Capitolo 8

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Narra Peter:
Guardai Lali, che camminava accanto a me, saltava nelle pozzanghere facendo schizzare l'acqua, persa nel suo mondo, con le mani nelle tasche per il freddo. Non potevo aspettarmi si aprisse subito tutto d'un tratto con me, sarebbe stato da pazzi, ma guardando il suo passato con altri psicologhi, potevo dire che stavo facendo passi da giganti con lei. -Domani dovrò dare il mio resoconto al giudice- dissi, non so perché pronunciai quella frase, lei non era tenuta a saperlo. Lei mi guardò per un attimo in silenzio poi mi chiese -Cosa gli dirai?- Sospirai, sapevo che me lo avrebbe chiesto ed io non avrei dovuto dirglielo. -Che ti stai aprendo abbastanza, che mi hai dimostrato di essere una ragazza sveglia, ma che i problemi familiari stanno aumentando- lei fece cenno di si con la testa, stava pensando a ciò che le avevo appena detto. -Non sono aumentati i problemi familiari, sono uguali a prima- disse. -Cos'è successo oggi? Cosa ti ha spinta a venire a casa mia?- le domandai. Lei continuava a guardare d'avanti a se, non mi lanciò nemmeno un'occhiata. -Mia madre ci ha visti mentre tornavamo- disse. -Merda- imprecai. Lei mi guardò un attimo stupita. -Scusa- dissi. -Non sa chi sei, non ti ha mai visto e non credo nemmeno ti sia riuscita a vedere bene in faccia- mi rassicurò. -La cosa è che sono entrata in camera e lei era lì, con la sua figura scheletrica, mi ha sempre dato l'impressione di essere un fantasma, sempre così distante, sempre così solitaria, che entra ed esce dalle stanze e tu non te ne accorgi, cammina e tu non la senti- mi raccontò. -comunque, mi ha chiesto chi fossi, le ho detto che eri un'amica di scuola, lei ha capito che stavo mentendo e dato che avevo la bocca gonfia e rossa ha capito che eri un'uomo- disse. Singhiozzò e lì capì che si stava trattenendo dal piangere. La guardai, non glielo dissi, ma anche lei sembrava un fantasma, la pelle bianca e quasi trasparente quando era bagnata, molto magra, troppo, camminava lentamente e silenziosamente sempre nel suo mondo, entrava in una stanza e faceva di tutto per non essere notata. -Mi ha detto...mi ha detto- iniziò a dire, ma non riusciva a finire la frase. La feci fermare e feci in modo che mi guardasse negli occhi, le misi una mano su una guancia, mentre con l'altra mantenevo l'ombrello sopra le nostre teste. -Cosa ti ha detto Lali?- le domandai con tutta la dolcezza che potevo avere, per non farle pensare che la stavo pressando. -Mi ha dato della puttana- disse -mi ha chiesto se avevo venduto il mio corpo- rimasi a bocca aperta, in silenzio per alcuni minuti perché non avevo idea di cosa potevo dire, poi capì che le parole non servivano e se continuavo a guardarla senza fare niente la potevo ferire. L'abbracciai, lasciando cadere l'ombrello, con la pioggia che ci bagnava, ma non importava. La guardai negli occhi e le sorrisi con dolcezza, poi le sollevai il mento e la baciai, sotto la pioggia, sembrava quasi l'immagine di un film. Era romantico? Non lo sapevo. Era sbagliato? Certamente. Era necessario? Credo proprio di si. Mi piaceva? Si. Era dolce e stupendo? Più dolce del miele, più bello della primavera, più grande e potente del sole. 

Per sempre insieme LaliterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora