝐫𝐚𝐫𝐝
Fanfiction"Sei il blu Frank, la tentazione di ogni artista, splendidamente armonioso." • • #228 in fanfiction 10/03/17 #137 in fanfiction 5/12/17 © mravelous