Capitolo 7

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Narra Peter:
Quando aprì la porta rimasi sorpreso. Mi aspettavo di tutto, meno Lali. Lali così piccolina, che piangeva, Lali sotto l'acqua, bagnata ed infreddolita, Lali così perfetta nella sua più totale imperfezione, Lali che si butta fra le mie braccia, triste, sconsolata, senza forze per andare avanti. Così come poche ore prima, l'abbraccio e cerco di curarle le ferite, donandole le mie energie, donandole le mie forze, donandole le mie orecchie per ascoltarla, le mie braccia per abbracciarla, la mia voce per calmarla, le mie mani per accarezzarla, e ciò che lei vuole, le mie labbra per baciarla. La conduco nel salotto e la lascio sul divano, mentre preparo della cioccolata calda ed una coperta che le metto addosso. -Che è successo?- le domando sedendomi sul divano e porgendole la tazza con dentro la cioccolata calda, lei mi guarda senza rispondermi. Non voleva parlare. Sentivo che se non facevo qualcosa in quel momento l'avrei persa per sempre e non volevo perderla per sempre. L'avvicinai a me, la strinsi nelle braccia e con dolcezza le baciai le labbra, che lei schiuse partecipando al bacio, che si fece via via più appassionato, finché non mi staccai a forza. La guardai negli occhi, grandi e limpidi per il pianto, tristi e persi. -Peter- sussurrò il mio nome con una voce flebile e rotta. Mi piaceva quando pronunciava il mio nome, non sapevo il perché, ma era così. -Ho bisogno di te- disse di nuovo. -Io ci sono- dissi, anche se mi sentivo inutile, avrei voluto toglierle tutto il dolore, soffrire io per lei, ma non potevo, ed io odiavo sentirmi impotente. Guardandola mi sentivo male, perché sapevo che era triste, che stava soffrendo molto, e l'unica cosa che potevo fare era abbracciarla e dirle che andrà tutto bene, anche se era una menzogna e lo sapevamo entrambi. -e ti giuro che andrà tutto bene- le dissi ed in seguito mi morsi la lingua. -Non mentirmi guardandomi negli occhi- mi pregò. -Non dirmi che ci sarai sempre, ne che andrà tutto bene- continuò. -so che te ne andrai, perché dovrai farlo e non te ne faccio una colpa, non te lo farò nemmeno quando mi dirai addio. Non dirmi che andrà tutto bene, perché non andrà mai tutto bene, va sempre tutto male- disse e ricominciò a piangere sconsolata, e si era allontanata da me. L'avvicinai a me e feci in modo che alzasse il viso e mi guardasse negli occhi -Lali, lo so che per ora va tutto male, è la felicità che è una traditrice ed un attimo prima c'è e poi non più, ma non puoi arrenderti- cercai di tirarle su il morale. -Peter, di che cosa stai parlando? La felicità? Io non l'ho nemmeno mai vista la felicità. Io sono sempre stata infelice, ed ora è peggiorato tutto. L'unica cosa che mi rende felice sei tu, ma tu non sei stabile nella mia vita- disse. Il mio cuore si frantumò in quel momento. L'abbracciai forte, perché avevo paura che se ne potesse andare, che qualcuno la portasse via da me, ed io non volevo, non volevo che lei se ne andasse, io volevo che lei fosse felice, che io fossi il motivo della sua felicità, volevo tenerla fra le braccia e consolarla quando era triste, farla sorridere, accompagnarla a scuola, darle calore quando aveva freddo, tenerla accanto a me per sempre e sapevo che non dovevo avere quei pensieri, ma i pensieri non potevano certo essere fermati. -Lali, ascoltami- dissi. -Non devi pensare a questo, perché altrimenti la felicità non arriverà mai, se tu pensi già che una cosa la perderai, non te la godrai mai. Nessuno è eterno su questa terra, sai, un giorno morirai, e lo farò anche io, ma se ci pensi non vivrai mai al massimo. Cerca di non guardare la fine, vivi finché quella non arriva e quando arriva sappi che ogni fine porta sempre ad un nuovo inizio- lei mi guardò per un attimo senza fare o dire niente, poi mi attirò a se e mi baciò. -Sei la cosa migliore che mi sia mai capitata- disse tra un bacio ed un altro. -e voglio fare come mi hai detto- sapeva di pioggia, di sale, di dolce, di freddo e di caldo, era strano quanto piacevole. -voglio viverti fino alla fine Peter Lanzani, senza pensare agli adii, voglio tenerti stretto a me, voglio piangere fra le tue braccia, e ridere con te. Voglio essere felice Peter- disse. La guardai per un attimo, e poi iniziai ad accarezzarle le guance, fredde, sporche e bagnate, ma morbide e che si stavano riscaldando. -Ed io Lali Esposito, voglio renderti felice. Giuro di renderti felice, finché potrò- dissi e ritornai a baciarla. Quando mi ritrovai steso sul divano e lei sopra di me, capì che stavamo andando troppo velocemente e la fermai, lei mi guardò male, ma non disse nulla e si alzò, iniziando a guardarsi a torno. -Hai una bella casa- disse ad un certo punto. Sorrisi, mi piaceva che si distraesse dai suoi problemi. -Grazie- dissi. -ed il divano è molto morbido- continuò. Sorrisi a quel commento. -Lo so- le risposi. Lei continuò a girarsi in torno. -è molto grande- disse. Feci cenno di si con la testa -Un po' troppo perché tu ci viva da solo- disse. Prima che potessi rispondere, la porta di casa si aprì, entrambi ci girammo verso essa. -Peter, sono a casa- disse una voce a me familiare. 

Narra Lali:
-Peter, sono a casa- era una voce femminile, capelli bruni, un viso da angelo, un po' più grande di me, ma non di molto. -Oh- disse, notando la mia presenza. -Hai compagnia- commentò e si girò verso di lui. Peter si alzò dal divano e ci presentò. -Candela, lei è Mariana, una mia paziente. Mariana lei è Candela, mia sorella minore- -Da quando inviti le tue pazienti a casa?- gli domandò. -Mariana ha avuto problemi a casa ed è venuta qui- le rispose. -Capisco- disse. Si girò verso di me e mi sorrise, in tanto mi stava studiando. -Piacere di conoscerti- disse quando ebbe finito. -Il piacere è mio- dissi. -Non sapevo avessi una sorella- dissi a Peter. -Non sei tenuta a sapere tutto di me- mi rispose. Lo guardai male. -Scusa, hai ragione- si corresse. -Io e Mariana andiamo a fare un giro, non faremo troppo tardi, poi la riaccompagnerò a casa- disse alla sorella. Candela fece cenno di si con la testa e salì al piano di sopra. -Andiamo?- mi domandò porgendomi il giubino e prendendo un ombrello per ripararci dalla pioggia. Feci cenno di si con la testa, senza importarmene dove saremmo andati, consapevole che l'avrei seguito fino in capo al mondo. 

Per sempre insieme LaliterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora