Capitolo 23

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Narra Peter:
Mi nascosi nell'armadio, mentre Lali si alzava dal letto ed apriva la porta. Si risedette sul letto le braccia incrociate sul petto, mentre  suo padre entrare nella stanza e si guardava in torno, forse in cerca di me, o delle droghe che avevo fatto sparire poco prima. -Peter se n'è andato ore fa- mentì Lali. Lui spostò lo sguardo su di lei, appoggiato allo stipite della porta, lo sguardo vagante, il respiro affannoso, era in ansia, voleva dire qualcosa ma non trovava le parole. -Peter, eh? Tua madre mi ha detto che ti ostini a chiamarlo così- disse, non credo fosse una buona mossa, vidi Lali diventare rossa in faccia, le mani si strinsero a pugno in torno alla coperta con forza, si morse il labbro ed iniziò a respirare con affanno. Cercai di fare il minor rumore possibile, ma era difficile vedere Lali così in ansia e non poter far nulla, e poi ero nuovo sul fatto di nascondermi dai genitori, non ero mai stato un ribelle, uno che andava contro le regole, ma Lali mi faceva quest'effetto, mi faceva venir voglia di distruggere il mondo se qualcuno la feriva, e costruire una barriera in torno a noi, dove potevamo stare insieme ed essere noi stessi. -A me quel ragazzo non mi piace- disse il padre di Lali. Gli occhi di Lali si strinsero in due fessure, vidi le nocche delle mani diventare bianchissime, la vena sul collo che pulsava. -Peter è l'unica persona al mondo che mi capisce- disse stringendo i denti. -Peter è l'unico che non mi giudica, che mi ascolta, che mi asciuga le lacrime quando piango, che mi abbraccia quando sto male. Peter è l'unica persona al mondo che mi può capire, l'unica di cui mi fidi, quindi se provate a portarmela via, sappiate che farò la fine di Daniel- il padre di Lali rimase a guardarla senza sapere cosa dire, senza sapere cosa fare, io rimasi impalato a bocca aperta, asciutta, le parole e la saliva erano scomparse, un buco nel petto iniziò ad ingrandirsi proprio lì dove doveva esserci il cuore. Mi misi una mano sul petto ed iniziai a respirare con affanno. Avevo la camicia attaccata alla schiena dal sudore, la testa mi faceva male, mi sentivo svenire, mi appoggiai al retro dell'armadio, vedendo Lali senza guardarla, sentendo rimbombare le parole di Lali nella testa. -Lali, non dire così- le disse il padre, inginocchiandosi accanto a lei, la mano su quella di lei, Lali non lo guardava negli occhi, guardava il pavimento, lo sguardo perso, gli occhi pieni di lacrime che io sapevo non avrebbe mai pianto d'avanti al padre. -Va via- gli chiese, la voce strozzata, parlata a singhiozzi. -Ma...- disse lui. Lali gli lanciò uno sguardo carico di rabbia e gli disse -Esci immediatamente dalla mia stanza- lui non disse nulla, si alzò, ed uscì dalla camera, chiudendo la porta dietro di se. Uscii dall'armadio e mi avvicinai con cautela a Lali. Lei era scoppiata in lacrime, il viso fra le mani, appoggiate ai ginocchi. Mi sedetti sul letto, e le appoggiai una mano sulla spalla. -Lali- la mia voce non era più che un sussurro, anche io avevo fatto fatica a sentirmi. Lali,, però, si girò verso di me, gli occhi rossi, le lacrime le rigavano le guance, le labbra rosse, le mani tremanti. L'abbracciai e le sussurrai all'orecchio -Io sono con te- le disse. -Per sempre?- mi domandò lei, la voce roca, non più forte di un sussurro. Gli occhi scintillavano, ma non di lacrime, stavolta era di speranza. Le scostai i capelli dal viso e le accarezzai le guance, facendole alzare lo sguardo per guardarmi negli occhi. -Per sempre, te lo giuro- le dissi. Lali posò le labbra sulle mie, io mi abbandonai al bacio, cercando di dimenticare la bugia che le avevo appena detto. Mi ritrovai steso sul letto con Lali sopra di me.  -Ti amo- mi disse staccandosi un momento dal bacio per guardarmi negli occhi. Gli occhi le si erano illuminati di una scintilla di passione ed energia, di speranza, ora più viva di prima. -Io sono tua, Peter- continuò, ora mi baciò il collo, sentivo la faccia che era diventata rossa, infuocata da quelle dichiarazioni. -Là- le dissi, scostandole i capelli dal viso, la sua espressione si fece più attenta, più cupa. Il respiro le si fece corto, sentivo il suo cuore battere all'impazzata. -Non mi ami?- mi chiese. Spalancai gli occhi, come poteva pensare che non l'amassi? Non sentiva quanto la amavo? Stavo rischiando tutto per lei, cosa dovevo fare per dimostrarglielo? -Io ti amo più di qualsiasi altra cosa al mondo- le dissi. -Allora che c'è?- mi chiese lei. -è che ho paura di non riuscire col mio giuramento. Ho così tanta paura di perderti- le spiegai. Lei per tutta risposta mi sorrise e posò le sue labbra sulle mie. Mi feci travolgere dalla passione e dal cuore che batteva all'impazzata, dal calore di Lali e dal suo odore di gelsomino, dai suoi occhi che mi illuminavano come il sole e che contenevano tutto ciò che di più bello ci fosse al mondo, dai suoi sospiri e gemiti soffocati, dalla sua voce che sussurrava il mio nome, dai suoi capelli che come seta mi accarezzavano il petto, dalle sue braccia e le sue gambe che avvolgevano il mio corpo. Dalla sua voglia di me, dal suo desiderio di cambiare, dal suo sorriso radioso, dai suoi dolci baci, dalla melodia del suo cuore che batteva, dalla pelle come seta che toccava il mio corpo, dai nostri respiri uniti che si intrecciavano, come le dita delle nostre mani quando alla fine venimmo entrambi. E mentre la notte giungeva al termine, sentii Lali addormentarsi sul mio petto, con la consapevolezza che potevo perderla, ed in quel momento quel pensiero mi faceva più male di sempre, ma allo stesso tempo, guardando Lali che sorrideva sognando, che mi nominava ogni tanto, capivo che avrei lottato per lei, perché era ciò che desideravo. Poco prima che giungesse l'alba mi addormentai anche io, cullato dai suoi respiri, dal suo cuore e dai farfugli confusi che uscivano da quella bocca rossa e gonfia che amavo baciare.        

Per sempre insieme LaliterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora