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Matthew non mi vuole dare nessuna risposta così dopo avergli fatto mille domande ma senza ottenere nessuna risposta ho deciso che fosse meglio rinunciare e dormire come mi ha detto lui. Mi giro e gli do le spalle e in meno di due minuti mi addormento.
Sono in piazza, sono seduta su una panchina e sono con Eva. Non so perché siamo qui ma arriva un uomo, il "papà di Caterina", Maicol. Io mi alzo in piedi e Eva pure.

"Ragazze perché mi volevate parlare?"

"I ragazzi non ci vogliono dare informazioni riguardo a questa Caterina" dice Eva

"Come sospettavo" dice l'uomo toccandosi la barba. Adesso ha un aspetto migliore, i vestiti sono nuovi, le ferite sono solo piccole cicatrici e gli occhi sono tornati del loro colore naturale e i capelli sono ricresciuti anche se di poco ma sono ricresciuti.
"Venite con me posso darvi qualche informazione, vi aspetto alla terza casa abbandonata della città tra un ora, ovvero alle tre di notte."
dice il signore e se ne va.

Mi sveglio di colpo sono le due di notte. Non so cosa fare, magari quell'uomo mi aspetta davvero, ci aspetta.
Mi alzo e mi metto una canottiera con sopra una felpa con la cerniera e la chiudo fino al seno, poi mi metto dei pantaloncini in jeans e le superstars bianche. Prendo la pistola di Matt dal comodino e lo guardo.

"Scusami" sussurro. Poi vado a chiamare Eva. Sta dormendo tranquilla abbracciata a Carter. La squoto per un braccio e lei si sveglia, porto l'indice alla bocca per dirle di stare zitta. Lei si cambia e si veste come me, poi si lega i capelli e scriviamo un bigliettino ai ragazzi. Poi scendiamo in salotto

"Sofia, la casa è circondata dai ragazzi" mi ricorda Eva

"Si ma non dalla parte della cantina" dico io sorridendole

"Hai una cantina!?" Sussurra lei guardandomi stranita

"Si, mia mamma la usava per il cibo è i vini, ora è vuota. Andiamo" le faccio cenno di seguirmi e scendiamo giù per le scale. Apro una porta che si apre in un corridoio, percorrendo il corridoio ci sono due porte, in una c'è una stanza vuota senza né porte né finestre. Noi entriamo dentro la seconda porta, non accendiamo le luci ma usiamo una torcia a testa, ci sono delle scale e le percorruamo, ogni gradino che facciamo ci porta sempre più in basso fino a che non arriviamo in cantina. C'è una botola.

"Dobbiamo saltare" le dico guardandola. Eva annuisce e salta giù, io la seguo e la botola si richiude.

"Dove siamo?" Sussurra Eva

"Ora puoi parlare normalmente siamo in una specie di galleria sotterranea nessuno ci sente" dico

"E dove porta questa galleria?" Mi chiede con evidente curiosità Eva. Io sorrido

"Adesso giriamo a desta e poi c'è una scala che ci riporta in alto e poi una porta da lì ci troviamo nel giardino sul retro di casa mia" dico

"Wow. Da quanto tempo sai di questo posti?" Continua a fare domande Eva e intanto con la pila illumina ogni punto della galleria

"Da quando mia mamma si è trasferita a Roma, io abitavo a casa da sola allora ho esplorato la casa. Non so qual'era lo scopo preciso di questo posto" dico e poi silenzio nessuna delle due parla

"Fa freddo qui sotto" dive Eva coprendosi meglio con la giacca

"Già" dico e quando arriviamo in cima apro la porta, sposto ledera che c'è sopra e insieme usciamo

"Bè, adesso mi dici dove andiamo?"

"Non hai letto il foglietto che ho scritto hai ragazzi?"

"No" dice passandosi la mano sulla fronte.

THE DREAM (Storia Sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora