Capitolo 18

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Narra Peter:
 Lali mi prese per un polso e mi condusse in casa. -Gaston, aspettami qui- gli disse al ragazzo, mentre entravamo dentro casa e lei sbatteva la porta dietro di se, vi si appoggio con la schiena e mi fissò. Io mi guardavo in torno, lattine e bottiglia di birra sparse per il pavimento del salotto, vestiti sporchi appoggiati sul divano e sulle poltrone, alcune macchie nuove si posavano sui muri, una attirò la mia attenzione, sotto  di essa vi erano dei resti di una bottiglia rotta. Guardai Lali. -Mio padre è uscito, sta da degli amici per guardare la partita non tornerà prima di qualche ora, mia madre è praticamente sempre fuori, quindi siamo soli- mi disse. -Bene, allora parla- gli dissi, lei continuò a fissarmi in silenzio. -Vuoi che ti faccia le domande?- chiesi. Lei fece cenno di si con la testa. -Perché mi hai tradito?- le domandai. -Io non ti ho tradito, noi non stiamo insieme, come hai detto a tua sorella- disse, sapevo che era una frecciatina. -è per questo che lo hai fatto?- le chiesi, scosse semplicemente la testa, non mi spiegò nulla. Sospirai, si stava comportando proprio come una bambina, ma immaginavo che se glielo avessi detto quella conversazione sarebbe finita lì, ed io non volevo che finisse lì, avevo bisogno di spiegazioni, vedere Lali con un altro mi aveva fatto più male di quanto avrei immaginato. -Perché lo hai fatto?- le chiesi. -Ho sentito ciò che dicevi al giudice, che fingevi di amarmi solo per rendermi felice. Mi hai illusa e disillusa così facilmente, in così poco tempo, ti sono servite così poche parole. Usi questo trucco con tutte o io sono stata la prima? Avrei preferito che tu non lo facessi, avrei preferito continuare a soffrire come prima, tu sei stato il peggiore dei mie demoni, mi hai portata su e poi mi hai lasciata cadere, la morte dei miei sogni è stata inevitabile- quel fiume di parole mi colpì come uno schiaffo. Lali non aveva mai parlato dei suoi sentimenti così apertamente, era sempre stata molto riservata, anche se con me si era iniziata ad aprire, aveva lasciato la porta che conduceva alle sue emozioni chiusa. Ora invece stava lì ferma, guardando il pavimento per non guardarmi negli occhi, tratteneva a stento le lacrime, le tremava il labbro inferiore e per non darlo a vedere se lo stava mordendo, così forte fino a che non fece uscire il sangue. Deglutii forte prima di parlare. -Lali, quello che ho detto al giudice era una menzogna, per non farti portare via da me- le dissi e mi avvicinai a lei, le scostai una ciocca di capelli dal viso, si sarebbe ritratta sicuramente, se solo avesse potuto, ma era bloccata contro la porta, lei stessa si intrappolata da sola. -Come posso sapere se non stai mentendo?- chiese alzando lo sguardo e puntando i suoi occhi nei miei, stava piangendo. Appoggiai la mia fronte alla sua ed inspirai forte, sentivo l'odore di birra che invadeva tutta la casa e poi quello di lei, di pelle, di sudore, poi un odore dolce, profumo latte, ed un profumo salato, il profumo delle sue lacrime. -Lali, posso mentire a tutto il mondo, perfino a me stesso, sopratutto se si parla dei miei sentimenti, ma a te, mia piccola e cara Lali, a te io non potrei mai mentire- le dissi e le baciai una guancia, poi la line dura delle sue labbra, il labbro inferiore ancora fra i suoi denti. Quando la baciai, lei ricambiò il mio bacio, sentivo il sapore delle sue lacrime e del suo sangue, mischiato al suo solito dolce sapore. -Ti amo- disse staccandosi un attimo dal bacio, sorrisi fra le sue labbra.      

Per sempre insieme LaliterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora