Narra Lali:
Quando aprì gli occhi mi trova d'avanti il viso di Peter, il suo respiro pesante mi solleticava la pelle, il suo naso toccava il mio, non ebbi il coraggio di muovermi, per paura di svegliarlo. Lanciai un occhiata alla stanza, era completamente buia, a parte qualche raggio di luce proveniente da fuori, merito dei lampioni e della luna. Mi girai verso la finestra, le stelle splendevano in cielo, il vetro della finestra bagnato rivelava che aveva piovuto poco prima, ma ora il cielo era sgombro da nuvole e limpido, la mezza luna mi sembra il sorriso dello stregatto, ricambiai il sorriso della luna, mi sentivo stranamente leggera e felice, nonostante l'effetto della droga aveva già abbandonato il mio corpo, e la testa mi girava leggermente. La stanza non puzzava di fumo, ed ero quasi sicura che il pavimento fosse più pulito di prima, molto di più. Non potevo vedere, ma ero certa che i pezzi di vetro della siringa erano scomparsi, ed anche le macchie di sangue e di droga che prima erano state lasciate sul pavimento. In fine lanciai un altra occhiata a Peter, dormiva con calma, il suo braccio appoggiato sul mio fianco, sorrideva, segno che stava facendo un bel sogno, non mi chiesi se io ci fossi nel sogno, perché la sua vita accanto a me era un disastro, almeno nei sogni, mi aspettavo avesse un po' di calma e serenità. Sentii delle voci al piano di sotto, mio padre era rientrato, mi dovevo essere svegliata quando la porta si era richiusa con forza alle sue spalle. -Che vuoi dire che l'abbiamo persa?- chiese lui, la voce roca, stava gridando, ero sicura che avesse la faccia rossa, gli occhi lucidi ed i pugni chiusi, segno che fosse furibondo ed ubriaco. Mi chiesi se svegliare Peter potesse essere una buona idea, se mi avesse protetta dalla furia di mio padre. -Significa che ci odia. Che mi odia- la voce stridula di mia madre, sentii un singhiozzo in sottofondo, segno che stava piangendo, non si stava trattenendo, nonostante sapesse bene che a papà non piaceva quando piangeva, che lo faceva innervosire di più, ma dato che si era svegliata, almeno momentaneamente, dal suo stato di assenza, dal suo isolamento, ero sicura che a mio padre non dispiacesse più di tanto, che pensasse che fosse un miglioramento, dato che era da almeno un anno che non facevano una vera e propria conversazione, dove lei gli rispondeva. -Sono sicuro che lei non ti odi- disse -cosa è successo?- chiese. Non riuscii a sentire la risposta di mia madre, avevano iniziato a parlare con più calma, a voce più normale. -Che succede?- la voce roca di chi si era appena svegliato. Lo guardai, gli occhi leggermente aperti, luminosi, assonnati e scintillanti. Le labbra strette, rosa chiaro ed un po' screpolate. Il gioco di luce faceva uno strano effetto sulla sua pelle, nei suoi occhi. Gli baciai le labbra, non per qualcosa, semplicemente perché mi andava. Quando mi staccai, mi accorsi che Peter mi guardava in modo strano, non con dolcezza, ma nemmeno con delusione, ne con rabbia, ne con passione,mi guardava con uno sguardo vacuo. -Lali, quello che hai fatto oggi...- iniziò, ma io lo bloccai. -So di aver fatto una cazzata- dissi. Lui sgranò gli occhi, non sembrava avere le mie stesse idee. -Lali, non è una cazzata, è molto di più, hai sbagliato, hai commesso uno sbaglio enorme. Lali se succedono cose che ti fanno innervosire, che ti rendono triste, non devi drogarti. Capisci che potresti morire?- disse. -A me non importa della mia vita- dissi di getto. Lui mi guardò a bocca aperta, gli occhi pieni di lacrime che iniziarono a rigargli le guance, i singhiozzi che provava a trattenere con fatica, tremava leggermente, quasi non si notava. -A me si però- disse. Alzai un sopracciglio, io gli avevo causato solo guai e dolore, come poteva importargli veramente della mia vita? Senza di me sarebbe stato libero, senza preoccupazioni. -Lali, ormai sei diventata una parte di me, una parte dalla quale faccio fatica a separarmi anche solo per poche ore, come pensi che potrei contemplare una vita senza di te?- mi chiese, la sua mano sulla mia guancia, il suo sguardo era diventato presente, più scuro, ma con una luce brillante che gli illuminava il viso, potevo vedere il gioco di luce ed ombra creato sul suo viso, che lo faceva diventare ancora più irresistibile. -Io ti amo- la frase era poco più di un sussurro, ma mi oltrepassò, entrò nel mio cuore che accelerò, entrò nel mio sangue che si riscaldò ed iniziò a pompare più fluido, più veloce, raggiunse ogni parte del mio corpo, entrò in ogni cellula del mio essere, entrò nel mio cervello che si spense, nel mio respiro affannato e nella mia anima che si illuminò. Non comandavo più le mie azioni, così quasi non mi accorsi di avvolgere le braccia in torno al suo collo e tirarlo a me, ancora di più di quello che eravamo già, unii le nostre labbra, unii le nostre lingue, unii i nostri respiri, abbassai una mano e la intrecciai ad una delle sue, unii i nostri cuori ora battevano all'unisono. -Lali, apri, devo parlarti- era mio padre, che bussava alla porta, la voce leggermente alterata. Ci staccammo dal bacio ed entrambi mormorammo -Cazzo- ci guardammo negli occhi, e nonostante tutto, scoppiammo a ridere.
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Per sempre insieme Laliter
FanfictionLali è una ragazza con una vita difficile, e per questo si lascia molto andare, arrivata sulla punta del precipizio pensa di non poter più tornare in dietro ed è pronta a buttarsi, ma prima che lei possa cadere, appare un qualcuno, le afferra la man...