𝐜𝐨𝐥𝐨𝐮𝐫𝐬 ♡ 𝐟𝐫𝐞𝐫𝐚𝐫𝐝

4.

Il giovedì mattina durante la lezione di scienze della terza ora Frank, oltre che a far rimanere perplesso il professore alzando la mano alla domanda "qualcuno sa dirmi cos'è la gincobiloba?", aggiunse un altro punto alla sua lista di perplessità su Gerard - anzi, per la verità altri due:

La dodicesima perplessità riguardo a Gerard era che Gerard lo trovava affascinante quando si perdeva nei propri pensieri, e perdersi nei propri pensieri era una cosa che nessuno trovava affascinante, anzi, che tutti credevano fosse molto fastidiosa e maleducata.

La tredicesima perplessità su Gerard era che lo voleva come modello per una serie di quadri da esporre all'impotantissimo Metropotam (si accorse di averlo scritto male solo dopo due minuti e trentasei secondi di riflessioni, in seguito ai quali cancellò Metropotam e scrisse sopra  Metropolitan? proprio col punto interrogativo perché non era proprio sicuro che fosse così) Museum di New York, una serie di quadri molto coraggiosa che doveva rappresentare qualcuno di molto triste.

E forse la quattordicesima perplessità era che lui aveva accettato.
Ma questa probabilmente era una perplessità che riguardava se stesso, quindi la cancellò lasciando solo il numerino 14 per scrivere la prossima perplessità su Gerard. Accorgendosi che aveva scritto male il quattro, però, cancellò definitivamente anche il numerino. E dopo essersi accorto anche che aveva scritto Gerard e non signor Way, cancellò tutti i Gerard e venne fuori un bel pasticcio, però alla fin fine pensò che lui non dispiaceva il disordine così lasciò tutti i Gerard cancellati e ci scrisse sopra in piccolo signor Way, poi passò le seguenti tre ore di scuola a chiedersi se avrebbe potuto tenere i Gerard, dato che, dopotutto, sua madre non avrebbe mai visto quella lista, e a domandarsi se valesse la pena di ricopiare in bella il tutto una volta a casa.

Infine suonò la campanella e quando suonò si ricordò che quello sarebbe stato il primo pomeriggio a casa di Gerard per fare il modello dei quadri molto coraggiosi, e che il giovedì non aveva ore di scuola al pomeriggio, e che aveva completamente dimenticato di prendere il pranzo che sua madre gli aveva lasciato sul tavolo dicendogli che certamente Gerard non si sarebbe messo a cucinare per lui. 
E rimase seduto per dieci minuti a pensare sul da farsi, poi si accorse di essersi perso nelle sue perplessità riguardo alla maionese - che sua madre si ostinava a mettere nei tramezzini anche se lui le aveva detto cento volte che non gli piaceva proprio - e decise di alzarsi, si mise lo zaino in spalla e si ricordò che Gerard doveva venirlo a prendere direttamente a scuola e accipicchia, stava continuando a chiamarlo Gerard e non signor Way ed era persino in ritardo e sicuramente Gerard, cioè, il signor Way, lo stava aspettando fuori con una macchina molto bella chiedendosi se fosse andato a cercare fossili di animali molto sconosciuti o piante di gincobiloba.

Cominciò a correre per non arrivare più in ritardo di così (che era già tantissimo), uscì in cortile pieno di emozione ma non vide nessuna macchina fuori dai cancelli, e stava cercando di decidere cosa fare quando sentì alcune dita che gli prendevani la spalla e lo strattonavamo violentemente da dietro.

Immediatamente il suo cuore ebbe un battito violento, pieno di terrore.
Non fece in tempo a voltare la testa che una mano enorme lo colpì dritto nello stomaco. Ansimando per la corsa e per il colpo, piegato in due, riuscì a distinguere delle risate sghignazzanti e qualche "Pansy", poi qualcuno gli diede un altro colpo, stavolta più vicino al collo, che gli mozzò il respiro.
Cadde per terra, aveva ancora lo zaino sulle spalle. Strinse i pugni per non piangere davanti a loro (in genere lo picchiavano di più quando piangeva), ma sentiva la gola pulsargli come quando era triste e pensava a Gerard, e si sentiva così debole e stupido quando i suoi compagni lo picchiavano.
Tirò su con il naso, rannicchiandosi su se stesso per ripararsi dai calci e riparando la testa con le mani.