3.

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Fu la cena migliore che Frank avesse mai fatto al club.
Gerard - cioè, il signor Way, ignorò completamente Jeffrey, e rimase tutto il tempo ad ascoltarlo. Parlarono di perplessità, di matematica, di fossili di animali molto sconosciuti e anche degli strudelini ai fichi, una delle merende preferite di Frank, esattamente in questo ordine: durante l'antipasto parlarono particella immaginaria i, quando arrivò una zuppa molto molto raffinata invece delle persone troppo buone e di quelle cattive e del fatto che tutto il mondo lasciasse Frank molto perplesso, e durante il secondo dei fossili di animali sconosciuti e anche della gincobiloba, che Gerard gli aveva spiegato essere una pianta molto antica che però esisteva ancora sulla terra. La faccenda della gincobiloba fu molto interessante, e Frank scoprì che Gerard (il signor Way, accipicchia!) sapeva una vasta gamma di cose molto interessanti. Poi arrivò il dolce ed era una torta con su una gelatina verde che era molto biologica, a Ge... cioè, al signor Way piaceva abbastanza, a Frank un po' meno, così vennero fuori gli strudelini ai fichi, che erano molto buoni per i fichi ma anche perché a differenza di molte merendine usavano ancora l'olio di palma - e su questo furono d'accordo entrambi. Infine insieme fecero finta di aver mangiato la gelatina, che anche se era biologica faceva proprio schifo, e la nascosero nei tovaglioli come Frank faceva a mensa quando facevano i fagioli, dei quali comunque la gelatina verde era molto peggio.
Poi Lord Carshalton cominciò a parlare degli scacchi mentre tutti gli altri stavano commentando l'andamento della borsa (che non era molto interessante come la gincobiloba, i fossili, la particella i e gli strudelini ai fichi, anzi, non lo era per niente) e Frank chiese se voleva fare una partita e Lord Carshalton disse di no perché tanto perdeva sempre, così l'argomento di conversazione dagli strudelini ai fichi andò allo strudel in generale, che piaceva tanto al signor Way - finalmente lo aveva chiamato nel modo giusto - soprattutto quando aveva tanti pinoli e Frank si ripropose mentalmente di chiedere a sua madre di fargli lo strudel con i pinoli perché voleva assaggiarlo.

Era meraviglioso avere quegli occhi marroni solo per lui.
Sembravano proprio attenti a ogni sua frase, rispondevano alle sue osservazioni con precisione e gli sorridevano ogni secondo, facendolo arrossire lievemente.
Rimase perplesso per l'ennesima volta da quelle iridi color cioccolato, perché ogni secondo sembravano avere qualcosa in più da raccontargli. E se già prima le aveva amate, non poteva fare altro che amarle ancora di più.

- Gerard? - chiese a un certo punto dopo essersi perso nei suoi occhi, interrompendolo mentre stava parlando ancora dei pinoli nello strudel, anche se probabilmente interromperlo in quel modo così improvviso era una cosa molto maleducata.
Anzi, sicuramente era una cosa molto maleducata, perché sua madre quando lo faceva, in genere senza volerlo, gli tirava altre gomitate. Come quando si perdeva o lo chiamava Gerard.
Gerard!
Se ne accorse solo in quel momento: lo aveva chiamato Gerard!
Gli aveva detto proprio: "Gerard?", come se avesse potuto permetterselo!
Si coprì la bocca con la mano, ma Ger... il signor Way non sembrava molto turbato dall'errore che aveva appena commesso:

- Sì, Frank? - chiese, interrompendo molto pazientemente il proprio discorso per rivolgere tutta la sua attenzione a lui.
Era una cosa che lo faceva impazzire.
Il fatto che fosse sempre disposto a metterlo in primo piano e ad ascoltarlo.

- Tu dipingi vero? - domandò poi, assorto, poi pensò che fosse meglio scusarsi per essere intervenuto in mezzo a un altro discorso con una domanda peraltro così stupida (era ovvio che Gerar... il signor Way dipingeva, quella era una di quelle che i suoi professori chiamavano interrogative retoriche):

- Cioè, scusa, stavamo parlando dello strudel, però mi è venuta questa domanda e avevo paura di perderla poi - corrugò la fronte, come se si fosse dovuto concentrare per pronunciare quella breve frase.
Gerard (dannazione, possibile che non riuscisse a mettersi in testa che non poteva e non doveva chiamarlo così???) lo guardò, rise brevemente e poi cominciò a gesticolare, come faceva quando si preparava a parlare:

𝐜𝐨𝐥𝐨𝐮𝐫𝐬  ♡  𝐟𝐫𝐞𝐫𝐚𝐫𝐝 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora