Capitolo 6

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(Vi consiglio di ascoltare la canzone mentre leggete. Spero vi piaccia)

Peter mi accompagnò in macchina fino a casa, non dicemmo nulla per tutto il tragitto, lui mi stringeva la mano che era appoggiata sopra la mia gamba, mi sentivo così calda, così al sicuro. Non avevamo parlato del bacio, ne io, ne lui sembravamo propensi a farlo, sapevo che era sbagliato, che era come scappare, ma era da una vita che scappavo dai miei problemi, una volta in più non mi avrebbe fatto nulla. -Vuoi che ti accompagni?- mi domandò appena ebbe accostato la macchina. Ero così tentata di dirgli di si, ma feci ceno di no con la testa -Non vorrei mai dividermi da te, ma devo, altrimenti domani ne vorrò ancora in più- dissi. Gli diedi un bacio su una guancia, lui si girò verso di me. -Lali, credo che ne dovremmo parlare...- iniziò a dire, ed io gli tappai la bocca con la mia, impedendogli di parlare. -Non funziona così- mi disse appena ci staccammo dal bacio. -Per me si, ed è perfetto così- dissi. Lui scosse la testa e sospirò. -Che c'è, credi che mi stia comportando da bambina?- gli domandai. Lui incrociò il suo sguardo con il mio. -Lali, se guardiamo la differenza d'età, tu per me sei una bambina- disse. Scossi la testa sconcertata. -Non è così tanta- dissi. -Ma se non sai nemmeno quanti anni ho- mi fece notare. -Non mi interessa saperlo, non voglio che tu inizi a costruire un muro fra di noi- gli dissi. Lui sospirò di nuovo. -Ok, ma domani ne parliamo- disse. Sorrisi e lo baciai sulle labbra. -Se domani ti farò aprire la bocca per parlare, sarai fortunato- gli dissi, poi scesi svelta dalla macchina per non ascoltare la sua risposta. Sentivo la bocca gonfia e sapevo che doveva essere rossa come quella di Peter, ma a me piaceva che fosse così. Entrai in casa, mio padre stava a vedere la partita sul divano. Salì le scale ed entrai in camera mia, quasi mi venne un colpo quando vidi mia madre seduta sul mio letto, era così magra che sembrava quasi trasparente, era semplicemente pelle ed ossa. Lasciai cadere a terra la borsa e mi avvicinai a lei, mi sedetti accanto a lei sul letto, come me, odiava essere toccata, quindi non lo feci, tentai di sedermi il più lontano possibile da lei, anche a rischio di cadere. -Sei tornata in macchina. Con chi eri? Non sono riuscita a vedere la sua faccia dalla finestra della mia camera- mi chiese. Respirai profondamente prima di risponderle. -Un'amica di scuola- mentii. -Un adolescente di 15 anni con un automobile? chiese -mi sembra un po' improbabile. So che era un ragazzo, un uomo- disse. -Un amico- dissi. -Hai la bocca gonfia e rossa, Mariana- lei era l'unica a chiamarmi col mio nome intero, semplicemente per il fatto che il nomignolo "Lali" me lo avesse dato Daniel. -Ed allora? Non ti importa di me, fai finta che non sia successo e che vada tutto bene- dissi alzandomi ed aprendo l'armadio, mi stavo mettendo il pigiama. -Mariana, potresti non essere così impertinente? Voglio sapere se mia figlia è diventata una prostituta- mi girai verso di lei, stavo trattenendo le lacrime a fatica, sentivo il cuore che mi faceva male, tutto mi faceva male, mi sentivo come se mi avesse dato uno schiaffo sul volto. -Tu credi questo di me?- le domandai mordendomi il labbro per non piangere, stavo tremando. -Lo sei o no?- domandò. -Allora significa che lo credi- mi girai ed uscì dalla stanza sbattendo la porta con forza dietro di me, sentii mio padre gridare dal piano di sotto -Fa silenzio mocciosa- scesi velocemente le scale e presi il giaccone dall'attaccapanni, ma mi dimenticai l'ombrello. Iniziai a girare senza una meta e poi mi ricordai dell'abbraccio di Peter. Chiamai lo studio del giudice, dicendo che avevo avuto una lite coi miei genitori e che avevo bisogno di parlare col signor Lanzani al più presto, che avevo bisogno del suo indirizzo, il giudice Nicolas Bauwer me lo diede senza fare storie. 

La casa di Peter era grande e colorata di bianco, appena la vidi pensai che era perfetta per lui. Bussai alla porta tremante, bagnata fradicia ed infreddolita, perché per la seconda volta quel giorno ero uscita senza ombrello ed avevo camminato sotto la pioggia, sicuramente mi sarei beccata la febbre. Peter aprì ed appena mi vide rimase a bocca aperta. -Cos'è successo?- domandò. Lo abbracciai senza pensarci. -Non fare domande ed abbracciami- dissi, mentre scoppiavo in lacrime fra le sue braccia. -Ho bisogno di te- dissi singhiozzando. Lui mi prese la mano e disse -Vieni dentro, non voglio che tu ti ammali- disse e chiuse la porta dietro di noi.  

Per sempre insieme LaliterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora