Narra Lali:
La mano non mi faceva male, però Cande aveva insistito per medicarmi, mi tolse con delle pinzette il pezzo di vetro dalla mano e mi mise un cerotto. -So della vostra relazione- disse quando ebbe finito di medicarmi, per interrompere il silenzio imbarazzante che era calato fra noi due. Mi girai verso di lei, mi aspettavo un sguardo pieno di odio perché ero come "la cosa illegale di suo fratello", ma invece mi sorrideva con dolcezza e leggevo nel suo sguardo comprensione e compassione. E questo era anche peggio dell'odio. Mi girai verso la porta senza dire nulla, chiedendomi di cosa stessero parlando il giudice Bauer (scusate, so che cambio sempre nome e cognome al giudice, ma non mi piace quello che avevo dato in origine) e Peter. Quando la porta si apre, mi alzo dalla sedia, con ansia. Il giudice mi sorride e saluta, per poi andarsene. Guardo Peter, aveva uno sguardo spento e non mi guardava in faccia, mi chiesi cosa diavolo gli avesse detto il giudice per metterlo così sotto pressione. -Tutto ok?- gli domandò Cande. Lui alzò lo sguardo su di me -Mariana, devo parlarti- la voce era spenta e priva di emozioni, non mi aveva mai chiamata col mio nome completo, aveva sempre utilizzato il mio nomignolo e a me mi piaceva quando lui lo usava, non mi dava fastidio o mi dava ricordi spiacevoli, Peter era una persona nuova che mi donava nuovi ricordi. -Certo- gli dissi, lui mi prese per un braccio e mi trascinò dentro il suo ufficio, chiudendo la porta dietro di noi. Lo guardai, mentre ero seduta sul suo lettino, andare avanti ed in dietro, cercando le parole adatte. -Cosa ti ha detto il giudice?- gli domandai. Lui si girò verso di me e deglutii. -Mi ha detto che hai avuto esperienze da autolesionista- mi disse. Sospirai. -è vero?- mi chiese conferma. Dato che non capivo perché mentirgli, feci cenno di si con la testa, ma non lo stavo più guardando in faccia, avevo spostato lo sguardo, ora guardavo il muro dove erano appesi tutti i suoi dottorati e riconoscimenti in merito. -Hai provato a suicidarti?- mi chiese. Erano tutte domande, non era più sicuro di niente, non riguardo a me. -No, ma ci ho pensato più volte- gli dissi, la mia voce aveva perso ogni sentimento ed emozione che lui mi aveva fatto avere in quelle ultime settimane, sia il mio volto che la mia voce erano diventati neutri, il mio sguardo non rifletteva altro che indifferenza, nessuna emozione, nessun pensiero, non poteva leggermi dentro nemmeno volendo. -Non farlo- mi disse. Lo guardai un attimo, aveva assunto una posa strana, si era appoggiato alla parete con le mani incrociate, stringeva le mani a pugni, molto forte, troppo forte, le nocche erano diventate completamente bianche, era sporto leggermente verso di me, e muoveva il piede, l'unico rumore era proprio quello del suo piede che batteva a terra, tralasciando la lancetta dei secondi con la quale andava a tempo. -Perché? Perché me lo dici tu? Perché ho tutta una vita d'avanti? Peter, se non te ne fossi accorto, di me non mi importa nulla- dissi acida. Lui fece cenno di si con la testa, respirò profondamente e disse -Fallo per tuo fratello, è stato lui a chiederti di non seguire le sue azioni- mi ricordò. Ricordare mio fratello mi faceva male, ma era vero, lui me lo aveva chiesto nella lettera. -Io non gli devo nulla, lui mi ha abbandonato- dissi, sorprendendolo e sorprendendo me stessa allo stesso tempo. Non avevo mai incolpato mio fratello di essersene andato, la mia mente aveva bloccato quel pensiero ancora prima che si formasse, ma ora mi ritrovavo veramente arrabbiata con lui, per avermi lasciata da sola, in un mondo più grande del mio. -Allora fallo per me- mi supplicò lui con gli occhi limpidi e pieni di lacrime. Aprì la bocca sorpresa di sentirgli dire quelle parole. -Lali, per favore, ti chiedo, ti supplico, non te ne andare, fallo per me, perché ti voglio bene- mi disse avvicinandosi e sedendosi accanto a me, i nostri volti erano a pochi centimetri l'uno dall'altro. Peter mi mise una mano sulla guancia, le lacrime avevano iniziato a rigargli il viso. Non avevo mai visto un uomo piangere, la società credeva che gli uomini dovessero essere forti, delle rocce, che dovessero proteggere la donna e che mai potrebbero o dovrebbero piangere, e fino a quel momento ci avevo creduto perfino io. Però vedere Peter piangere non lo rendeva meno uomo, oltre, lo rendeva così dolce, così sensibile, così carino. Posai le mie labbra sulle sue, riuscivo a sentire il sapore salato delle sue lacrime, era un sapore strano, che conoscevo bene e allo stesso tempo così nuovo. Gli misi le mani fra i capelli scompigliandoglieli, sentivo il suo profumo, odorava di caffè, the ed uomo. -Sei tutto ciò che ho- dissi staccandomi dal bacio con fatica per guardarlo negli occhi, gli accarezzai le guance con le mie mani piccole e fredde -e tutto ciò che più desidero- dissi prima di tornare a baciarlo con foga e passione ed ora ne ero sicura c'era qualcos'altro che mi spingeva verso di lui e sapevo cos'era: amore. Ed anche se mi spaventava e mi eccitava al tempo stesso, ero pronta ad aprirmi al nuovo, pronta ad aprirmi a lui, mentre il mio cuore batteva forte e sentivo il suo battere allo stesso ritmo.
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Per sempre insieme Laliter
FanficLali è una ragazza con una vita difficile, e per questo si lascia molto andare, arrivata sulla punta del precipizio pensa di non poter più tornare in dietro ed è pronta a buttarsi, ma prima che lei possa cadere, appare un qualcuno, le afferra la man...